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emidabisC’era da aspettarselo. Ancora una volta, la campagna elettorale si è concentrata sulla questione, non certo secondaria ma nemmeno assolutamente decisiva, della presenza istituzionale delle donne. Quante candidate, quante possibili consigliere di Stato, quante possibili gran consigliere, etc.

Dimenticando che questa sottorappresentanza altro non è se non il prodotto di una posizione subalterna che le donne continuano ad avere nella società; una posizione che affonda le proprie radici, almeno in parte, anche nella organizzazione economica e sociale del capitalismo moderno. Meglio quindi sarebbe discutere di questi temi: lavoro, formazione, sicurezza sociale. E denunciare come le politiche condotte maggioritariamente su questi terreni non fanno altro che costruire e alimentare questo ruolo subalterno.
Ed in questo stesso numero di Solidarietà lo abbiamo voluto ricordare evocando, ad esempio, la logica delle proposte del ministro social-liberale Berset in materia di assicurazioni sociali. Proposte che tendono a discriminare ulteriormente le donne.
Partendo proprio da queste considerazioni sui contenuti della campagna elettorale, abbiamo voluto in questi ultimi giorni di campagna elettorale, che alcune compagne presenti sulla nostra lista per il Gran Consiglio facessero sentire la loro voce, spiegando le ragioni del loro impegno in questa campagna elettorale.

 

Emida Caspani, candidata no 10 sulla lista no 3 (MPS-PC) per il Gran Consiglio

La mia presenza sulla lista MPS PC è dovuta a una lunga militanza, iniziata negli anni 70 in vari gruppi del movimento femminista, creati in Svizzera e in Ticino sull’onda del ’68.
Una militanza femminista profonda dalla quale è nata l’esigenza e la ricerca di un partito anticapitalisa, che mettesse al centro della sua iniziativa politica la costruzione di un mondo migliore basato sull’idee di uguaglianza e solidarietà, e che fosse anche attento alle rivendicazioni delle donne. Sono entrata nel PSL (partito socialista dei lavoratori) ora MPS perché gli riconoscevo un maggior dinamismo nelle analisi della condizione femminile e nelle rivendicazioni femministe.
Nelle discussioni della Commissione donne PSL è nata l’idea di creare l’ODD, organizzazione per i diritti della donna,(1) attiva in Ticino per oltre un decennio, con la pubblicazione del mensile “Donnavanti” e l’apertura di una libreria delle Donne “Clexidra” a Lugano.
Abbiamo partecipato ed aiutato ad organizzare lo sciopero nazionale delle donne nel giugno del 1991, a dieci anni dall’introduzione dell’articolo costituzionale sulla parità, con lo slogan “Se le donne vogliono tutto si ferma”, gli 8 marzo con rivendicazioni importanti per noi e non solo con le mimose. Ricordo tra gli altri quello del 2004 “Donne in collera” contro la 11a revisione dell’AVS, che prevedeva l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne. Una questione ancora attuale e che ci vede e vedrà nuovamente impegnate in difesa dei diritti delle donne e delle pensionate. (vedi articolo Geneviève de Rahm).
E poi dalla primavera 2008 ha partecipato attivamente all’esperiena di “Officina Donna, l’altra metà della resistenza” (2). . Un gruppo di donne, prevalentamente mogli di operai che, fin dall’inizio dello sciopero delle Officine FFS di Bellinzona, si riuniva nella pittureria per sostenere la mobilitazione operaia e discutere dei loro problemi e delle preoccupazioni. Le donne sono state quindi parte attiva di quella lotta mettendone in gioco molto emergie e emozioni. Da questa esperienza è nata una rappresentazione teatrale che ha girato la Svizzera e il Ticino. I gruppo ha partecipato anche ad alcuni convegni di approfondimento sugli scioperi in Italia.
E’ sempre più vero che lo sciopero alle Officine è stato una prima risposta forte alla crisi e, che nella crisi anche e soprattutto le donne sono coinvolte. Siamo noi che subiamo maggiormente la disoccupazione, il precariato, i salari più bassi, l’arrivare a fine mese con sempre meno soldi.
La mia presenza sulla lista MPS/PC vuole essere testimonianza di queste problematiche e permettere di portare avanti la lotta contro ogni politica di austerità, contro i tagli nel sociale che riducono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e sono un freno al raggiungimento della parità tra i sessi.

 

1. vedi “Altre culture, richerche, proposte testimonianze – Fondazione Pellegrini Canevascini, 12. Donne, militanza e cultura nel secondo Novecento (Susana Castelletti e Anita Testa Mader)
2. vedi idem, 15. Officina Donna: l’altra metà della resistenza (Angelica Lepori Sergi e Anita Testa Mader)

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