Siamo oramai alla dirittura d’arrivo della campagna per le elezioni cantonali. Molti, a seguito della introduzione del voto per corrispondenza, hanno già votato. È questa l’occasione per noi per ribadire le ragioni che dovrebbero spingere i nostri lettori e le nostre lettrici (e non solo loro naturalmente) a votare la lista nro 3, MPS-PC.
Naturalmente non possiamo, preliminarmente, ricordare che la partecipazione alle elezioni, l’attività istituzionale, è uno aspetto per noi, per lo meno in questa fase storica ed in questo paese, assolutamente secondario. I rapporti di forza sociali e politici sono talmente favorevoli alle classi dominanti in questo paese che solo una buona dose di follia (e di supponenza) può seriamente far pensare di modificare attraverso la via istituzionale i rapporti di forza economici e sociali.
E allora, perché votare per la lista MPS? Paradossalmente, ma non troppo, soprattutto per quello che abbiamo fatto e che facciamo e meno per quello che potremmo fare.
Abbiamo tentato, con le nostre forze, di sviluppare campagne di denuncia, di azione e di opposizione su temi che abbiamo ritenuto centrali per i salariati e per la popolazione del cantone. Pensiamo qui alla nostra battaglia contro il dumping salariale, incessantemente denunciato, in particolare nella sua forma di dumping di Stato attraverso la promulgazione da parte del cantone di salari minimi di 3’000 franchi. Abbiamo tentato di prolungare questa battaglia sostenendo i lavoratori e le lavoratrici che hanno tentato, ancora di recente e in qualche caso con successo, di opporsi alle decurtazioni salariali (Cattaneo, Exten). Abbiamo cercato di prolungare questa battaglia riprendendo le proposte che avevamo avanzato al momento del nostro “No di sinistra” ai bilaterali e lanciando l’iniziativa “Basta con il dumping salariale in Ticino”. Iniziativa che depositata quasi quattro anni fa, attende ancora di essere sottoposto al voto popolare. Essenza della democrazia liberale!
Abbiamo poi incentrato la nostra azione, negli ultimi due anni, sulla battaglia contro il progetto di pianificazione ospedaliera. Lo abbiamo fatto con una intensa attività sul territorio (assemblee, dibattiti, petizioni, distribuzione di volantini negli ospedali e tra la popolazione, presidi, etc) e con una pubblica campagna di denuncia degli inaccettabili del progetto di pianificazione, in particolare la soppressione degli ospedali di valle, il declassamento di altri ospedali, l’apertura ulteriore al settore privato.
Infine abbiamo denunciato la campagna xenofoba, identitaria e di divisione (“Prima i nostri”) che si è fatta strada in Ticino e che ha visto, con sfumature diverse, anche Verdi e parte dei social-liberali aderirvi. Un orientamento che rappresenta una seria ipoteca a qualsiasi seria attività dei salariati sui luoghi di lavoro e nella società, senza la quale non vi sarà risposta alcuna ai problemi di fondo che la crisi capitalistica che viviamo pone.
È quello che abbiamo tentato di fare, con le nostre modeste forze, negli ultimi anni. Un voto per la nostra lista significa, né più né meno, che un concreto incoraggiamento a continuare su questa strada: la strada della denuncia, della mobilitazione sociale, dell’opposizione anticapitalista.