Lo scorso 10 maggio la stampa internazionale aveva accolto con sollievo la fine dello sciopero del GDL (Gewerkschaft Deutscher Lokomotivefüher) il sindacato dei macchinisti. I maggiori media tedeschi aveva fatto credere che il GDL fosse ormai allo stremo, con “ancora solo “6000 macchinisti ed altri dipendenti in sciopero; questo l’ultimo giorno dell’azione precedente, cioè dopo sei giorni di uno sciopero che è stato finora il più lungo nella storia della Deutsche Bahn AG.
Secondo costoro, sulla base di queste osservazioni, il movimento si sarebbe esaurito. Ma le trattative con Deutsche Bahn AG non hanno portato ad alcun risultato. E così l’azione è stata rilanciata.
Oggi, martedì 19 Maggio 2015, a partire dalle ore 15, un nuovo sciopero prenderà avvio nel settore del trasporto merci. Mercoledì, a partire dalle ore 14, riprenderà pure nel settore dei treni passeggeri. Il GDL non parla di sciopero illimitato. Ma ha annunciato che la fine del movimento verrà annunciata con 48 ore di anticipo. Il presidente della GDL, Claus Weselsky, ha affermato che in ogni caso l’azione avrà una durata più lunga di quella precedente, avendo quindi anche un’influenza sui giorni festivi di Pentecoste.
I negoziati sono stati interrotti sabato 16 maggio, perché la direzione di Deutsche Bahn AG non era disposta a fare concessioni, in particolare nel campo delle condizioni di lavoro e della riduzione dell’orario di lavoro. Per il GDL era quindi fuori discussione di sottoporsi a una procedura di mediazione (“Schlichtung”). Il GDL accusa la direzione di Deutsche Bahn AG di voler attendere la decisione legislativa di venerdì 22 Maggio 2015. Il Parlamento dovrebbe approvare la Tarifeinheitsgesetz, una proposta di legge il cui obiettivo è di mettere “fuori gioco” i sindacati minoritari presenti nelle aziende. Se questa legge dovesse essere adottata, i sindacati minoritari combattivi, come il GDL, perderebbero il diritto a sottoscrivere contratti collettivi, cioè di quello che rappresenta la base materiale della loro esistenza riconosciuta e di conseguenza gran parte della loro capacità di azione.
La Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA, una delle due associazioni padronali più influenti in Germania) accusa il GDL come irresponsabile il suo modo di agire con il solo obiettivo di accrescere il proprio potere a spese del sindacato concorrente, la’EVG (Eisenbahn und Verkehrsgewerkschaft), membro della confederazione sindacale DGB, maggioritario. Secondo la BDA, l’atteggiamento del GDL nuoce all’economia tedesca, poiché condurrebbe un’azione “egoista e irresponsabile”. Va da sé che le organizzazioni padronali sostengono con forza la proposta di “Tarifeinheitsgesetz” …
Ma anche se la Tarifeinheitsgesetz riuscisse a superare con successo la procedure legislativa, essa verrebbe comunque ancora contestata attraverso dei ricorsi al Bundesverfassungsgericht, la Corte Suprema. Quest’ultima dovrà decidere se il disegno di legge è conforme alla Legge fondamentale, cioè alla Costituzione tedesca. E il partito dei Grünen (Verdi) ha appena affermato – in linea con posizioni analoghe espresse da altre forze della sinistra politica e sindacale – che questo disegno di legge di fatto rimette in discussione il diritto di sciopero, garantito invece dalla Costituzione tedesca. Quindi non tutto è giocato. L’azione del GDL potrebbe anche portare spingere all’azione l’EVG che, finora, non è riuscito a far passare, nell’ambito delle trattative salariali, la propria rivendicazione di aumenti salariali del 6%.
* Manuel Kellner è membro della redazione della Sozialistische Zeitung (SoZ). La traduzione è stata curata dalla redazione di Solidarietà.