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In un lungo comunica il governo uscente prendeva posizione, sulla scorta anche di una “perizia” fatta allestire da un “esperto” di politica sanitaria (che, aggiungiamo noi, si guadagna la vita facendo perizie a sostegno delle tesi di Casse Malati e compari) sulle conclusioni della commissione per la pianificazione ospedaliera che, come si ricorderà, aveva di fatto sconfessato il progetto su diversi punti.
Aveva infatti contestato l’attribuzione delle specialità ai vari ospedali (che è, di fatto, il cuore della pianificazione ospedaliera), aveva contestato il concetto stesso di istituto di cura (presentato come la grande novità del progetto pianificatorio), aveva espresso dubbi sulle decisioni riguardanti gli ospedali di Acquarossa e Faido ed aveva richiesto una serie di misure di salvaguardia pur non dichiarandosi contraria a ulteriori collaborazioni con il settore privato.
Ora il governo, in pieno sforzo di accattonaggio elettorale, prendeva posizione facendo concessioni solo su un punto: la permanenza di dieci letti di medicina negli ospedali di Acquarossa e Faido. Per il resto ribadiva le posizioni e le proposte espresse nel messaggio iniziale.
La concessione del governo rappresenta, a prima vista e tenendo conto che comunque è stata solo enunciata in un comunicato senza alcun dettaglio, un’apertura interessante, frutto sicuramente della mobilitazione popolare. Tuttavia restano aperte alcune questioni. Prima di tutto il fatto che essa non è inquadrata in un progetto chiaro sul futuro dei due ospedali; in secondo luogo poiché si tace assolutamente su quale sarà lo sviluppo ed il destino dei due pronto soccorso di questi ospedali di Valle. Senza il mantenimento dei due pronto soccorso e al loro potenziamento, i 10 letti rischiano di rimanere costantemente vuoti o tali solo sulla carta. Il problema, del rapporto indispensabile, tra un efficiente pronto soccorso (così come è ora) e un reparto di medicina con dei letti è d’altronde stato avanzato anche dai medici di valle nei loro interventi nel dibattito fin qui sviluppatosi. Senza i due elementi quel che oggi funziona bene verrebbe a cadere.
Non dimentichiamo però che si tratta al momento attuale di una proposta, fatta –lo ripetiamo- dal “vecchio” Consiglio di Stato a ridosso delle elezioni cantonali. Ora le elezioni sono passate e non è escluso che questa proposta possa venir rimessa in discussione dal governo o dalla nuova Commissione della pianificazione. Di conseguenza è fondamentale che la popolazione delle Valli ed in particolar modo della Val di Blenio mantenga alta la guardia e sia pronta a nuovamente mobilitarsi per il suo Ospedale.
Ma accanto a questa mobilitazione per confermare questo primo importante passo avanti per le Valli, è necessario rilanciare dibattito e mobilitazione attorno agli altri punti decisivi del progetto di pianificazione.
Noi non possiamo quindi che confermare la nostra ferma intenzione ad andare in questa direzione, sia contestando i progetti di legge presentati (nella forma attuale o in una modificata), tra l’altro anche con il lancio di un referendum; sia ribadendo la necessità che la nostra iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” venga sottoposta a votazione il più presto possibile.
Un’occasione per discutere della logica mercantile che muove l’attuale settore ospedaliero e sanitario e della necessità, partendo dalle esigenze dei pazienti, di muoversi in un’ottica radicalmente diversa.