La svolta che speravamo, e che avevamo cominciato a dubitare che arrivasse, è arrivata. La disastrosa parodia di «negoziati », la spirale di ritirate e concessioni è stata fermata. La svolta ha preso forma attorno a una parola semplice e ovvia, che ha la chiarezza di una mannaia: no all’ultimatum della Troika, la decisione spetta al popolo.
È ora possibile uscire dalla trappola mortale che i governanti europei hanno pazientemente costruito per uccidere in boccio la speranza che era nata il 25 gennaio, con la vittoria di Syriza.
Questa sera, [26 giugno] Alexis Tsipras ha parlato il linguaggio della verità: ha finalmente spiegato perché questi «negoziati » erano solo una farsa, un costante esercizio di ricatto, teso a umiliare il popolo greco e il suo governo e a calpestare il mandato popolare che risultava dalle elezioni del 25 gennaio.
Non è il momento di fare i conti. Ma non si può non fare notare che la decisione di questa sera concorda con tutti quelli che per mesi hanno detto che non c’era spazio per un cosiddetto «compromesso», ma solo la scelta tra capitolazione o rottura.
La battaglia del referendum ora è davanti a noi. Deve essere una battaglia di massa, una mobilitazione profondamente unificante, che ridarà fiducia alle forze popolari e darà impulso a una nuova ondata di radicalizzazione nella società greca.
Questa battaglia può rendere possibile, nel calore dell’azione, creare le condizioni per correggere il corso dopo cinque mesi di stagnazione e ridefinire il rapporto tra il governo, Syriza e i movimenti sociali.
Infine, è ovvio che questa battaglia non si svolgerà solo in Grecia. La reazione della Troika e dei governanti europei sarà spaventosa. Il popolo greco sarà capace di unirsi e combattere. Ma ha un bisogno vitale del sostegno internazionale. È la sua unica arma contro la forza e la violenza della classe dominante che, lo sappiamo, è capace di tutto per imporre il suo volere.
Viva la lotta del popolo greco!
Viva la solidarietà internazionale!
Vinceremo!