In queste ultime settimane alcune organizzazioni sindacali hanno presentato il loro punto di vista sulla questione dei bilaterali e della libera circolazione. Tra i più attivi sicuramente il segretario della VPOD Raoul Ghisletta (che è pure presidente della sezione PS di Lugano, nonché Gran Consigliere e consigliere comunale a Lugano).
Il pensiero di Ghisletta, riportato sull’ultimo numero del giornale della VPOD è chiaro: “La conclusione dei sindacati ticinesi di sinistra è stata quella che, come va da tempo dicendo UNIA Ticino, dobbiamo ora congelare la libera circolazione delle persone”. È anche sulla base di questi ragionamenti che l’ultima assemblea dei delegati dell’USS Ticino ha approvato una risoluzione che fa proprio questo punto di vista.
Ora Ghisletta e i dirigenti sindacali hanno tutto il diritto di scrivere e raccontare quello che pensano: mi sono sempre battuto e mi batterò sempre per la più ampia democrazia sindacale, per il diritto di tutti di esprimere e difendere il proprio punto di vista, anche quando risultasse minoritario a seguito di una decisione delle istanze sindacali.
Ma è altrettanto vero che Raoul Ghisletta è anche il mio segretario sindacale (tessera VOPD nro 234107), parla a nome dei membri del sindacato e quindi anche a nome mio. Ed è proprio qui che cominciano i problemi. Poiché di questo “nuovo” orientamento sindacale, presentato come una “svolta” rispetto al passato, non si è avuta mai la possibilità di discutere. Nessuna assemblea sindacale della VPOD ha discusso di questo, nessun organismo ne ha parlato arrivando ad una risoluzione. Eppure, attraverso le dichiarazioni del suo segretario, la VPOD si trova ad avere una posizione di fatto ufficiale, senza che né gli organismi direttivi del sindacato, né tantomeno i membri siano stati coinvolti in questa fondamentale discussione. Non mi pare una dimostrazione di grande democrazia sindacale.
La VPOD ha poi appoggiato la risoluzione votata dall’assemblea dei delegati dell’USS Ticino. Ne ho preso conoscenza attraverso la testimonianza di un mio collega insegnante che si è trovato “delegato” della VPOD a questa assemblea. In realtà cooptato a “rappresentare” i docenti. Questo mio collega, educato evidentemente ad altri principi di democrazia sindacale, mi riferiva il suo disagio al momento del voto a questa assemblea, non sentendosi in grado di “rappresentare” colleghi che in realtà non lo avevano delegato.
La mia sorpresa è infine ancora più grande quando vedo il siparietto che va in scena in questi giorni tra dirigenti del PS e lo stesso Ghisletta. Da cosa viene questa mia sopresa? Dal fatto che alcuni di questi dirigenti sono allo stesso tempo membri del comitato cantonale della VPOD (che conto 16 membri in tutto: non sedicimila!). Tra i 16 membri del comitato VPOD Ticino vi è l’attuale ” reggente” del PS Carlo Lepori, così come la deputata Lisa Bosia (la sua sostituta è addirittura il capogruppo in Gran Consiglio Pelin Kandemir Bordoli). E allora, mi chiedo: costoro non hanno mai discusso in seno al comitato VPOD con Raoul Ghisletta di questi temi, pertanto fondamentali? Non hanno sentito il bisogno, visto che non condividono la posizione di Ghisletta, di chiedere che di questo discutessero le assemblee dei gruppi della VPOD?
Tutti interrogativi che gettano una luce sinistra non solo sul funzionamento democratico delle organizzazioni sindacali, ma sul futuro stesso di queste organizzazioni.