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aavaroufakisCome avevo annunciato, ecco la dichiarazione con cui Yanis Varoufakis ha tentato di spiegare la sua nuova svolta. La prendo dal sito del PRC, che aveva ben poco informato finora sulle posizioni delle opposizioni a Tsipras (ma contava poco, visto che suquel sito il leader greco era stato esaltato addirittura come il nuovo Che Guevara (http://web.rifondazione.it/home/index.php/23-home/10125-tsipras-il-che-della-grecia).

Con questo testo aumenta sicuramente la confusione tra gli iscritti a Rifondazione. Infatti la prima parte della dichiarazione di voto doveva portare logicamente a un nuovo categorico NO. L’unica motivazione per il SI è basata sulla “speranza” di “guadagnare un po’ di tempo” (come, se anche i tempi sono dettati spudoratamente dalla troika esattamente per evitare una discussione? Si veda quel che ne pensano due autorevoli esponenti della sinistra, Kouvelakis: fine anche della democrazia formale in Grecia e Zoe: no al ricatto e alla minaccia ). Varoufakis è certo che così “tutti noi, uniti, pianificheremo una nuova resistenza all’autocrazia…”
È la nuova conferma che Varoufakis ha studiato economia, ma non ha nessun idea del funzionamento di un partito politico anticapitalistico, in cui non ha mai militato: invece di perdere tempo a discutere con chi per fideismo e sciagurata fedeltà al leader vota a favore di un codice civile che non ha nemmeno fatto in tempo a leggere, o di cui ammette di non poter condividere le linee generali, Varoufakis avrebbe dovuto capire che la salvezza di Syriza passa per la costituzione di un fronte delle opposizioni interne, per studiare tra loro le forme dell’azione necessaria. Senza insulti, certo, e col rispetto umano per i compagni che hanno ceduto, ma anche senza confusione e ambiguità.
Postilla: Il sito del PRC, come abbiamo già segnalato altre volte, è curato da persone abilissime nello scovare fuori dell’organizzazione testi poco utili per capire quel che succede: ad esempio nella stessa prima pagina in cui è pubblicato il SI di Varoufakis, c’è una lettera di Franco Berardi – Bifo (http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=19064) che annuncia di non poter partecipare a un convegno di poesia che si terrà in Germania perché la Germania sarebbe uno “Stato colonizzatore”… Come se la Francia o l’Italia e tanti altri non lo fossero! Un altro bel contributo alla confusione, che impedisce di capire che la logica del capitalismo si manifesta non solo nel rapporto tra Germania e Grecia, ma all’interno della stessa Germania e di tutti gli altri paesi europei, e nella relazione di questi con il resto del mondo. (Introduzione di Antonio Moscato)

Nella decisione dell’Eurogruppo del 20 febbraio siamo riusciti a garantire che la parola Memorandum (MoU) non venisse menzionata da nessuna parte.
Al suo posto, come condizione preliminare per la valutazione positiva dei nostri progressi, c’era un elenco di riforme, che ci aspettavamo di preparare e proporre nei tre giorni successivi. L’elenco sarebbe stato immediatamente accettato dalle “istituzioni”.
Infatti, entro il 23 febbraio, la lista, che aveva la mia firma, è stata presentata. Durante il fine settimana dal 20 al 23 di febbraio abbiamo lavorato febbrilmente. Naturalmente, siamo stati in contatto costante con i rappresentanti delle istituzioni in modo da garantire che nessun problema sarebbe sorto, e che la nostra proposta sarebbe stata vistata da loro nella teleconferenza dell’Eurogruppo del 24 febbraio che, a sua volta, l’avrebbe approvata.
La lista finale, che ho inviato alle istituzioni a tarda notte il 23 febbraio includeva le nostre priorità (es. superamento della crisi umanitaria, reintroduzione dei negoziati collettivi di lavoro, cambiamento di politica nella maniera con cui i beni pubblici devono essere trattati, nessuna riduzione delle pensioni complementari, ecc.). Erano incluse anche alcune delle loro richieste.
Avevo accettato di includere alcune delle loro richieste come contropartita per l’inclusione dei nostri obiettivi primari. Le misure che avevamo accettato da loro sono quelle che vengono presentate oggi al voto del parlamento greco: a) le modifiche al Codice civile (CC), e b) l’inclusione della direttiva UE 2014/59 relativa al “consolidamento” delle banche e degli altri istituti di credito (BRRD).
Anche allora, sapevo che le modifiche al CC erano piene di pericoli per i diritti umani delle parti più deboli in caso di fallimento delle imprese o delle famiglie. D’altra parte, il meglio che si poteva dire per la BRRD era che si trattava di un carico d’aria, dovendo offrire garanzie legali per i depositi bancari senza aver ottenuto alcun tipo di finanziamento per il fondo che assicura quelle garanzie. Oltre a conoscere tutto questo, ho calcolato che, in un accordo onesto, se avessimo garantito le nostre “linee rosse” (per es. avanzi primari avrebbero dovuto essere tra l’1% e l’ 1,5% al massimo, i diritti dei lavoratori sarebbero stati protetti e una bassa IVA), poi la CC e BRRD sarebbero state un piccolo prezzo da pagare. Questo è il motivo per cui ho inserito questi prerequisiti nella nostra lista.
Oggi, ovviamente, le cose sono completamente differenti.
Oggi la nostra lista di riforme, entro i confini di un accordo onesto, non esiste.
Oggi l’unica lista è quella che la Troika ha dettato nella sua interezza.
Oggi siamo all’indomani di un colpo di stato umiliante piuttosto che di un accordo onesto.
In febbraio abbiamo sacrificato CC e BRRD al fine di ottenere importanti vantaggi.
Ora stiamo regalando CC e BRRD per poter essere richiesti di ancora più velenose misure entro poche settimane.
Inoltre, nel documento che avevo trasmesso alle istituzioni, stavo semplicemente accettando la responsabilità di un “nuovo Codice civile” e di certo non quello che avrebbero dettato. Né avrei mai immaginato che il nostro governo (sotto la supervisione della troika) avrebbe accettato di presentare tutte le modifiche al Parlamento sotto l’etichetta “urgente”, così negando tutti gli emendamenti e annullando il Parlamento.
Mercoledì scorso non ho avuto altra scelta che votare con un NO fragoroso. Il mio è venuto per stare accanto al NO che il 61,5% dei nostri connazionali ha risposto alla capitolazione sotto l’infame TINA (non esiste alcuna alternativa). Ho negato questo per gli ultimi 35 anni in tutti i 4 continenti dove ho vissuto. Oggi, questa sera, queste due misure, che io stesso avevo proposto nel febbraio, vengono proposte al Parlamento greco in un modo che non avevo mai immaginato; un modo che non aggiunge credito al governo di Syriza.
Il mio disaccordo con il modo in cui abbiamo gestito i negoziati dopo il referendum è essenziale. Eppure, il mio obiettivo principale è quello di proteggere l’unità di SYRIZA, per sostenere A.Tsipras e sostenere E.Tsakalotos.
Ho già spiegato tutto ciò nel mio articolo con il titolo Perché ho votato NO pubblicato nel EfSyn. di conseguenza, oggi voterò SI, per due misure che io stesso avevo proposto, sia pure in circostanze e condizioni radicalmente differenti
Purtroppo io sono certo che il mio voto non sarà di alcun aiuto al governo per il perseguimento dei nostri obiettivi comuni. E questo perché le “azioni prioritarie” dell’accordo dell’EuroSummit sono state progettate per fallire. Io tuttavia darò il mio voto con la speranza che i miei compagni guadagneranno un po’ di tempo, e che noi, tutti noi, uniti, pianificheremo una nuova resistenza all’autocrazia, alla misantropia, e all’ accelerazione (agevolata) e all’approfondimento della crisi.
(i) Questa mattina, durante la partecipazione alla commissione finanze del Parlamento, ho constatato che nessun mio collega, nemmeno il ministro della Giustizia, condivideva il nuovo codice civile. E’ stato un triste spettacolo.

 

Nota. A qualcuno può sembrare incomprensibile l’ultima oscillazione di Varoufakis, e ingiustificata la mia critica. Probabilmente si deve all’accettazione della presentazione di Yanis Varoufakis come un super rivoluzionario, leader dell’ala più radicale di Syriza, ribadita per cinque mesi da tutta la grande stampa europea. Non posso fare a meno di precisare ancora una volta che Varoufakis a Syriza si era iscritto solo recentemente, dopo anni in cui era stato consigliere economico di Tsipras, e che la vera sinistra radicale (che rappresentava sei mesi fa già più del 30% del comitato centrale, ed era cresciuta fino a diventare maggioranza) diffidava di lui per la provenienza e la collaborazione offerta inizialmente a Giorgio Papandreu. Viceversa aveva fiducia in lui Stefano Fassina, che ne sponsorizzava in Italia un divertente scritto concepito in collaborazione con altri due economisti non marxisti, Stuart Holland e James K. Galbraith: Una modesta proposta per risolvere la crisi dell’euro. (Asterios, Trieste, 2015), a cui ha fatto un’ampia prefazione (Antonio Moscato)