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demcracyQuesta lettera di Zoe Konstantopoulos, Presidente del Parlamento greco, al Presidente della Repubblica e al Primo ministro è un documento che rivela una volontà di lotta senza esitazioni o arretramenti. È uno dei punti forti della sinistra di Syriza, che non è stata particolarmente indebolita dal ripensamento contraddittorio di Yanis Varoufakis, che non aveva mai pesato troppo nella vita interna della coalizione per il suo ruolo di “tecnico” indipendente, non iscritto a nessuna delle componenti di Syriza.

Naturalmente questo non toglie che la strada per unire le diverse opposizioni al cedimento di Tsipras, in direzione della costruzione di una nuova formazione più coerente con il programma iniziale, non sarà facile. Tenere insieme le molte anime di Syriza è stato finora possibile grazie a un funzionamento democratico interno del tutto invidiabile, soprattutto se confrontato alle esperienze della sinistra italiana, e costruire l’unità rispetto alla svolta di Tsipras (fatta senza tener conto minimamente delle istanze di partito) è stato relativamente facile, ma ora bisognerà fare i conti con opinioni diverse delle varie componenti della sinistra sull’Euro, sul Grexit, sulle nazionalizzazioni, sulle priorità. Non è così semplice. Ma dobbiamo ringraziare intanto la tenacia di compagne/i come Zoe e tanti altre/i, che tengono in vita le idee su cui era nata e cresciuta Syriza. (Introduzione di Antonio Moscato).

Al Sig. Presidente della Repubblica, Sig. Propkopis Pavlopoulos
Al Sig. Primo ministro, Sig. Alexis Tsipras
In base ai miei doveri istituzionali, vi segnalo che le condizioni nelle quali è stato introdotto al dibattito il progetto di legge «Misure urgenti di messa in atto della L.4334/2015», composto del testo depositato nella notte dal 20 al 21 luglio 2015, contenente 977 pagine, inclusi tutti i testi che i parlamentari devono studiare e prendere in considerazione al fine di formarsi un parere e di votare secondo la procedura d’urgenza nella giornata in corso, e che contiene:

1. in un articolo (articolo primo) gli 800 articoli del codice di procedura civile e quelli della legge di introduzione del Codice di procedura civile, e
2. in un articolo (articolo 2) i 130 articoli relativi alla trasposizione al diritto greco di una direttiva dell’UE (NdT: tra l’altro, direttiva sulle banche e il salvataggio) non garantiscono che sia rispettata la Costituzione, che sia protetto il funzionamento democratico, che sia esercitato il potere legislativo del Parlamento né che i parlamentari votino secondo la loro coscienza.
Sotto un regime di ricatto più che evidente, proveniente da governi stranieri membri dell’UE, e diretto contro il governo greco e i parlamentari, viene introdotto, e quel che è peggio, «senza la possibilità di introdurre il minimo emendamento», un testo legislativo che effettua un intervento di grande portata sul funzionamento della giustizia e sull’esercizio dei diritti dei cittadini, in un modo che abolisce tanto il funzionamento della Repubblica greca in quanto Stato sociale di diritto, dove la separazione dei poteri può funzionare, quanto la preservazione del principio del giusto processo.
Ministri che non sono d’accordo con il suo contenuto, sono costretti a introdurre questo testo al Parlamento anche se vi si oppongono direttamente, mentre dei parlamentari che si oppongono anche al suo contenuto sono costretti a votare a favore.
Il tutto sotto la minaccia diretta di un fallimento disordinato.
Si tratta di un atto legislativo che proviene dallo scorso periodo parlamentare, depositato dall’ex ministro della Giustizia Sig. Ch. Athanasiou, a proposito del quale, nel dicembre 2014, gli avvocati di tutto il paese erano stati invitati a pronunciarsi nel quadro di un referendum organizzato sotto l’egida dell’Assemblea generale dei presidenti dei tribunali del Paese, e il cui risultato era stato il rigetto del progetto di legge, con una maggioranza di oltre il 93% degli avvocati che hanno votato contro.
Inoltre, contro il progetto di legge si sono espressi anche i rappresentanti della Giustizia, le assemblee amministrative dei Tribunali e, nell’insieme, gli attori sociali interessati. I due partiti al governo si erano impegnati, prima delle elezioni nazionali, a non introdurre il suddetto atto legislativo e nessuno dei due ha cambiato parere né posizione sul fondo del testo.
Il fatto che questo testo legislativo sia stato scelto da governi stranieri, partecipanti al Vertice europeo, come un «prerequisito», vale a dire come condizione per avviare negoziati in vista di una soluzione (NdT soluzione al «problema greco»), dà la misura del disprezzo di cui danno prova i suddetti governi stranieri verso i principi del funzionamento del parlamento, della sovranità popolare e, infine, della democrazia.
La responsabilità istituzionale di tutti è enorme. Assumendo la mia responsabilità in quanto Presidente del Parlamento, vi domando di informare i vostri omologhi a proposito della mia presente lettera che io notificherò in seguito ai miei omologhi di tutta l’Europa, in seguito ai miei interventi precedenti, alle mie proposte ed alla mia recente lettera al Presidente del Parlamento europeo, Sig. Martin Schulz, che è stata notificata ai membri del Parlamento europeo.
Questo attacco violento contro la Democrazia non può essere commesso nel contesto dell’Unione Europea. E non può certamente essere commesso nel silenzio.

Atene, 22 luglio 2015

Con onore

La Presidente del Parlamento greco
Zoe N. Konstantopoulou