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aeoc1Il progetto di pianificazione entra ormai nel vivo del dibattito politico. E a questo punto gli schieramenti ci sembrano chiari. Da un lato che vuole farne uno strumento per orientare il sistema ospedaliero sempre più verso il privato e la logica di mercato; dall’altro chi vuole invece rafforzare il servizio pubblico e lottare contro la logica del capitale che, sempre più, sta investendo il mondo della sanità.

Da un lato il governo (al completo) e la grande maggioranza dei partiti; dall’altro l’MPS che da ormai due anni conduce una battaglia contro questo progetto. Qui di seguito un breve testo che riassume le ragioni della nostra opposizione al progetto di pianificazione.

 

1. ll progetto di pianificazione ospedaliera rappresenta un passo decisivo in un processo di ulteriore privatizzazione degli ospedali pubblici in Ticino.
Lo fa attraverso una modifica di punti fondamentali della Legge sull’Ente Ospedaliero cantonale (LEOC) laddove prevede tra le altre cose:
-la creazione di società miste pubblico privato, cioè delle società anonime di diritto privato (SA). È il caso del centro donna-madre-bambino a Sorengo in collaborazione con il gruppo immobiliare-sanitario Genolier (proprietario della clinica St. Anna). È il caso dell’Ospedale regionale di Locarno che, in un futuro ravvicinato, dovrebbe essere gestito da una società anonima mista ( 50-50) tra EOC e la proprietà della clinica St.Chiara di Locarno.
-la scomparsa del riferimento alle attuali strutture ospedaliere: gli ospedali regionali (Bellinzona, Lugano, Mendrisio e Locarno) e gli ospedali di zona (Acquarossa e Faido). D’ora in avanti l’EOC sarebbe un ente che si limita a “gestire strutture sanitarie”.
-l’introduzione di criteri di mercato e di redditività del capitale tipici del settore privato. L’EOC, ad esempio, si vedrà assegnato un capitale proprio a partire dal quale organizzare la sua attività secondo criteri di redditività di questo stesso capitale. Una SA che gestisce un ospedale ha criteri di funzionamento e di gestione diversi da una società fondata sul concetto di servizio pubblico.

2. Il progetto di pianificazione ospedaliera tende inesorabilmente a concentrare il settore sanitario verso un solo polo (quello del Luganese) ponendo le basi per un passaggio dall’attuale organizzazione ospedaliera ad un unico ospedale cantonale che concentrerà il grosso delle attività ospedaliere. Gli attuali ospedali regionali (in particolare Locarno, Bellinzona e Mendrisio) tenderanno in prospettiva ad essere né più, né meno che dei presidi medici. Il processo di ridimensionamento è già avviato da tempo e questo progetto di pianificazione non fa che approfondirlo, in particolare attraverso il ridimensionamento dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona. In teoria l’OSG dovrebbe essere uno dei due ospedali di riferimento regionale (unitamente all’ospedale di Lugano); nei fatti invece con questa pianificazione vengono poste le basi per il suo declino. E questo non solo attraverso la migrazione di specialità da Bellinzona verso altri ospedali (basti pensare all’ortopedia, alla chirurgia toracica, alla chirurgia della mano, alla geriatria etc.), ma anche attraverso la creazione di dinamiche che rimetteranno in discussione le attuali competenze di Bellinzona. Basti pensare al progetto di polo madre-donna-bambino di Sorengo per capire come questo progetto avrà forti logiche di attrattività nei confronti dell’ospedale pediatrico cantonale ( e le relative specializzazioni legate alla ginecologia specialistica) la cui dinamica a Bellinzona si afferma di voler rafforzare.

3. Il progetto di pianificazione significa di fatto la fine degli ospedali di zona, in particolare di quello di Acquarossa e Faido che rispondono ai bisogni fondamentali di Biasca e Valli: un comprensorio di circa 30’000 persone. Con il progetto presentato gli ospedali di Acquarossa e Faido terminano di esistere in quanto tali. Quello di Faido diventerà un istituto di riabilitazione e quello di Acquarossa un istituto di cura. I pronto soccorso di questi due ospedali verranno di fatto aboliti e sostituiti dai picchetti dei medici della zona (d’altronde già oggi insufficienti, in grado di assicurare con difficoltà il picchetto medico durante i fine settimana e di notte). Inoltre, nel caso di Acquarossa la perdita sarà ancor più pesante poiché verrà smantellato il reparto di geriatria le cui prestazioni sono riconosciute di grande qualità. Questo smantellamento degli ospedali si tradurrà inoltre in una perdita secca di posti di lavoro di qualità. Basti pensare, ad esempio, che ad Acquarossa sono previsti 3 posti di medico in luogo degli attuali 8 e che il personale infermieristico scenderà dagli attuali 37 a 11.

4. Il progetto di pianificazione ospedale rimette in discussione reparti di base negli ospedali regionali. I progetti di concentrazione nel settore dell’ostetricia ad esempio (Lugano e Locarno), rimettono in discussione l’esistenza di reparti di questo tipo anche in altri ospedali che per il momento non sembrano coinvolti. La logica della concentrazione di reparti ed ospedali è, d’altronde, alla base di questo progetto, sostenuta dall’affermarsi di sistemi di finanziamento delle cure ospedaliere previste dalla LaMal e che oggi cominciano a manifestare i loro effetti negativi. Pensiamo in modo particolare al finanziamento ospedaliera per tipo di patologia e non più legato al singolo e concreto caso. Un sistema cioè per il quale, sostanzialmente, ogni ospedale riceve un finanziamento dall’assicurazione malattia non in base alla degenza del singolo paziente, delle cure ricevute, della sua permanenza, ma un importo base legato al tipo di patologia curata. È evidente che questo sistema spinga alla concentrazione dei reparti e degli ospedali: più casi si avranno di una singola patologia, meno il costo per caso sarà elevato e quindi si potrà rientrare nell’importo fissato dall’assicurazione malattia. Questa logica, puramente finanziaria, non solo aumento la concentrazione di reparti ed ospedali, ma rischia inoltre di avere conseguenze sui pazienti, la cui permanenza negli ospedali tende ad essere accorciata e la loro dimissione anticipata. Alla base del progetto di pianificazione vi è, come detto questa logica di mercato.