Il progetto di pianificazione ospedaliera, ormai in dirittura d’arrivo, sembra voler segnare in modo definitivo il destino dei due ospedali di zona ancora attivi nel settore ospedaliero cantonale: Acquarossa e Faido. In particolare l’ospedale di Acquarossa rischia di subire l’attacco più pesante poiché, oltre alla chiusura del pronto soccorso e del reparto di medicina, verrebbe trasferito altrove il reparto di geriatria, considerato, da giudizi convergenti da più parti, come il vero fiore all’occhiello di questo ospedale di zona.
La pressione popolare, l’ampia mobilitazione che si è sviluppata in questi ultimi due anni (pensiamo alle due petizioni che in Valle di Blenio hanno raccolto migliaia di firme), ha permesso di frenare solo in parte gli obiettivi iniziali previsti nell’ambito della presentazione del progetto di pianificazione ospedaliera che, vale la pena ricordarlo, erano e restano tre: smantellare il reparto di geriatria (per Bellinzona e Valli nel progetto di pianificazione non è prevista alcuna struttura di questo tipo), ridimensionare e di fatto smantellare gli attuali servizi di pronto soccorso, chiudere gli attuali reparti di medicina. Obiettivi che, tra l’altro, sono gli stessi anche per l’ospedale di Faido.
Come si ricorderà la mobilitazione in questi due anni è stata ampia e ha coinvolto la popolazione della valle di Blenio che (con petizioni, come detto), ma anche con l’attiva partecipazione a numerosi dibattiti e discussioni (promossi da più parti) ha ribadito il proprio attaccamento all’ospedale di Acquarossa.
Le richieste, contenute nelle petizioni inoltrate e corredate da migliaia di firme, sono state chiare fin dall’inizio: il mantenimento di un reparto di medicina, il mantenimento del reparto di geriatria, un pronto soccorso funzionante come quello attuale.
Di fronte a questa richiesta i risultati finora ottenuti, malgrado le pressioni, sono deludenti. Il progetto di pianificazione ospedaliera che sta per approdare in Gran Consiglio con il sostegno della stragrande maggioranza dei partiti (PLRT, Lega, PPD) prevede di fatto la morte dell’ospedale di Acquarossa. Certo, si cercherà di imbrogliare le carte per far vedere che le cose non andranno così, ma la realtà è proprio questa. Vediamo perché.
Prima di tutto verrà chiuso il reparto di geriatria, oggi, come detto, vero fiore all’occhiello dell’ospedale di Acquarossa. Poi il pronto soccorso nella forma attuale (disponibilità di 24 ore su 24) verrà smantellato per fare posto a una struttura (i cui contorni sono ben lungi dall’essere delineati) che punterà invece sui picchetti dei medici della valle: già questo, visto l’assoluta insufficienza del numero di medici nella valle, è sufficiente a fare capire come si tratti di un vero e proprio smantellamento. Infine, di fronte alle pressioni popolari (petizioni, dibattiti, assemblee) si concede un contentino di 10 letti di medicina che rischiano di essere un semplice alibi, pronto ad essere smantellato nello spazio di uno o due anni. Basti pensare che sono previsti 3 posti di medico in luogo degli attuali 8 e che il personale infermieristico scenderà dagli attuali 37 a 11 posti.
È quindi necessario, forti del sostegno popolare, mettere in campo misure che possano (e oggi è ancora possibile) scongiurare quella che di fatto appare come una morte annunciata per l’ospedale di Acquarossa.
Certo, è necessario continuare con la pressione popolare. Ma in questa fase diventa decisivo il ruolo che possono giocare i lavoratori e le lavoratrici dell’ospedale. È necessario che essi comincino una mobilitazione che deve avere al centro le rivendicazioni delle petizioni popolari presentate nel recente passato (ufficialmente, tra l’altro, rimaste ancora senza risposta). E spetta alle organizzazioni sindacali chiamarli a raccolta, sostenerli e guidarli in quella che deve essere una lotta e una mobilitazione decisa per la difesa dell’ospedale di Acquarossa nella sua attuale struttura e conformazione, per la difesa degli attuali servizi, per la difesa degli attuali volumi di lavoro. Senza questa decisiva mobilitazione del personale, che potrà contare – ne siamo sicuri – sul sostegno della popolazione, l’Ospedale di Acquarossa si avvierà verso un lento declino. È ora di agire!