A fine gennaio 2015 – un paio di mesi prima delle elezioni cantonali – la Commissione pianificazione ospedaliera aveva trasmesso al Consiglio di Stato il suo famoso Pre-rapporto. Nello stesso veniva presa posizione sui temi centrali del relativo messaggio licenziato a fine maggio 2014 dal CdS. Di fatto la CPO sconfessava su tutta la linea il Governo.
La proposta di inserire i famosi letti AMI (letti acuti di minor intensità) nella stessa categoria delle case anziani veniva bocciata. Come pure bocciata era la lista d’attribuzione delle specialità. Anche la prospettata modifica della legge ospedaliera, finalizzata alla costituzione di società anonime private-pubbliche, veniva ridimenzionata e limitata al settore stazionario.
Si trattava di una bocciatura sostanziale (che veniva nascosta dietro la foglia di fico del pre-rapporto – una vera e propria novità nell’iter legislativo) di un messaggio a quel punto difeso solo dal consiglio di stato in corpore e dalla lobby delle casse malati.
Ma quel coraggio (che tale non era…) ha resistito lo spazio di…una elezione cantonale. Così, alla ripresa dei lavori, è cominciata la ritirata.
Si è iniziato con la lista delle attribuzioni delle specialità: dalla bocciatura del Pre-rapporto si è passati ad una sua accettazione.
Anche la granitica opposizione della CPO alla soppressione degli ospedali di Faido e Acquarossa si è lentamente sgretolata. Il colpo finale è arrivato venerdi scorso con l’ultimatum del CdS alla maggioranza della CPO di non inserire i letti acuti di minor intensità (AMI) nel settore ospedaliero ma in quello dei malati cronici (case anziani). La differenza tra i due settori non è di poco conto e risiede, tra le altre cose, come ben indicato nel rapporto di maggioranza della CPO ” nella presenza di assistenza medica fissa, esistente solo nell’acuto, mentre negli istituti di cura sono i medici esterni che garantiscono le cure, esattamente come se il paziente fosse al domicilio”. Tutto lascia credere che la maggioranza della CPO accetterà anche questo diktat del CdS… Cosi come poche sono le speranze che si sappia difendere (una difesa più simbolica che altro) il settore ambulatoriale dell’EOC dalla privatizzazione. Dunque nei prossimi anni si procederà alla privatizzazione non solo del settore stazionario (le degenze ospedaliere) ma anche il settore ambulatoriale, iniziando magari dai pronto soccorso più redditizi.
Si è arrivati al tragico-comico con la vicenda dei cosiddetti volumi massimi fissati dalla legge di pianificazione. Su richiesta di Fulvio Pelli, membro del CdA del gruppo immobiliare-sanitario Genolier, la CPO nel suo Pre-rapporto segnalava la volontà di togliere dalla legge il riferimento agli stessi. Al mio ingresso nella CPO chiesi di ridiscutere tale scelta, non ritenendola corretta e pertinente. La CPO si rifiutò di riaprire la discussione. Ora è il CdS a formulare la mia stessa richiesta e – come d’incanto – sembrerebbe che la CPO sia pronta a seguire gli ordini ricevuti ed i volumi massimi dovrebbero rientrare nella pianificazione.
È questa la mia prima esperienza parlamentare in una commissione. Non mi ero fatto grandi illusioni. Ma, pensavo, che una commissione di “rappresentanti del popolo” avesse una sua autonomia di giudizio, in particolare nei confronti del governo. È nella prima lezione di civica sulla democrazia liberale che si sottolinea l’indipendenza dei vari poteri. Nulla di più falso e lontano dalla realtà. Altro che lezioni di civica: per capire il vero funzionamento della democrazia liberale e le sue regole d’oro si dovrebbe studiare questa vicenda del messaggio sulla pianificazione ospedaliera.
La “storia parlamentare” del messaggio sulla pianificazione passerà alla storia come una delle pagine più oscure, confuse, pasticciate – e naturalmente meno democratiche – di tutta la storia politico-parlamentare del Ticino.
Mai la necessità di prepararsi ad una battaglia referendaria e confidare nella saggezza della popolazione è stata così impellente!
Pubblicato su La Regione Ticino