È questo proverbio dialettale che ci è venuto alla mente leggendo sui portali che, all’inizio della seduta di mercoledì, il Gran Consiglio ticinese aveva approvato un credito quadro di 40 milioni di franchi per la politica di sviluppo regionale. Roba da crederci! Perché si trattava dello stesso consesso che, meno di 24 ore prima, aveva deciso allegramente di dare una bella botta ad alcune delle regioni periferiche del Cantone nell’ambito della discussione e dell’approvazione della pianificazione ospedaliera.
Leventina a Valle di Blenio (sicuramente da annoverare nelle regioni periferiche alle quali fa riferimento la politica di sviluppo preconizzata dalla maggioranza dei nostri deputati) hanno perso di fatto i loro ospedali: Faido non avrà più un reparto di medicina (oggi con una trentina di letti) e non avrà più un pronto soccorso e verrà trasformato in un istituto di riabilitazione; più o meno stessa sorte per Acquarossa che vedrà sparire il reparto di geriatria, il reparto di medicina e il pronto soccorso, dovendosi accontentare di 30 letti per casi acuti di minor intensità (AMI).
Queste decisioni comportano di fatto la soppressione di più della metà degli attuali posti di lavoro, estremamente pregiati e qualificati: infermieri, medici, impiegati amministrativi.
Ecco perché suonano ridicole le decisioni e le parole di chi, dopo aver distrutto quanto si è costruito in molti anni, vuole “sviluppare” quelle stesse regioni, vuole “creare occupazione” laddove ha appena deciso di sopprimere qualificati posti di lavoro.