Per ben due volte, Bixio Caprara non è riuscito, negli anni scorsi, a diventare sindaco di Bellinzona. Anche se noi siamo lontani anni luce da questo tipo di preoccupazioni, ci viene da dire: per fortuna! Infatti si suppone che qualcuno che voglia diventare sindaco di una città, lo faccia poiché vuole dare il proprio contributo a migliorare le condizioni di vita dei cittadini di questa città, offrire loro sevizi sociali adeguati, occasioni di lavoro, etc. È questo che ci ripetono i candidati che si susseguono e si sfidano per queste ambite cariche.
Lo ha fatto anche Caprara in due occasioni (il 2004 e il 2008), sempre battuto, malgrado fosse il candidato favorito, da Brenno Martignoni. Che i Bellinzonesi siano stati tanto saggi da capire che, forse, il cuore di Caprara non batteva proprio così forte per questa città e che, in fondo, le sue preoccupazioni erano altre?
Lo si può pensare alla luce di come costui, a capo della Commissione pianificazione ospedaliera (CPO), si sia messo in luce, nel recente dibattito parlamento e in tutto l’iter del progetto di lette, per il più totale opportunismo e la più netta insensibilità nei confronti della “mazzata” che l’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli stava subendo e a ha subito con le decisioni del Gran Consiglio.
Un opportunismo che ha portato Caprara a cambiare posizione più volte nel corso degli ultimi mesi, a seconda del vento che tirava. Così da redattore di un pre-rapporto della CPO che, in gennaio 2015, faceva quasi a pezzi il messaggio del governo, si è arrivati al rapporto finale che, di fatto, avallava le proposte del governo.
Con Caprara sempre pronto a schierarsi dalla parte della maggioranza. A tal punto da sfiorare il ridicolo per il suo opportunismo. Basti pensare che sull’unico tema rimasto incerto nel voto fino alla fine (il famoso finanziamento dei letti AMI) Caprara ha pensato bene di astenersi …sul suo stesso rapporto.
La saggezza popolare dunque ha visto bene: personaggio così ondivago, poco sensibile ai destini dei servizi pubblici ospitati nella città e nella regione, pronto a muoversi sulla base di obiettivi e scelte strettamente individuali e di convenienza, non meritava certo di diventare primo cittadino di Bellinzona.