Lettera aperta al Municipio di Bellinzona

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Giù le mani cortoEgregi municipali,

lo scorso mese di dicembre si è concluso l’iter parlamentare del progetto di pianificazione ospedaliera. Un progetto che, fin dall’inizio, ha suscitato la preoccupazione dei medici di Bellinzona e Valli, delle autorità, di diverse forze politiche della regione.

Voi stessi avete preso l’iniziativa di diversi incontri con i parlamentari della regione allarmati dal fatto che, sia le proposte contenute nel progetto di pianificazione che una serie di misure adottate dalla stessa direzione dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), portassero di fatto ad una sorta di declassamento dell’ospedale regionale di Bellinzona e Valli, riducendolo ad una struttura ben lontana da quella in grado di svolgere una funzione di “ospedale di riferimento” per tutto il Sopraceneri attribuitagli sulla carta.

 

Nell’ultimo incontro con i deputati regionali, tenuto lo scorso 16 settembre 2015, si era addirittura rimasti d’accordo che ci si sarebbe di nuovo incontrati per fare il punto nel corso del mese novembre. Alla mia richiesta di effettivamente convocare tale incontro (richiesta del 25 novembre 2015) non ci si è nemmeno degnati di rispondermi.

 

Quanto previsto nel progetto di pianificazione è stato confermato, nella variante forse peggiore, dal Gran Consiglio. A bocce ferme (o quasi, visto che il dibattito politico è tutt’altro che concluso), il bilancio di tutta l’operazione, per l’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli (ORBV), può essere così sintetizzato:
• chiusura dei reparti di medicina di Acquarossa e Faido: di conseguenza i letti acuti di medicina dell’ORBV passano da 157 a 83, una sorta di dimezzamento;
• chiusura del servizio di pronto soccorso (PS) di Acquarossa e Faido; il Pronto Soccorso del San Giovanni, da parte sua, non avrà più queste due importanti valvole di sfogo e verrà caricato di buona parte degli attuali 5000 pazienti che ogni anno si rivolgono ai pronto soccorso di Acquarossa e Faido;
• soppressione di reparti fondamentali per qualsiasi ospedale: la geriatria e l’ortopedia complessa;
• scomparsa di diverse specializzazioni svolte fino ad oggi, fondamentali per un ospedale che dovrebbe essere di riferimento per tutto il Sopraceneri. Tra le altre, ricordiamo la chirurgia della tiroide, la geriatria multidisciplinare complessa, l’ortopedia protesica;
• rischio, nel 2017, di perdere le prestazioni ginecologiche multidisciplinari e complesse.

 

Si tratta di fatti assodati e non di interpretazioni: chiunque li può reperire consultando i documenti ufficiali legati alla pianificazione e alle decisioni dell’EOC degli ultimi mesi. Ma anche ammettendo che vi possano essere interpretazioni in parte diverse su queste misure, appare difficile contestare la tendenza e il dato di fondo: e cioè un forte e chiaro ridimensionamento dell’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli (ORBV).

Di fronte a tutto questo ci si sarebbe aspettati, dopo le decisioni del Gran Consiglio di dicembre, una chiara presa di posizione da parte vostra, così come anche da parte di quegli esecutivi che in questi ultimi mesi si sono impegnati, con successo, nel processo aggregativo, cioè nella concretizzazione di una città più grande, più efficiente, in grado di offrire servizi migliori ai propri cittadini.

Ed è proprio questo il punto: non si tratta certo di difendere l’ospedale regionale di Bellinzona e Valli in un’ottica campanilistica o regionalistica, in opposizione alle altre regioni. L’ospedale regionale di Bellinzona e Valli va difeso perché in questo modo si difende un servizio pubblico di qualità a circa 80’000 abitanti di Bellinzona e Valli; va difeso, in una prospettiva di servizio pubblico, contro le logiche privatistiche e di mercato che vedono nella sanità una fonte di profitto e speculazione.

Eppure, di fronte a tutto questo il Municipio di Bellinzona tace.

 

Non avete nulla da dire su quanto è successo in Gran Consiglio? non avete nulla da dire sul referendum lanciato in queste settimane, un referendum che contesta la logica politica della pianificazione ospedaliera? non avete nulla da dire sull’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” che, se accolta, potrebbe rappresentare uno strumento utile per salvare strutture preziose (a cominciare dai Pronto Soccorso di Acquarossa e Faido)?

Tutti parlano, si pronunciano, prendono posizione, attaccano e difendono: in altre parole partecipano al dibattito politico.

Il Municipio di Bellinzona preferisce tacere. I cittadini e le cittadine di Bellinzona sapranno sicuramente giudicare.

 

*deputato in Gran Consiglio per il Movimento per il Socialismo

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