All’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio
Egregio Presidente, Gentili colleghe, cari colleghi,
ho preso atto dell’ordine del giorno del Gran Consiglio del prossimo 25 gennaio. Ho notato che tra le trattande in discussione figura anche l’approvazione dei conti 2014 di BancaStato.
Questa trattanda verrà affrontata con la cosiddetta “procedura scritta.
Devo dirle che questa situazione mi preoccupa e mi contraria per più ragioni.
Prima di tutto poiché (e credo che sia la prima volta in moltissimi anni, forse in assoluto), il Parlamento approverà i conti di BancaStato senza una discussione plenaria, pubblica, offerta all’attenzione di tutti i cittadini e cittadine che il Parlamento pretende di rappresentare. E questa mancanza di trasparenza e pubblicità non riguarda un decreto o una proposta di legge marginali, ma una importante istituzione pubblica, una banca (almeno sulla carta) votata al servizio pubblico e che rappresenta, tra l’altro, uno dei valori patrimoniale più importanti del Cantone.
In secondo luogo segnalo un problema di “democrazia parlamentare”, sempre più ricorrente. Questa scelta ha come conseguenza che i deputati che non fanno parte della commissione di gestione non potranno esprimersi sulla trattanda se non per una semplice e telegrafica dichiarazione di voto. Ora, è comprensibile seppur non giustificabile dal punto di vista democratico, questa scelta “efficientista” nel caso di molti messaggi e proposte di legge che spesso assumono un carattere, in parte perlomeno, di tipo amministrativo. Ma su un tema come questo, anche alla luce delle considerazioni che farò qui di seguito, mi pare un tipo di procedura assolutamente inaccettabile dal punto di vista democratico.
Faccio notare che l’MPS è stata forse la forza politica che negli ultimi dieci anni ha seguito con più continuità l’evoluzione politica ed economica di BancaStato (tra l’altro promuovendo il referendum al momento della modifica della legge 12 anni fa). Il nostro giornale, Solidarietà, ha dedicato numerosissimi articoli alle vicende che hanno scosso negli ultimi anni BancaStato. Appare proprio meschino, oltre che profondamente antidemocratico, impedire al suo rappresentante di esprimersi.
Infine, e non da ultimo, l’attualità relativa a BancaStato (la sua candidatura a rilevare, con altri, la Banca della Svizzera Italiana – BSI), pone la urgente necessità che questo dibattito sui conti diventi anche l’occasione per una prima discussione sul tema. Mi spingono a questa richiesta tre considerazioni.
La prima è la constatazione che i meccanismi di informazione e di controllo parlamentari su BancaStato sono tutt’altro che efficienti e trasparenti. Proprio su La Regione di venerdì 15 gennaio, Gabriele Pinoja, presidente della commissione di controllo del mandato pubblico, estensore del rapporto commissionale, affermava di “non sapere nulla” di questa proposta; né tantomeno devono aver saputo gli altri membri di questa commissione. Questo ultimo aspetto, e affronto qui la seconda riflessione, è ancor più preoccupante poiché non vi sono dubbi che l’acquisizione parziale di BSI da parte di BancaStato rischierebbe di modificare fortemente la natura, la politica e gli assetti societari di quest’ultima. Rischierebbe di modificarne profondamente le finalità ed aumenterebbe ulteriormente le pressioni nel senso di una modifica fondamentale della natura di BancaStato. Ora questa ipotesi è legittimamente proponibile, ma altrettanto legittimamente può essere oggetto di opposizione. Una discussione parlamentare, seppur nel quadro della discussione dei conti 2014, sarebbe una prima eccellente occasione per uno scambio di opinioni. D’altronde quasi sempre, negli ultimi anni, la discussione sui conti di BancaStato si è trasformata, giustamente, in una discussione di fondo ben al di là degli aspetti meramente contabili (che di per sé, come noto, spesso vogliono dire ben poco se presi a sé stanti). Queste discussioni vertevano, quasi sempre, sulle strategie della banca e sul rapporto tra queste strategie e l’assolvimento del suo mandato pubblico.
Infine, terza considerazione, già in passato gli organismi direttivi di BancaStato hanno cortocircuitato la volontà del Parlamento. Non che io sia meravigliato di questo : è pane quotidiano in un ordinamento capitalistico borghese come quello nel quale viviamo. Ma a chi continua a rivendicare “la centralità del Parlamento” è necessario ricordare come l’acquisizione di Axion Bank (l’ex Unicredit) sia avvenuta con un vero colpo di mano nei confronti del Parlamento da parte del CdA di Bancastato guidato da Fulvio Pelli. Il quale giustificò questo modo di procedere di fronte alle pretese “lungaggini” dell’azione parlamentare. Infatti allora vi era in discussione un’eventuale modifica della Legge su BancaStato per ovviare a eventuali rischi legati alla garanzia dello Stato al momento di acquisizioni come quella allora in discussione.
A me pare dunque che quella discussione andrebbe ripresa, magari avviandola già proprio in occasione della trattanda parlamentare riservata ai conti di BancaStato.
Alla luce di queste considerazioni, egregio Presidente, la chiedo di modificare la procedura di discussione della trattanda nro 9 della sessione del Gran Consiglio del prossimo 25 gennaio, trasformandola da procedura scritta a procedura organizzata.
Con i miei più distinti saluti.
Matteo Pronzini, MPS