Pubblichiamo questa interessante riflessione (apparsa lo scorso mese di febbraio) dell’Associazione nascere bene. Essa non prende direttamente posizione sui temi in votazione il prossimo 5 giugno (il referendum sulle LEOC e l'”Iniziativa giù le mani dagli ospedali”); ma, sicuramente, offre spunti di riflessione e argomenti che hanno a che fare con i temi in discussione.
In particolare ci pare di poter dire che queste riflessioni aiutano a capire la questione della sovramedicalizzazione che, tra l’altro, si manifesta anche attraverso la concentrazione e la standardizzazione delle strutture e delle pratiche ospedaliere relative all’ostetricia. Una tendenza chiara nel progetto EOC – Clinica St.Anna (Gruppo Genolier) che dovrebbe nascere a Sorengo e nel progetto di “fusione”, nel quadro di una SA, delle strutture di ostetrica dell’ospedale regionale di Locarno e della clinica St.Chiara.
Progetti che, invece, verrebbe bloccati sia da un chiaro NO alla revisione della LEOC, sia da un SI alla iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”. (Red).
Pianificazione ospedaliera e ostetricia: si potrà votare
Il Gran Consiglio ha dunque varato la legge sulla pianificazione ospedaliera, ma in seguito alla riuscita del referendum, depositato con 13 000 firme, il progetto di legge sarà sottoposto a votazione popolare. I motivi di scontento per la nuova pianificazione da parte dei promotori del referendum sono diversi, ma la modifica di legge sulla quale voteremo riguarda in particolare l’ostetricia, ossia la possibilità di creare delle società anonime per gestire due grandi strutture create con la fusione fra le maternità pubbliche dell’EOC e le cliniche private di Lugano e di Locarno. Una buona idea per l’ostetricia del Ticino? Non proprio…
In ostetricia c’è un altro modo per migliorare la qualità e ridurre i costi
Se è vero che la pianificazione ospedaliera ha lo scopo di migliorare la qualità delle prestazioni e di ridurre i costi, sarebbe importante ricordare che la migliore medicina è quella basata su evidenze scientifiche aggiornate (revisione di numerosi studi randomizzati e controllati e di ricerche epidemiologiche). In questa ottica, con la soluzione proposta per l’ostetricia si rischia invece di aumentare la costosa sovra-medicalizzazione con atti inutili e a volte anche inappropriati o pericolosi. È nota la tendenza a un tasso più elevato di interventi nelle cliniche private dove ad esempio i cesarei superano il 40% mentre secondo l’OMS sono giustificati e utili solo nel 10-15% dei casi. Nell’EOC sono in media il 28% (comunque già troppi) e all’ospedale S. Giovanni sono solo il 21%. Nei paesi scandinavi il tasso si aggira sul 16% e non c’è sicuramente un’ostetricia con esiti peggiori di quella svizzera, anzi… c’è più rispetto per la fisiologia.
Ricordiamo che gravidanza e parto non sono malattie e che oggi i progressi della medicina permettono di distinguere per tempo i casi normali (la gran maggioranza), dai casi a rischio o con complicazioni, in cui l’intervento medico è necessario e provvidenziale! Le raccomandazioni di istituzioni come l’OMS e il NICE, basate appunto su evidenze scientifiche, dimostrano chiaramente che nei casi normali il parto naturale (fisiologico) è più sicuro e offre esiti persino migliori per la salute psico-fisica di mamma e bambino, quando è assistito da levatrici esperte, che assicurano anche un accompagnamento continuo e personalizzato (one-to-one) durante tutta la maternità, sia in un reparto ospedaliero gestito solo da levatrici, sia a domicilio o in una casa della nascita. Per questo la mortalità materno-neonatale è inferiore nei paesi dove sono le levatrici a gestire le nascite normali (Scandinavia, Olanda, GB), rispetto ai paesi dove il parto è completamente medicalizzato (USA).
Alla luce di queste conoscenze ci sembra necessario un cambio di paradigma anche nel nostro sistema sanitario, com’è già avvenuto in diversi paesi europei.
Perciò, in alternativa alla creazione di nuove grandi maternità pubblico-private, prevista dalla nuova pianificazione ospedaliera, converrebbe inserire nelle maternità ospedaliere esistenti in Ticino delle unità gestite dalle levatrici, e di ripristinare la figura della levatrice aggiunta (o accreditata) ossia la possibilità per la levatrice indipendente che segue la mamma in gravidanza, di assisterla anche durante il parto in ospedale.
Converrebbe inoltre sostenere la creazione di case della nascita e favorire il parto a domicilio. In questi casi, a parità di esiti e di sicurezza, i costi (visite di controllo comprese) equivalgono a circa la ½ del costo di un parto “normale” in ospedale, e a ca. ¼ di un parto cesareo.
In ogni caso è importante che nei reparti di ostetricia (pubblici e privati!), sia comunque sempre garantita la qualità delle cure attualmente raggiunta nelle maternità EOC applicando le norme UNICEF “Ospedale amico dei bambini”, che prevedono il contatto prolungato pelle a pelle fra mamma e bambino immediatamente dopo il parto, il diritto di avere il neonato in camera 24 ore su 24 (rooming-in) e l’aiuto per l’allattamento integrale al seno. Occorre anche applicare le 15 raccomandazioni dell’OMS.
Riteniamo inoltre indispensabile che le maternità più grandi possano garantire sotto lo stesso tetto cure ostetriche e pediatriche intensive, altamente specializzate, per i casi di gravi di complicazioni, affinché si evitino trasferimenti pericolosi e separazioni traumatiche per mamme e bambini.
Futuri genitori: la pianificazione ospedaliera riguarda anche voi!
L’Associazione Nascere Bene Ticino (ANBT) è apolitica e aconfessionale, ma in questo caso la scelta riguarda proprio i nostri scopi, perciò avevamo già comunicato a suo tempo le nostre proposte alle autorità politiche e sanitarie del cantone, e ora auspichiamo che in vista della votazione il dibattito sia allargato a tutta la popolazione, e in particolare ai futuri genitori che desiderano far nascere bene i loro bambini in Ticino. (febbraio 2016)