Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso conoscenza con viva preoccupazione delle rivelazioni apparse questa mattina sul quotidiano La Regione in merito alla vicenda che vede coinvolto, nuovamente, il dottor Rey e la clinica St. Anna del Gruppo Genolier.
Al di là della vicenda particolare (sulla quale non vogliamo qui estenderci), quanto accaduto getta una nuova e preoccupante luce sulle logiche e le dinamiche che si manifestano all’interno di questa struttura sanitaria che, in particolare dopo il passaggio di proprietà al gruppo Genolier, ha imboccato la via della ricerca ad ogni costo della redditività, abbattendo i costi del personale e puntando ad una gestione sempre più aziendalistica delle attività sanitarie, con situazioni come quelle, denunciate oggi, che vedrebbero un medico sospeso dalle autorità sanitarie poter circolare liberamente e assistere una paziente nell’ambito di una struttura sanitaria finanziata dal Cantone nell’ambito della pianificazione ospedaliera. Situazioni che, vale la pena ricordarlo, non coinvolgono solo le strutture private, ma anche quelle pubbliche (pensiamo alla recente vicenda del Civico), laddove pubblico e privato si muovono nella logica mercantile, con una gestione manageriale e competitiva del personale curante, più attenti ai problemi di gestione finanziaria che sanitaria.
A risentirne non può essere che la qualità e la sicurezza per i pazienti. Questo peggioramento non si manifesta solo nel ripetersi con maggiore frequenza di errori medici (come quello che ha coinvolto il dottor Rey), ma anche con pratiche ospedaliere in controtendenza con quanto auspicato, in materia di sicurezza e qualità, dalle istituzioni mediche internazionali. Pensiamo, ad esempio, nel settore dell’ostetricia, all’altissimo tasso di parti cesarei che caratterizza proprio la clinica St.Anna (con oltre il 40%, a di fronte ad una raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS- di un tasso che dovrebbe essere contenuto tra il 10 e il 15%). Frutto di una medicalizzazione sempre più spinta, fondata sulla concentrazione e il ricorso a tecniche sempre più invasive e medicalizzanti in ambiti, come il parto, che non sono per nulla delle malattie, ma piuttosto manifestazioni del tutto naturali.
In questo contesto non possiamo quindi che vedere rafforzata la nostra opposizione alla pianificazione ospedaliera, sulla quale saremo chiamati a votare il prossimo 5 giugno, che individua proprio nella clinica del gruppo Genolier il principale partner di una collaborazione nei settori ginecologico e ostetrico, attraverso la creazione di una struttura e di una SA con sede proprio a Sorengo. Tutto questo all’insegna di un supposto rafforzamento della “qualità”.
Invitiamo tutti i ticinesi a riflettere sulle possibili derive di una logica privatistica e tutta centrata sulla redditività e il profitto, tipici di una società anonima. La sanità non deve essere una merce e una fonte di profitto! Invitiamo quindi a votare NO alla pianificazione ospedaliera (revisione LEOC) e SI alla iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”.