Di seguito la lettera inviata oggi da Giuseppe Sergi, primo proponente dell’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale in Ticino”, e membro del coordinamento del Movimento per il Socialismo, al Presidente del Gran Consiglio.
Egregio Presidente,
le scrivo nella veste di primo proponente dell’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale in Ticino” all’ordine del giorno della prossima seduta del Gran Consiglio.
Seppur fuori tempo massimo, la commissione della Gestione propone un rapporto e un controprogetto. Allo stesso tempo, come previsto dalla legge, il Gran Consiglio dovrà approvare un testo conforme all’iniziativa (generica) da sottoporre poi al voto popolare.
A questo proposito faccio osservare che il testo “conforme” presentato dalla commissione della gestione non è un testo conforme alla lettera e alla volontà degli iniziativisti.
Infatti il testo proposto contiene il seguente articolo 1:
“La legge disciplina:
a) l’obbligo dei datori di lavoro aventi sede o domicilio nel Cantone Ticino, di fornire all’autorità competente i dati essenziali inerenti i contratti di lavoro non sottoposti a contratti collettivi dichiarati di obbligatorietà generale;”
Questa limitazione dell’obbligo dei datori di lavoro di segnalare solo i contratti di lavoro non sottoposti a contratti collettivi dichiarati di obbligatorietà generale è una invenzione della commissione. Il testo dell’iniziativa recita(al punto 3) : ” a tal fine i contratti di lavoro esistenti all’inizio dell’anno e quelli conclusi durante l’anno devono essere notificati dal datore di lavoro all’Ispettorato cantonale del lavoro”.
Una corretta formulazione dell’art. 1, conforme all’iniziativa, dovrebbe terminare dopo “contratti di lavoro”.
Mi dispiace di doverla disturbare, ma pensavo che il problema fosse stato risolto già un anno e mezzo fa. Infatti, al momento in cui il progetto di testo conforme mi era stato sottoposto, avevo indicato questo problema in un mail inviato (28 ottobre 2014) al segretario della commissione della gestione, signor Luchessa, con preghiera di informare la commissione.
Le riporto, per completezza, un ampio stralcio della mia comunicazione: “Dalla nostra lettura ed analisi è scaturito che il punto 1 del progetto di legge elaborato non è conforme all’iniziativa. La stessa chiede che le informazioni relative ai contratti di lavoro stipulati in Ticino debbano essere notificati all’Ufficio cantonale del lavoro. Si tratta, nella misura in cui l’iniziativa non menziona limitazioni, di tutti i contratti individuali stipulati.
Il progetto di legge limita la comunicazione di questi contratti solo a quelli di settori nei quali non vige una CCL di obbligatorietà generale. Si tratta di una limitazione non conforme al testo dell’iniziativa e, ora che la stessa è stata dichiarata accettabile ai punti 1-2-3, anche alla decisione dello stesso Gran Consiglio (…)
A nostro parere, onde essere conforme al testo dell’iniziativa, l’art. 1 lett. a) dovrebbe terminare dopo “contratti di lavoro”: quel che segue andrebbe stralciato.”
La prego quindi di intervenire con fermezza per ristabilire, almeno su questo punto, il rispetto delle disposizioni di legge. Il testo conforme che il Parlamento si appresta ad approvare, su proposta della commissione della Gestione, è quello sul quale i cittadini e le cittadine saranno poi chiamati a esprimersi. Per questo è inaccettabile che tale testo non sia conforme all’iniziativa. Se la commissione della Gestione si fosse disturbata a sottoporci la versione finale del testo conforme avremmo ribadito la nostra posizione.
Il Parlamento ha tutto il diritto di non condividere il contenuto dell’iniziativa (e infatti le oppone un controprogetto), ma non ha il diritto di formulare un testo di iniziativa che non sia conforme a quello presentato da un’iniziativa generica sui punti che il Gran Consiglio ha giudicato ricevibili.
L’istituzione che lei presiede ha già pasticciato in merito a questa iniziativa non rispettando i termini di 12 giorni per la consegna ai deputati della documentazione relativa a questo oggetto, inserito nell’ordine del giorno della prossima seduta del Gran Consiglio. Dovrà quindi ora chiedere la procedura d’urgenza: esponendosi, a me così pare, al ridicolo. Che senso ha dichiarare “urgente” una iniziativa che si è tenuta ferma quasi cinque anni dopo la dichiarazione della sua riuscita?
Spero che il suo intervento possa ripristinare il rispetto delle disposizioni di legge e permettere un dibattito chiaro su questo tema di grande importanza.
Cordiali saluti.
Giuseppe Sergi