Tempo di lettura: 2 minuti

aaaaurnaIl deputato dell’MPS Matteo Pronzini (unitamente ad altri tre deputati – Max Ay, Michela Delcò-Petralli e Germano Mattei) ha chiesto al Presidente del Gran Consiglio che le trattande relative a tre iniziative popolari all’ordine del giorno alla seduta del Gran Consiglio prevista per lunedì 20 giugno vengano rinviate alla seduta del 10 ottobre.

Le iniziative in questione sono l’iniziativa popolare legislativa generica 27 marzo 2013 “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)”, l’iniziativa popolare legislativa generica 10 ottobre 2011 “Basta con il dumping salariale in Ticino” e l’iniziativa popolare costituzionale elaborata 25 aprile 2014 “Prima i nostri”.
Alla base di questa richiesta vi è il fatto che, contrariamente a quanto previsto sia dall’art.115 che dall’art. 36 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato (LGC) gli atti relativi all’ordine del giorno (messaggi, rapporti, etc.) devono essere trasmessi ai deputati almeno 12 giorni prima della seduta.
A tutt’oggi i rapporti relativi a queste iniziative non sono ancora stati consegnati (ed in parte non sono ancora stati nemmeno firmati). Si tratta di un fatto inaccettabile, in particolare considerando che in alcuni casi sono stati presentati dei contro-progetti il cui tenore non è noto. Per deputati che non fanno parte di un gruppo parlamentare diventa veramente difficile poter svolgere il loro ruolo in modo documentato ed efficace. Anche tenendo conto che, nella stessa sessione, vi sarà la discussione sul consuntivo 2015, già di per sé impegnativa.
Per questa ragione si chiede che la trattazione di queste iniziative venga spostata a ottobre. Nel caso in cui il plenum dovesse respingere questa proposta, a seguito dell’intervento dei tre deputati, la procedura per l’approvazione dei rapporti relativi alle tre iniziativa sarà quella d’urgenza [1]. Ciò significa che per essere approvate le iniziativa o i controprogetti dovranno raggiungere i 2/3 dei votanti [2].
L’MPS ha in particolare focalizzato la propria attenzione sull’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale” presentata nel 2011 (quasi cinque anni fa!). Non può non sorprendere, dopo tanto tirar per le lunghe, che la commissione della gestione arrivi ora con un controprogetto e con un rapporto che chiede di approvarlo e di rifiutare l’iniziativa. Ma di questo contro-progetto i rappresentanti dell’MPS (ma a tutt’oggi tutto il Parlamento) non ha ancora visto nemmeno l’ombra. Infatti agli iniziativisti il contro-progetto non è stato presentato, né tantomeno sono stati informati sulle grandi linee di esso. Una strana maniera di concepire la democrazia (compresa quella parlamentare), che, tuttavia, non sorprende più, anche alla luce di quanto successo con le vicende legate alla pianificazione ospedaliera. Il Parlamento vuole la prova di forza e l’avra!
L’MPS è dispiaciuto che i rappresentanti e le istanze del PS si siano prestate a questa operazione. Già qualche mese fa, subodorando quanto stava avvenendo, avevamo promosso un appello pubblico al PS affinché esso non si schierasse con il contro-progetto (ritenendolo una pura operazione di diversione), ma sostenesse l’iniziativa che anch’esso aveva sostenuto al momento del lancio.
In una preso di posizione pubblica il gruppo parlamentare aveva non solo respinto quelli che riteneva dei sospetti infondati, ma aveva garantito che “una volta definiti e chiariti i contenuti delle diverse proposte il Gruppo socialista e il Comitato cantonale si esprimeranno e prenderanno una posizione definitiva, discutendo anche con il comitato dell’iniziativa popolare” (PS informa nro 3 del 21 gennaio 2016 – sottolineatura nostra). Ci dispiace che questo non sia avvenuto e che il PS abbia aderito ad un contro-progetto che rischia di minare la necessaria unità di tutte le forze progressiste e sindacali a sostegno dell’iniziativa.