Il Consiglio di Stato e la maggioranza del Parlamento hanno deciso di puntare tutto, nella campagna in vista della votazione sull’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale in Ticino”, sull’affermazione di cose non vere, cioè di menzogne. Come noto l’argomento di fondo del governo è che i costi dell’iniziativa sarebbero eccessivi: 10 milioni all’anno per finanziare 75 nuovi ispettori ai quali si aggiungerebbe il personale di accompagnamento (segretari, giuristi, etc.) (cfr. rapporto della commissione pag.5).
Il governo e la maggioranza del Parlamento mentono o, nella migliore delle ipotesi, non sanno far di conto. Per quanto riguarda la dotazione di ispettori del lavoro, l’iniziativa chiede che ve ne sia uno almeno ogni 5’000 occupati in Ticino. Gli occupati sono circa 220’000. Il che, diviso per 5’000, dà 44 e non 75 come sostiene il governo. Poiché 44 è il 40% in meno di 75, questo significa che i costi dell’iniziativa sono del 40% in meno e cioè circa 6 milioni e non 10, pari allo 0,18% delle uscite complessive del Cantone.
Il Consiglio di Stato non solo mente, ma non vorrebbe che si affermasse che mente. Ritiene di poter mentire ( è un suo diritto), ma non può impedire agli altri, in particolare agli iniziativisti, di sostenere pubblicamente che quello di Governo e Parlamento mentono, offrendo ai cittadini e alle cittadine cifre sbagliate e false.
Non si può spiegare diversamente il tentativo del governo di mettere il bavaglio agli iniziativisti chiedendo loro (come ha fatto ieri) che il testo da loro fornito alla Cancelleria per essere inviato agli elettori con il materiale di voto venisse modificato in alcuni punti (alleghiamo sia il testo formulato dagli iniziativisti che le proposte di modifica del governo).
Il governo, ad esempio, non tollera che si affermi che Governo e Parlamento “sono costretti a mentire“: vorrebbe che si scrivesse che “non potranno mantenere le promesse“. Due frasi che, in italiano, rappresentano affermazioni assai diverse!
Il consiglio di Stato non vorrebbe nemmeno che si scrivesse che nelle passate votazioni sugli accordi Bilaterali Governo e Parlamento hanno fornito le stesse “garanzie fasulle” (conosciute come misure di accompagnamento) che si apprestano a fornire con il loro controprogetto. Vorrebbe che ci si limitasse ad affermare che “forniscono le stesse argomentazioni“. Anche qui, chiunque sia alfabetizzato comprende che si tratta di affermazioni per nulla uguali.
Infine, al governo non piace che il calcolo assurdo che abbiamo qui sopra richiamato relativo al numero di ispettori venga qualificato come “una bugia grande come una casa“; dovremmo limitarci a dire che “Contestiamo questo dato!“.
Un penoso tentativo di impostare, già nella fase di allestimento dei testi, una campagna all’insegna delle menzogne a partire dalle quali suscitare la paura degli elettori e delle elettrici, paventando costi faraonici.
Sollecitato nella serata di ieri ad accogliere le modifiche di proposta suggerite, l’MPS ha in un primo tempo espresso la propria disponibilità a rivedere il testo a condizione di poter prima visionare il testo che il governo invierà agli elettori e alle elettrici sollecitando il rifiuto dell’iniziativa e il sostegno al controprogetto. Solo potendo prendere atto che il governo non intende più impostare la propria campagna su affermazioni menzognere, avremmo potuto procedere ad un cambiamento del nostro testo.
Non essendo giunta alcuna disponibilità in tal senso, l’MPS ha risposto al governo di voler mantenere la formulazione del testo nella sua versione originale e chiedendo che il testo venga così inviato agli elettori e alle elettrici unitamente alle schede di voto.