Lo scorso 25 luglio il Movimento per il Socialismo (MPS) aveva informato l’opinione pubblica del maldestro tentativo del Consiglio di Stato di censurare il testo a sostegno dell’iniziativa “Basta con il dumping salariale in Ticino” da recapitare agli elettori e alle elettrici unitamente al materiale di voto.
Secondo il Consiglio di Stato alcune nostre affermazioni contenute nel testo sarebbero state lesive dell’onore e diffamatorie. Contro questa decisione è stato interposto un reclamo al Consiglio di Stato stesso. Le affermazioni censurate riguardavano la nostra accusa verso Consiglio di Stato e maggioranza parlamentare di mentire, ciò di dire cose non vere, laddove si sostiene che l’accettazione della nostra iniziativa comporterebbe 75 nuovi ispettori il cui costo arriverebbe a 10 milioni. Una bugia che il Consiglio di Stato continua a ripetere, arrivando addirittura ad utilizzarla come argomento principe nell’opuscolo che verrà inviato a tutti gli aventi diritto di voto.
Contemporaneamente Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini hanno chiesto al Ministero Pubblico l’apertura di un procedimento penale alfine di verificare se il testo presentato alla Cancelleria (di cui essi hanno assunto la paternità) fosse, come sostenuto dal Consiglio di Stato, lesivo dell’onore e diffamatorio.
La risposta del Ministero Pubblico non si è fatta attendere. Lo scorso 27 luglio il Procuratore Generale avv. John Noseda, ci ha confermato che quanto da noi scritto non è da ritenere lesivo dell’onore:
“le affermazioni contenute nel testo elaborato dagli iniziativisti non sono lesive dell’onore, trattandosi di critiche politiche che non colpiscono l’onorabilità personale dei destinatari (Riklin, BK ad art 173 n33 e rif.). Di conseguenza non sono manifestamente dati gli estremi per l’apertura dell’istruttoria”.
Viene dunque meno l’argomentazione con la quale il Consiglio di Stato ha censurato il testo dei promotori dell’iniziativa “Basta con il dumping in Ticino”.
Il Movimento per il Socialismo, per il tramite del primo proponente dell’iniziativa Giuseppe Sergi ha dunque interposto ricorso al Tribunale Federale affinché questo Tribunale metta fine alla censura politica del Consiglio di Stato e permetta ai cittadini del Canton Ticino di poter oggettivamente e senza censura maturare il proprio convincimento in vista dall’importante votazione popolare del prossimo 25 settembre.