Il Governo del Cantone di Zurigo cerca ancora una volta di imporre un programma di smantellamento sociale di oltre 1,8 miliardi di franchi da qui al 2019. Attraverso 125 misure di risparmio speciali, principalmente nei settori della salute, dell’istruzione e del trasporto pubblico, il Consiglio di Stato avanza in modo decisivo verso una politica di distruzione dei servizi pubblici.
L’alleanza “Abbau stoppen” (Stop allo smantellamento) in cui sono riuniti i sindacati, le associazioni studentesche e gli studenti delle scuole medie superiori, partiti e organizzazioni di sinistra, così come i dipendenti dei servizi pubblici, ha organizzato una giornata di azione di protesta, conclusa da una manifestazione finale, lo scorso 28 settembre [1]. Il Movimento per il Socialismo (BFS) ha svolto un ruolo di primo piano nell’organizzazione della giornata di protesta.
Giornata di protesta variata e combattiva
La giornata di azione è iniziata intorno alle 7.30 del mattino con l’occupazione del Dipartimento della Pubblica Istruzione da parte di una cinquantina di studenti liceali. Per oltre un’ora, l’ingresso al Dipartimento è stata bloccata, suscitando con grande animazione,con l’ôbiettivo di mostrare ai responsabili che le misure di risparmio nel settore dell’istruzione non possono passare senza suscitare alcuna resistenza. Nel corso della giornata sono state organizzate diverse altre azioni che avevano lo scopo di richiamare l’attenzione sulla politica di risparmio:
• Presso l’Università di Zurigo, un piccolo spettacolo teatrale di protesta contro l’affermazione della logica mercantile ormai prevalente in seno alle scuole universitarie
• Gli studenti liceali hanno organizzato, in diverse sedi, attività di insegnamento autogestite
• Di fronte alla sede dell’Associazione cantonale padronale dei falegnami è stata organizzata , una manifestazione contro la privatizzazione dell’atelier pubblico di apprendistato per falegnami.
• La grande zattera di legno sul lago di Zurigo che ospita la mostra d’arte Manifesta è stata brevemente occupata per protestare contro i tagli di bilancio in materia di diritto d’asilo. [2]
• In diversi punti della città sono stati esposti striscioni dedicati ai temi della giornata
In serata, la manifestazione conclusiva in centro città ha visto la partecipazione di quasi 2’000 persone, in particolare di studenti del medio superiore e insegnanti.
La politica di smantellamento sociale ha una lunga tradizione nel cantone di Zurigo
Come lo Knabenschiessen (Tiro degli scolari) all’inizio di settembre e il Sechesläuten (la festa delle corporazioni) a metà aprile, i programmi di tagli di bilancio sono ormai diventati una tradizione consolidata per la borghesia zurighese. Nel corso degli ultimi 20 anni, i regali fiscali ai ricchi e alle imprese, società holding, etc. non hanno fatto che susseguirsi, uno dopo l’altro. Solo tra il 1996 e il 2006 sono stati attuati sgravi fiscali per un totale di un miliardo di franchi, che da allora è venuto a mancare nelle casse pubbliche. Parallelamente il Cantone ha ridotto le proprie prestazioni nella stessa misura. Con il programma di “risanamento” del 2004, il piano di misure di riequilibrio finanziario del 2006 e con il programma di risanamento del 2010 (conclusosi solo nel 2014), le spese sono state ridotte per un totale di 5,7 miliardi di franchi; un po’ meno dei 2/3 di questa somma sono andati a incidere nel settore della formazione (1,2 miliardi), della sanità pubblica (1,1 miliardi) e del personale (1,1 miliardi).
Con la Riforma III della fiscalità delle imprese decisa a livello federale e che farà perdere ai Cantoni e ai Comuni centinaia di milioni di entrate fiscali, i prossimi programmi di tagli al bilancio sono già in programma per il dopo 2019.
125 misure di risparmio, la resistenza
Per rendere lo smantellamento più “appetibile” alla popolazione, il Consiglio di Stato sostiene che le 125 misure di risparmio 125 sono talmente insignificanti che ci se ne accorge nemmeno e per questo sarebbero del tutto “sopportabili”. Si tratta di una vera e propria assurdità. In primo luogo, questo atteggiamento mostra che la borghesia di Zurigo è in grado di imparare. Essa infatti non sta ripentendo lo stesso errore commesso nei primi mesi del 2000, quando il Consiglio di Stato aveva suscita la collera dei dipendenti cantonali di ogni ordine decidendo concreti piani di risparmio Questa volta si adotta la tattica del salame, presentando in modo spezzettato le misure di risparmio. In secondo luogo, questo argomento è una testimonianza della più profonda ipocrisia, poiché, dopo che si è spremuto il limone così forte per oltre 25 anni, allora non rimane altra scelta possibile che quella di realizzare le ulteriori misure di smantellamento a piccole fette. In terzo luogo, l’affermazione che le misure di risparmio sarebbero sopportabili è assolutamente falsa. Basti pensare, ad esempio, che il settore della sanità pubblica dovrebbe sopportare da qui al 2019 non meno di 367 milioni di franchi di tagli.
Infine si può constatare in maniera esemplare che, ad esempio nei piani di smantellamento allestiti nel settore della formazione professionale, anche le misure “molto limitate” di risparmio hanno come conseguenza un enorme peggioramento nelle nostre condizioni di vita e di lavoro. Ad esempio, il Consiglio di Stato ha deciso, nel quadro del programma attuale di risparmio, di eliminare i contributi al finanziamento del laboratorio di apprendimento pubblico per falegnami di Zurigo (LWZ ) [3], di quello per sarti/e di Winterthur, della Scuola Mechatronik di Winterthur (RSU); tutto questo comporterà la chiusura di due laboratori di apprendistato e la perdita di più di 40 posti di tirocinio presso la MSV. In totale spariranno 130 posti di apprendistato e decine di posti di lavoro.
Il freno alla spesa
Per giustificare il pacchetto di risparmi, il governo cantonale fa ricorso alla Costituzione cantonale, affermando che questa lo obbliga a ricorrere alla realizzazione di questo pacchetto di economie. Infatti dal 2001 la politica di riduzione permanente della spesa pubblica è di fatto iscritta nella Costituzione cantonale attraverso il meccanismo di freno alla spesa. Ciò significa che alla fine di ogni periodo contabile (attualmente fino al 2019), il governo cantonale deve presentare un saldo positivo nei conti delle finanze cantonali. Nel caso in cui questo obiettivo sia a rischio, con la prospettiva di un deficit, il Consiglio di Stato deve mettere in atto misure tese a una diminuzione durevole delle spese, cioè un programma di tagli, ed è proprio quello che sta succedendo in questo momento. Naturalmente noi dobbiamo cercare con tutti i mezzi di distruggere questa “obbligo” attraverso il quale la borghesia impone i propri interessi a danno dei bisogni della popolazione. E questo lottando per la rimozione di questo vincolo costituzionale.
Privatizzazione e attacchi alle condizioni di lavoro
Ernst Stocker, Consigliere di Stato UDC e Direttore delle Finanze, e i suoi colleghi del Consiglio di Stato, non sono solo politici fedeli alle regole di bilancio, economi e responsabili, che fanno il loro lavoro nell’interesse della popolazione del Cantone. La politica di tagli condotta dal Consiglio di Stato persegue obiettivi molto precisi, vicini agli interessi degli ambienti economici e delle classi dominanti.
Oltre alle diminuzioni fiscali per le imprese e i super•ricchi, che precedono sistematicamente qualsiasi programma di tagli alla spesa pubblica, la politica di smantellamento offre anche alle imprese nuove opportunità di investimento. Infatti lo smantellamento di prestazioni pubbliche non significa che queste spariranno del tutto. Molto spesso, questi servizi vengono riproposti e forniti da aziende private. La politica di smantellamento del servizio pubblico si accompagna a un’ondata di privatizzazioni e liberalizzazioni, che mirano ad aprire alle aziende private nuovi mercati e nuove occasioni di profitto. Queste tendenze alla privatizzazione si manifestano nel modo più evidente nell’ambito della sanità pubblica (ospedali, Spitex, assistenza domiciliare, ecc). In questa direzione va, ad esempio, la volontà del governo cantonale di trasformare il Kantonsspital di Winterthur (KSW) e il settore psichiatrico integrato, pure di Winterthur (IPW), in società anonime per poi darle in pasto ad investitori privati..
Un altro esempio attuale di questa logica di privatizzazione è riscontrabile nell’ambito dei due laboratori pubblici di apprendistato per falegnami e sarti. Dopo che il Consiglio di Stato ha annunciato, nell’aprile 2016, la decisione di sopprimere i contributi finanziari al loro funzionamento, gli amministratori di queste istituzioni • in accordo con le associazioni padronali dei rispettivi settori• si sono messi alla ricerca di acquirenti privati. È evidente che a fare le spese di queste decisioni saranno gli apprendisti. Markus Bosshard, direttore del lavoratori pubblico di apprendistato dei falegnami, per il quale la privatizzazione potrebbe rappresentare un’occasione di ascesa socia le e professionale • perché diverrebbe capo di un’azienda privata – ha pubblicamente dichiarato che si potrebbero sicuramente realizzare dei risparmi, sopprimendo posti di apprendistato o, addirittura, diminuendo il salario degli apprendisti.
Le prospettive del movimento
Con la giornata di mobilitazione e di protesta del 28 settembre è stata messa in atto una prima risposta agli attacchi della borghesia. Ciò che è importante ora è che la rete messa in atto per questa giornata e la mobilitazione dei dipendenti e degli utenti del servizio pubblico che vi hanno partecipato, possa continuare. L’alleanza “Stop allo smantellamento” può, in questa prospettiva, rappresentare un prezioso punto d’appoggio.
Un secondo passa sarebbe cercare di sviluppare rivendicazioni che possano indicare prospettive per ulteriori passi in direzione di nuove mobilitazioni. In particolare, partendo dal principio che il servizio pubblico deve essere sviluppato e posto sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti, Poi, proponendo un vera e radicale riforma fiscale che
• si opponga con forza a tagli fiscali strettamente mirati;
• impedisca le scappatoie fiscali;
• Aumenti l’imposizione su capitale e successioni;
• armonizzi le imposte a livello nazionale;
• Abolisca l’IVA.
Facendo passare alla cassa quel 2,2% di contribuenti zurighesi che hanno un patrimonio pari a quello del 97,8% della popolazione saremo in grado di modificare i rapporti di forza e di recuperare quello che ci è sempre appartenuto.
1. http://kaputtgespart.ch/unterstutzerinnen/
2. Manifesta è una prestigiosa mostra d’arte a livello europeo. Si svolge ogni anno in una diversa città europea. La grande zattera di legno sul lago di Zurigo è stata molto ammirata nei circoli di architettura.
3. http:// sozialismus.ch/ artikel/2016/zuerich•nein•zur•schliessung•der•lwz