di Lara Robbiani
Pubblichiamo le note dell’intervento di Lara Robbiani Tognina alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione del prossimo 8 aprile (Red).
Mi chiamo Lara Robbiani Tognina, da due anni mi occupo come volontaria dell’accoglienza dei migranti.
A ottobre ho creato l’associazione DaRe, Diritto a Restare, non è importante quanto tempo potranno o avranno diritto a restare, quel tanto o poco tempo deve esser di vera accoglienza. Raccogliamo vestiti, dividiamo, controlliamo e ridistribuiamo ai confini e in Ticino.
Amo il mio paese. Sono orgogliosa di esser svizzera, mi sento una patriota e come tale accolgo chi è meno fortunato di me. Accolgo chi deve lasciare il suo paese e sono felice di dargli il benvenuto, a casa mia.
Perché lo facciamo? Vediamo le morti in mare, le persone che devono vivere al gelo che hanno abbandonato tutto a causa di una guerra di una dittatura. Sono donne mamme uomini papà nonne nonni figli, come lo siamo noi. Sono come noi!
In tanti e tante abbiamo detto basta, qualcosa dobbiamo fare. Abbiamo iniziato con la raccolta di uno due vestiti, portati a Milano poi a Como e oggi dai nostri tre magazzini portiamo nei nostri centri, pensioni e protezioni civili dove sono ospitiamo i richiedenti l’asilo.
Sono piccoli gesti per noi ma enormi, per chi da settimane, porta gli stessi capi. Cambiare un Jeans, duro rigido dal sale marino. Un sacco a pelo, per trascorrere finalmente una notte al caldo. Per assomigliare ai propri coetanei.
Perché mi aiuti? :”Perché un giorno potrebbe toccare ai miei figli, di dover chiedere aiuto e spero che ci sarà qualcuno che si occupi di loro”.
Sono piccoli gesti per noi, ma riescono a creare sollievo per chi, dalla vita ha avuto nulla. Vestiti caldi per le mie ragazze di Bosco, arrivate con infradito e magliette. Che hanno potuto imparare un po’ d’italiano e scoprire di essere artiste con l’uncinetto,…
solo con una vera accoglienza si ha un’integrazione e da un io e tu diventiamo un noi per crescere e far crescere la nostra bella Svizzera
I muri più brutti e pericolosi sono quelli che costruiamo nei nostri cuori. La paura dell’altro altra va sormontato. La paura di vivere e di amare va affrontata. Quando finalmente incontri l’altro altro non è più uno straniero è Sara mia nuova amica, e Basel con cui rido e scherzo e l’amica che si confida…
Dicevo ad un amico: da due anni la mia rubrica non è più composta solo di nomi come Marco , Claudia, Cristina ora ho nomi siriani eritrei, afgani.
I nomi, i cibi, le musiche… loro tutti mi hanno permesso di viaggiare in tanti mondi senza spostarmi da casa mia.
l’accoglienza non è unilaterale ognuno di noi riceve più di quello che dona.
E ora che tutti noi e tutte noi diciamo però basta basta morire nella speranza di vivere. Basta alla disperazione che porta a tentare ogni via per raggiungere il proprio futuro. Si muore per la fame, le guerre, ma morire su di un treno per arrivare a vivere… no io dico basta! e vi invito a dirlo con noi l’8 aprile a Bellinzona!