di Paola Casagrande, Emida Caspani, Teresa Guarna-Ortelli, Monica Soldini, Angelica Lepori*
Siamo cinque donne, diverse tra di noi, ma accomunate tutte dalla volontà e dalla determinazione di batterci contro le discriminazioni e per la dignità delle donne. In questi anni ci siamo battute, ognuna nella sua vita privata come in quella politica, per riaffermare e difendere i nostri diritti di donne e cittadine. Per questo la definizione di “ragazze immagine” – che qualche giorno fa ci ha attribuito Lelia Guscio, deputata e candidata al Municipio di Bellinzona per la Lega dei ticinesi – non sembra corrispondere a quella che abbiamo di noi stesse.
La prima nostra reazione è quindi stata quella di farci una sonora risata. Ma poi pensandoci bene ci siamo rese conto che qualche considerazione merita di essere fatta. La signora Guscio sostiene che le donne non si candidano e non sono attive in politica perché non hanno tempo, prese nella complessa impresa di conciliare lavoro e famiglia. Un tema, quello dei tempi delle donne e della loro conciliazione, vecchio quasi come il mondo e ancora attualissimo oggi. Sono sempre di più le donne che lavorano fuori casa, spesso con contratti precari e mal pagate, ma che devono ancora assumersi, spesso da sole, la stragrande maggioranza del lavoro domestico e di cura (dei figli, dei genitori anziani ecc.). In questo modo il mercato del lavoro dispone di un bacino di manodopera formata e competente che può sfruttare a basso prezzo e che, inoltre, svolge gratuitamente quel lavoro di cura indispensabile per far funzionare l’intera società. Evidentemente in questo contesto è difficile trovare anche il tempo per fare politica, anche perché la maggioranza dei partiti non ha mai avviato una seria riflessione sui tempi della politica (orari e lunghezza delle riunioni, modalità di partecipazione ecc.). La nostra presenza sulla lista dell’Mps vuole proprio rimettere al centro la questione del tempo delle donne, con l’obiettivo di modificare questi equilibri, che in realtà sono sfavorevoli alle donne. Chiediamo infatti che la conciliazione lavoro-famiglia non pesi unicamente su di noi, chiediamo che il lavoro salariato e gratuito delle donne venga riconosciuto e valorizzato. Concretamente, a livello comunale vogliamo batterci per servizi comunali di qualità come mense e doposcuola accessibili a tutti. Vogliamo dare un segnale forte in favore di una politica realmente paritaria. Vogliamo sviluppare a ogni livello una politica tesa alla lotta contro le discriminazioni salariali, formative, sociali che tendono a colpire un numero sempre più ampio di donne e che, malgrado le leggi sulla parità, non hanno, in questi ultimi anni, conosciuto significative evoluzioni positive. Al fine di lottare contro le numerose discriminazioni che ancora colpiscono le donne, chiediamo l’apertura di un Centro-donne che offra consulenza professionale, giuridica, sociale e psicologica e nel quale si organizzino attività negli ambiti della parità di genere, della prevenzione della violenza sulle donne, dell’integrazione delle donne migranti e della promozione della salute (in particolare sessuale e riproduttiva). La nostra presenza in politica non si fermerà certo il 2 aprile, indipendentemente dal risultato elettorale; continueremo a batterci per queste rivendicazioni e per i diritti delle donne. La prossima battaglia importante sarà sicuramente quella contro l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne prevista dal nuovo pacchetto pensionistico 2020.
*candidate al Municipio per Mps-Pop
Opinione pubblicata su La Regione del 22 marzo 2017