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di Matteo Pronzini*

Lo scorso 28 l’Associazione Svizzera-Israele (sezione Ticino) ha invitato a Lugano l’ex-ministro della Giustizia e vice-primo ministro israeliano Tzipi Livni. Tra le numerose persone che hanno partecipato a questo incontro vi era anche i consiglieri di Stato e Christian Vitta e Norman Gobbi. Mi chiedo a quale titolo essi abbiano partecipato a questo evento.

Naturalmente se vi hanno partecipato in qualità di privati cittadini o come membri dei loro rispettivi partiti non avremmo nulla da eccepire (anche se non la condividiamo non è nostro diritto sindacare sulle sue scelte individuali).

Se vi hanno partecipato in qualità di membri del Consiglio di Stato e dunque quali rappresentanti dell’Esecutivo della Repubblica e Canton Ticino, rappresentavano tutti i cittadini e le cittadine del Canton Ticino.

In questo caso la loro partecipazione mi pare censurabile alla luce dei seguenti elementi:

Lo Stato di Israele è uno Stato che non rispetta il diritto internazionale, in particolare una serie di diritti che attengono ai diritti fondamentali dell’uomo. Ricordiamo, a questo proposito, che sono almeno un’ottantina le risoluzioni dei vari organismi delle Nazioni Unite (ONU) che Israele, da decenni, rifiuta di rispettare. Tra le più importanti ricordiamo la risoluzione 194 (del 1947) sui profughi palestinesi e il loro diritto di tornare alle loro case in Israele o la 242 (1967) che dichiarava illegale l’occupazione israeliana della Palestina .

Lo Stato di Israele è uno Stato che viola costantemente il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione, diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo. Ricordiamo a questo proposito che i cittadini palestinesi, sia quelli che vivono nei territori occupati che quelli che vivono in Israele, non hanno uguali diritti rispetto ai cittadini israeliani non arabi, e sono sottoposti a politiche e pratiche di discriminazione inaccettabili: non vi è uguaglianza per quanto riguarda il diritto alla salute, all’istruzione, alla libertà di movimento, al lavoro, alla proprietà, al libero accesso alle proprie terre, all’uso gratuito delle proprie risorse naturali (acqua di falda, pesca in mare). Gli atti di discriminazione sono talmente sistematici da poter essere considerati come atti di segregazione e tali da configurare un sistema di apartheid: ciò è particolarmente evidente nella chiusura dei confini della striscia di Gaza, nel complesso sistema costituito dal muro, dai checkpoint e dalle strade che possono essere percorse solo dai coloni e dai cittadini israeliani non arabi, dal divieto di ritorno dei profughi palestinesi alla loro casa o terra d’origine.

Mi pare, per concludere, assolutamente inaccettabile che dei membri dell’Esecutivo del Canton Ticino, che si vuole democratico, tollerante e rispettoso dei diritti di tutti e di tutte partecipi ad una manifestazione di sostegno ad uno Stato che da decenni viola sistematicamente questi diritti.
In un momento in cui nel nostro Cantone si discute dell’insegnamento della civica a scuola, val la pena ricordare che anche i comportamenti pubblici, di coloro che dovrebbero rappresentare i valori ai quali le istituzioni pretendono di richiamarsi, fanno parte della educazione civica dei giovani e di tutta la popolazione.

Chiedo dunque al CdS:

1. a che titolo i consiglieri di Stato Christian Vitta e Norman Gobbi hanno partecipato a questa manifestazione?

2. la decisione di partecipare è stata concordata dal CdS?

3. se si quali sono state le motivazioni alla base di questa infelice decisione?

*Interrogazione del Deputato MPS Matteo Pronzini al Consiglio di Stato del 15 giugno 2017.

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