Tempo di lettura: 3 minuti

a cura della redazione di Alencontre

Pubblichiamo di seguito un contributo apparso su Services publics, il giornale romando della VPOD, che presenta alcuni risultati, relativi alla Svizzera, tratti dall’ultima ricerca europea sulle condizioni di lavoro (ECWS) realizzata nel 2015 in Svizzera sotto la direzione della SECO il cui consigliere federale è l’imprenditore Johann Schneider-Ammann.

Il quadro che ne risulta non può sorprendere: aumento dei rischi fisici, diminuzione del grado di autonomia e di controllo sugli orari, tempi di lavoro lunghi, elevati livelli di stress, alto rischio di burnout…: questi risultati convergono con quelli di altre ricerche realizzate in questi ultimi anni in Svizzera.
“Bene, e allora?”, viene voglia di dire. Perché, se si confrontano queste constatazioni con le politiche seguite, cosa si osserva?
• Il rapporto della SECO evidenzia l’aumento dei rischi nel settore della salute nei settori nei quali la crescita dell’impiego è più marcata. Il lavoro vi combina spesso forti sollecitazioni fisiche, orari di lavoro faticosi (irregolari, notturni, giornate lunghe), un’elevata intensità e un arretramento dell’autonomia, forti sollecitazioni emozionali, situazioni di aggressione (mobbing, molestie sessuali…) e logorio emozionale più frequenti. E allora? Allora, la macchina del nuovo finanziamento ospedaliero tramite DRG (“diagnosis related group”, “gruppo di diagnosi integrata”) funziona a pieno regime, obbligando gli ospedali a industrializzarsi, a intensificare ancora di più il lavoro di cura minando al contempo la sua dimensione relazionale fondamentale. Cosa che alimenta l’aumento dei rischi al lavoro messi in evidenza nell’EWCS.
• L’EWCS conferma che nell’edilizia si combinano un cumulo di rischi fisici (carichi pesanti, attività faticose, vibrazioni, rumore, intemperie, esposizione a prodotti tossici…) e un’intensità del lavoro elevata. E allora? Allora, la riorganizzazione del settore, sotto l’egida dei grandi gruppi d’impresa generale (Implenia, ecc.), con una cascata infinita di subappalti, l’esplosione del ricorso al lavoro temporaneo e a quello distaccato, si accentua, perché essa è lo strumento che permette a Implenia e a tutte le altre di captare il massimo valore, riversando in particolare sui salariati precarizzati, ai piedi della catena, il massimo degli obblighi e condizioni di lavoro deplorevoli per la salute.
• Il rapporto della SECO ricorda l’importanza del controllo da parte dei salariati sui loro orari di lavoro, i pericoli del lavoro notturno o, ancora, della colonizzazione del tempo libero da parte del lavoro. E allora? Allora, con il pretesto del franco forte, la “flessibilizzazione” degli orari (e dei salari) ha fatto, in questi ultimi due anni, un nuovo balzo avanti nell’industria, dove i datori di lavoro ricorrono generosamente ai meccanismi introdotti 20 anni fa nel Contratto collettivo di lavoro (CCL) dell’industria delle macchine: i famosi “articoli di crisi negoziati dalla FLMO di Christiane Brunner con un certo Johann Schneider-Ammann. E perché fermarsi sul più bello? l’offensiva della destra per liquidare le norme che limitano un minimo la durata di lavoro e che proibiscono il lavoro notturno nella legge sul lavoro è lanciata…
• Il 25% dei salariati di 55 anni e più non pensano che saranno capaci di fare lo stesso lavoro a 60 anni, secondo i risultati dell’EWCS. Il logoramento, risultato di condizioni di lavoro dure, non è una storiella, ma una realtà scritta nei corpi e negli spiriti di troppi salariati, che può rendere gli ultimi anni della vita professionale particolarmente spossanti.
E allora? Allora, la grande maggioranza degli apparati sindacali si è allineata al Partito socialista e al suo consigliere federale Alain Berset per difendere con esaltazione il progetto di previdenza vecchiaia 2020 (PV 2020), la cui pietra angolare è l’aumento dell’età di pensionamento per le donne dal 64 a 65 anni. (A proposito: quali sono, tra tutti questi (ex) segretari sindacali e altri politici professionisti “di sinistra” che difendono la pensione a 65 anni per le donne, quelli e quelle che non sono andati in pensione anticipata a 62 anni, o prima, e che prevedono di non farlo?)

Questi quattro esempi illustrano uno dei modi di funzionamento attuali degli apparati di legittimazione della dominazione del capitale. Gli sprazzi di realtà suscettibili di fondare una critica dell’ordine sociale non sono più contrastati, ma, al contrario, assorbiti e ufficializzati, per neutralizzarli meglio, dissociandoli dalle politiche economiche e sociali che giustamente producono queste realtà. L’OCSE offre un altro esempio di questo modus operandi: dichiara che le disuguaglianze sociali di salute sono uno dei maggiori problemi della mercificazione di tutti gli aspetti della società (salute e scuola comprese), che sono tuttavia determinanti per consolidare e approfondire le disuguaglianze sociali e di salute. Qual è il messaggio? Che non c’è alternativa al “tutto al mercato” trionfante e alla “competitività” a tutto tondo, perché essi inglobano anche l’illustrazione dei loro “limiti”…
La credibilità di questa pretesa “totalitaria” può essere distrutta. Ciò presuppone, in questo caso, di non disertare il terreno delle condizioni di lavoro e del loro impatto sulla salute. E di cogliere i risultati di ricerche come l’EWCS per armare una critica e una pratica sociali, con le salariate e i salariati direttamente toccati, che miri a fare indietreggiare quotidianamente queste realtà, spiegando al contempo il perché della loro esistenza.