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a cura della redazione

Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto della presentazione, da parte del Municipio di Bellinzona, del messaggio con il quale si propone la costituzione di un’azienda multiservizi che avrebbe lo statuto di ente autonomo comunale.

Si tratta, come abbiamo già osservato in passato e anche in occasione della recente campagna elettorale, di una forma di privatizzazione di servizi e aziende pubbliche.

Per questa ragione l’MPS si opporrà a questa riforma, se necessario anche attraverso il lancio di un referendum (e proporrà alla lista MPS-POP-Indipendenti di assumere la stessa posizione).

Il nuovo statuto limiterebbe fortemente le possibilità di controllo e di intervento dei cittadini e della cittadine. Basti pensare, ad esempio, che un referendum come quello che ha sconfessato municipio e consiglio comunale nel 2014 (acquisto di quote azionarie di Repartner) non sarebbe più possibile.

Le motivazioni addotte dal Municipio (e non sorprende poiché tra i membri attuali di questo consesso vi sono persone, come il sindaco Branda, che erano favorevoli a trasformare le AMB in società anonima al momento del referendum sul tema nel 2003) sono le solite: l’attuale struttura sarebbe un ostacolo alla flessibilità aziendale e gestionale.

Eppure in questi ultimi quindici anni (cioè dopo il rifiuto della vendita e della trasformazione in SA grazie ai referendum promossi, in particolare dall’MPS, nel 2001 e nel 2003) le AMB si sono sviluppate, modernizzate, hanno migliorato la loro offerta, hanno ottenuto utili importanti. Tutto questo senza dover ricorrere a statuti fondati su modelli aziendalistici e privatistici.
L’MPS ribadisce quindi la propria opposizione e, come ha sempre fatto in questi ultimi quindici anni a difesa dello statuto pubblico e contro forme di privatizzazione palesi o striscianti, darà battaglia su questo tema.