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di Laurent Degousée

Il primo sciopero generale dei riders (fattorini/e) di Deliveroo è stato organizzato l’11 di agosto in Francia e un nuovo sciopero ci sarà il 28 agosto, con appello a far divenire lo sciopero internazionale. Da Bordeaux il movimento di protesta di fine luglio si è diffuso a Lione e Parigi, suscitando l’interesse dei media. Pubblichiamo di seguito un’analisi di Laurent Degousée (del sindacato SUD) su cos’è Deliveroo e su quali sono le condizioni di lavoro e più sotto il comunicato degli scioperanti di “The collective of the autonomous deliverers of Paris”.

DELIVEROO IN SCIOPERO: Un miracolo sociale
Creata in Inghilterra nel 2013, Deliveroo è diventata l’azienda leader del settore della tecnologia alimentare – il suo profitto è di oltre un miliardo di dollari – e si possono contare 7.500 riders in venti città francesi.
Il successo di questa piattaforma – il cui sviluppo necessita di un impressionante disponibilità di denaro – è dato soprattutto dal fatto che i/le riders sono sistematicamente inquadrati nella posizione di lavoratori autonomi. Oltretutto le piattaforme si guardano bene dal pagare i contributi agli impiegati, quando questo lavoro rappresenta per essi una fonte di reddito e di ore lavorate sempre più grande, anche se le ore stesse non vengono conteggiate.

Una consapevolezza che viene da lontano
La bancarotta della piattaforma belga Take Eat Easy nel luglio 2016 ha lasciato dietro di sè migliaia di riders francesi quando la cassa d’integrazione avrebbe dovuto sostenere gli stipendi ed essere una scintilla di speranza dei lavoratori di quel settore. Dopo alcuni scioperi intermittenti a Marsiglia e Nizza, i riders hanno cominciato ad organizzarsi attraverso la creazione di associazioni e collettivi come Green Arrows (Frecce Verdi) a Lione o CLAP (Collettivo Indipendente dei Fattorini di Parigi) ma anche aderendo a sindacati: oltre alla creazione della CGT Riders a Bordeaux, alcuni/e riders di Parigi si sono uniti alla CGT e a SUD Commerce.
La Francia ha raggiunto il suo rallentamento sociale rispetto all’irrequita Europa dove in diversi paesi si è visto un appoggio guidato dai sindacati alternativi nei confronti dei riders che hanno sperimentato la mobilitazione. Pertanto la giustizia inglese è chiamata a riclassificare il rider da lavoratore autonomo a lavoratore salariato. E riders spagnoli sono in sciopero da due mesi.

La ragione della rabbia
L’annuncio a cavallo dell’estate della modifica unilaterale dei contratti di lavoro dei riders assunti prima di settembre 2016 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e non è stata una sorpresa. Concretamente un migliaio di riders attualmente pagati 7 euro all’ora a cui si aggiungono dai 2 ai 5 euro bonus per corsa e a cui si richiede di accettare un pagamento di 5 euro (5,75 a Parigi) per corsa significa una perdita che varia dall’8% al 33% del loro salario, in base al loro tempo di lavoro a cui si può aggiungere il delisting azionario, un’altra potente arma contro di loro.
In risposta a tutto questo, i/le riders hanno difeso la rivendicazione unica di 7,50 per corsa con una garanzia minima di due corse all’ora, appello su cui Deliveroo si rifuta di negoziare sebbene la pressione mediatica l’avesse forzata a dare una risposta.

Nulla sarà più come prima
L’11 agosto c’erano più di cento riders di Parigi, con vecchi e nuovi contratti, che hanno tenuto un presidio a cui si sono aggiunti riders di altre piattaforme (Foodora, Stuart and UberEats). Potrebbero sembrare cifre irrisorie ma nel mezzo dell’estate raccogliere una risposta di questa portata con solo qualche giorno di preavviso è parso davvero un successo agli occhi degli organizzatori. Dozzine di attivisti da CGT, CNT, Solidaires e collettivi del Fronte Sociale hanno aderito e dato supporto ai riders, come anche un paio di politici. In aggiunta si sono susseguiti interventi di Jerome Pimot, ex-rider, altri membri della CLAP, una portavoce dello sciopero di Bordeaux, il segretario generale della CGT di Parigi e un membro di SUD Commerce.
Dopo il presidio, un corteo si è articolato, dando voce sonoramente alla protesta, tra diversi ristoranti sulla strada, che hanno accettato di bloccare le ordinazioni come segno di solidarietà. (A Lione 40 riders hanno fatto lo stesso). Il giorno successivo di mobilitazione è stato il 28 di agosto, data dell’attivazione dei nuovi contratti. Nel frattempo, i riders si portano avanti, estendendo la mobilitazione a sempre più colleghi e colleghe, ed a sempre più città, rendendo questa nuova data uno sciopero generale internazionale contro Deliveroo.
Qualunque sarà la conclusione della loro lotta, la forza dei riders, che possono essere licenziati solo premendo un bottone, ha cambiato molte cose: hanno dissipato l’idea fatalistica che vuole i lavoratori “autonomi” incapaci di ingaggiare una vertenza collettiva. Il mito della felice “uberizzazione” promosso da Macron e altri è messo male. Ancor di più se attraverso la sua Loi Travail 2 (Legge del Lavoro, parte seconda) vorrà estendere il suo schema “sociale” ad altri lavoratori, entrando nella zona d’ombra dove i contratti offuscano le leggi. La determinazione dei riders è un’incredibile motivazione alla lotta contro queste misure di governo, a partire dal 12 settembre (momento di attivazione della Loi Travail 2) e oltre.

DELIVEROO: UN PRIMO SCIOPERO RIUSCITO

Ieri circa 150 di noi, inclusi oltre un centinaio di riders di diverse altre compagnie, si sono raccolti in piazza de la Republique a Parigi. Il gruppo più grande era composto dai riders di Deliveroo, impiegati sia con i nuovi che con i vecchi contratti. Dopo che molte persone, incluse i lavoratori da Bordeaux, hanno parlato, abbiamo lasciato il presidio per continuare a protestare di fronte a molti ristoranti. Una protesta simultanea è stata tenuta a Lione.

Sappiamo che il nostro sciopero ha avuto un impatto economico perchè molti ristoranti hanno bloccato le ordinazioni in solidarietà con noi e Deliveroo ha dovuto aprire fasce orarie di consegna addizionali.

La natura del nostro movimento è senza precedenti e il suo eco nei media ha forzato l’amministrazione, solo ieri, a comunicare ufficialmente con noi. Non ci facciamo, tuttavia, prendere in giro da questa manovra e continueremo a chiedere 7,50 euro per corsa, con un minimo di due corse garantite ogni ora.
Al fine di far arrivare Deliveroo ad un negoziato, chiamiamo, ancora, un altro sciopero in tutta la Francia lunedì 28 agosto, la data di attivazione dei nuovi contratti:

– Chiediamo alla CGT, Solidaires e Front Social, che ci hanno supportato fino ad ora, di aiutarci a rendere questa nuova chiamata efficace e con ampia risonanza nelle venti città francesi in cui Deliveroo opera.

– Chiediamo ai nostri colleghi in tutta Europa, che si sono già mobilitati nel passato, di unirsi alla protesta per rendere questa data il primo sciopero internazionale contro Deliveroo.

Abbiamo anche organizzato un’assemblea generale a Parigi domenica 20 agosto, per prepararsi a questa giornata di sciopero. Fino quel momento, ogni rider ha il compito di convincere altri suoi colleghi ad unirsi allo sciopero.

Assieme, possiamo deragliare Deliveroo!