di Matteo Pronzini*
Nelle scorse settimane ho avuto la possibilità, in colloqui con diverse persone, di appurare che nella pausa estiva si sono manifestati alcuni problemi relativi all’assunzione di docenti nel settore medio e medio-superiore.
Quello più preoccupante, che riguarda – da quanto ho potuto capire – sia il settore medio che quello medio superiore, è il rapporto tra il sistema di abilitazione degli insegnanti e gli sbocchi professionali. In alcune materie, docenti , “freschi” di abilitazione, non troveranno un posto di lavoro a tempo pieno per l’oramai imminente inizio di anno scolastico (medio superiore); altri (medio) sarebbero addirittura rimasti (ad abilitazione conclusa) senza ore di insegnamento.
Chiedo quindi al consiglio di Stato:
1. Il problema qui sopra menzionato esiste effettivamente? Quali sono le sue dimensioni?
2. In caso affermativo, come è possibile che questo possa avvenire visto che il sistema di abilitazione degli insegnanti messo a punto in Ticino negli scorsi anni (e contestato da più parti) è sempre stato giustificato da parte degli organismi dirigenti del DECS per il fatto che esso permetterebbe di “pianificare” il numero di docenti da abilitare adeguandolo ai bisogni di personale insegnante?
3. Non ritiene comunque necessario, non solo alla luce di questi episodi, ma di altri segni di insoddisfazione rispetto a forme e contenuti dell’attuale sistema di abilitazione (che gode di scarsissima considerazione non solo tra gli insegnanti, ma anche tra tutti coloro che in qualche modo vi hanno a che fare – mancano ormai solo le barzellette sul DFA, come per i carabinieri), aprire una discussione pubblica sul sistema di abilitazione coinvolgendo tutte le parti in causa?
*Interrogazione del deputato MPS Matteo Pronzini al Consiglio di Stato del 16 agosto 2017.