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di Matteo Pronzini*

2’966 posti di lavoro vacanti annunciati agli Uffici regionali di collocamento (URC) nel 2016 e 20’921 persone transitate in disoccupazione nel 2016. Il numero dei posti vacanti annunciati agli URC dalle aziende rimane estremamente basso, malgrado la tanto vantata campagna “Più opportunità per tutti” del DFE che avrebbe dovuto convincere le imprese a segnalare gli impieghi disponibili: le posizioni vacanti annunciate sono passate da 2’615 a 2’966 fra il 2015 e il 2016, quindi solo 351 posti i più malgrado il DFE abbia esteso l’azione a ben 14’000 imprese (CdT, 19 settembre 2016) e siano stati creati in un anno (I tri. 2016- I trim. 2017) ben 3’500 nuovi impieghi in Ticino.

Secondo il consigliere di Stato Christian Vitta, intervistato dal quotidiano Le Temps (21 agosto 2017), questo aumento sarebbe del 42% , ma non si capisce come l’abbia calcolato. Di sicuro la campagna del DFE non ha convinto le aziende a rinunciare alla manodopera a basso costo d’oltrefrontiera visto che nel II trimestre 2017 il numero di frontalieri è aumentato di 3’319 in un anno.

Ora si scopre anche che il software utilizzato dai collaboratori degli Uffici regionali di collocamento (URC) non è predisposto per incrociare automaticamente i profili dei candidati e i criteri per i posti di lavoro annunciati. I collaboratori degli URC devono eseguire ricerche «manuali» e verificare se profilo e impiego combaciano, stando a un articolo della «SonntagsZeitung» poi riportato anche dai media ticinesi. Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia, interrogato dal Corriere del Ticino (8 agosto 2017) si mostra come sempre fiducioso e afferma che questo problema sarà analizzato. Aggiunge poi che già oggi i consulenti degli URC «sono in grado di proporre un ventaglio di candidati già valutati entro una decina di giorni».

Al di là del fatto che il nuovo sistema di “preferenza ai disoccupati residenti” prevede che gli URC abbiano “l’esclusiva” per poter presentare candidati per soli tre giorni e che se ne necessitano dieci la misura non avrà nessun effetto, ci si chiede come sia possibile che un simile problema del sistema informatico sia emerso solo ora. Moltissimi disoccupati si lamentano del fatto che gli URC non hanno mai proposto loro un lavoro che corrisponda alle loro qualifiche, anzi che non hanno mai proposto loro un lavoro in generale; altri invece sono stati invitati a presentarsi per impieghi per i quali non soddisfacevano i criteri posti dalle aziende. Addirittura ci sono casi di impieghi segnalati ai disoccupati dagli URC per i quali i salari proposti non rispettavano i minimi fissati da CCL e CNL.

La situazione sul fronte della disoccupazione è diventata sempre più drammatica in Ticino, in particolare dopo l’entrata in vigore della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) che ha ridotto le indennità a molte categorie di disoccupati. Il tasso di disoccupazione ILO in Ticino stando agli ultimi dati è del 6,8%, contro il 4,4% di media svizzera. Ogni mese decine di persone esauriscono il diritto alle indennità (197 a maggio, solo il 24% ha ritrovato un lavoro due mesi dopo aver terminato il diritto) e finiscono a carico dello loro famiglie o dell’assistenza (257 economie domestiche in più a maggio, +5% in un anno, per un totale di 468 persone, +6%).

È necessario quindi capire quali misure funzionano e quali invece no se veramente l’obiettivo è di migliorare il sistema di aiuto ai disoccupati. Chiediamo pertanto al Lodevole Consiglio di Stato:

1.Quanto è costata globalmente la campagna “Più opportunità per tutti”?

2.Il consigliere di Stato Christian Vitta ha dichiarato a Le Temps: «Nous avons recréé une relation de confiance, ce qui a aussi débouché sur une croissance de 42% des placements de chômeurs sur les postes vacants enregistrés aux ORP en un an». Come è stato calcolato quel 42% di aumento? Come si spiega il fatto che a fronte di 351 nuovi posti di lavoro vacanti annunciati agli URC, ci siano stati comunque 3’300 frontalieri assunti in un anno? Questa crescita della manodopera d’oltrefrontiera è da mettere in relazione al fatto che i salari mediani sono calati in ben 7 sezioni economiche su 17 fra il 2008 e il 2014 come attesta la tabella pubblicata nell’ultimo studio dello’Ufficio cantonale di statistica dedicato al tema (vedi tabella di seguito)?

3. Quante aziende che non avevano mai annunciato posti vacanti agli URC vi si sono rivolte dopo la campagna?

4. Quanti disoccupati sono stati ricollocati l’anno scorso grazie ai posti vacanti annunciati agli URC? Quanti di questi sono posti di lavoro a tempo indeterminato? Quanti disoccupati che hanno ritrovato lavoro grazie ai posti vacanti agli URC sono anche a beneficio di un guadagno intermedio (cioè ricevono comunque le indennità visto che lo stipendio percepito è inferiore)?

5. Quanti disoccupati hanno ritrovato un posto di lavoro da soli, tramite annunci o in altri modi?

6 . Vengono eseguiti controlli per verificare che le aziende che si sono rivolte agli URC offrano stipendi in linea con i CCl o i CNL?

7. Come avviene la selezione dei candidati per un posto vacante? A quanti disoccupati viene offerto mediamente lo stesso posto vacante?

* Interrogazione al Consiglio di Stato del Deputato MPS Matteo Pronzini del 21 agosto 2017.