a cura della redazione
Il Consiglio comunale di Bellinzona, nella sua ultima seduta, ha approvato il Nuovo regolamento della città di Bellinzona. Tra i temi in discussione, quello che sicuramente ha attirato l’attenzione di tutti riguarda i nuovi “salari” dei Municipali, che, rispetto, a quelli praticati nei comuni che hanno dato vita alla nuova città, hanno conosciuto un aumento eccezionale.
Eccoli:
1) al sindaco verranno versati 120’000 franchi all’anno (cioè circa 10’000 franchi al mese) oltre a 12’000 franchi all’anno di rimborso spese
2) al vice-sindaco andranno 95’000 franchi annui (circa 8’000 franchi al mese), più 9’000 franchi di rimborso spese
3) agli altri municipali andranno 80’000 franchi all’anno (6’500 franchi al mese) più 6’000 franchi di rimborso spese
Non si tratta di un lavoro a tempo pieno. Queste cifre, secondo chi le ha approvate, corrispondono ad un impegno pari al 70% circa per il sindaco, al 60% per il vice-sindaco e al 50% per gli altri municipali.
Si tratta per noi di importi moralmente e politicamente inaccettabili. Ed è per questo che, continuando l’opposizione sviluppata in Consiglio Comunale (unico gruppo politico ad essersi opposto) abbiamo deciso di lanciare il referendum.
Lavorare e governare, tutto in uno!
Tutto ciò significa che, oltre a ricevere questi generosissimi stipendi, i membri del municipio avranno tempo a disposizione per “completarli” in modo assai importante. Infatti tutti gli attuali membri del municipio svolgono attività indipendenti che permettono loro di continuare a svolgere attività ben remunerate. Tre degli attuali municipali sono avvocati o notai (una consultazione telefonica professionale è possibile anche seduti comodamente nella poltrona di sindaco o di municipale); uno è un imprenditore, due sono pensionati di enti pubblici, uno è quadro dirigente di un istituto universitario. Si tratta di persone che possono organizzare molto bene la loro attività professionale, facendola combaciare con la carica di municipale, riducendo al minimo le perdite di salario derivanti dai loro impegni politici. In altre parole possono fare i municipali e rinunciare a molto poco di quel che percepiscono con la loro normale attività professionale.
Un carica che porta benefici…
Possiamo anzi aggiungere, e tutti sanno come funzionano questi meccanismi, che per alcune attività (avvocato, notaio, imprenditore, etc.) la presenza in un Municipio rappresenta un rafforzamento delle possibilità e delle attività professionali. Ad esempio, per un avvocato o un notaio, un aumento dei mandati loro affidati grazie alla visibilità e alla carica politica. Mandati che, magari non possono essere affrontati direttamente, ma possono essere “girati” agli studi e alle aziende nei quali i municipali prestano la propria attività. Riflessioni che valgono in generale e non solo per il Municipio di Bellinzona!
Municipale, una professione per pochi…
In realtà, contrariamente a quanto si afferma, con questa soluzione non si vuole evitare la “professionalizzazione della politica”, ma piuttosto permettere solo a chi svolge determinate professioni di continuare a svolgerle pur accedendo alla carica di municipale; e ricompensandoli generosamente per il “sacrificio” che fanno mettendosi “a disposizione” della cosa pubblica.
Sono possibili altre soluzioni
Sono possibili altre soluzioni? Certo! La lista MPS-POP-Indipendenti in Consiglio comunale ha proposto gli stessi importi chiedendo tuttavia che ne venisse versata solo la differenza tra questi importi e il reddito da lavoro (o da pensione) percepito nell’anno fiscale precedente. In questo modo fare il municipale non diventerebbe uno strumento di arricchimento personale.
Un confronto con altre città. Solo per i municipali?
Lasciano poi il tempo che trovano i confronti con altre città (in particolare della Svizzera tedesca e romanda) di proporzioni simili a quella di Bellinzona e cui membri dei municipi riceverebbero salari simili. Se questo ragionamento fosse corretto, dovremmo allora applicarlo ai docenti comunali, agli impiegati comunali, agli operai del comune: per loro i salari restano ben al di sotto di quelli percepiti nelle regioni e nelle città con le quali si fanno i confronti.
Nel frattempo, si dice no alla fissazione di un salario minimo contro il dumping!
E che dire poi del fatto che, nella stessa seduta, il Consiglio Comunale abbia rifiutato di introdurre nel regolamento del comunale un principio salariale utile a combattere il dumping salariale di cui tutti parlano. La lista MPS-POP-Indipendenti ha proposto di introdurre nel regolamento comunale il principio che nessun dipendente del comune ricevesse un salario inferiore ai 52’000 franchi all’anno (4’000 franchi al mese per 13 mensilità) per un impiego a tempo pieno. Quasi la metà di quanto guadagnerà un municipale che si considera “impegnato” a metà tempo! Inutile aggiungere che la nostra è stata l’unico gruppo politico a votare questa proposta.
Per tutte queste ragioni come MPS abbiamo deciso di lanciare il referendum contro il nuovo regolamento della città di Bellinzona che contiene queste norme a nostro modo di vedere assolutamente irrispettose della difficile situazione salariale e sociale che vivono salariati e pensionati nella nostra città e nel nostro Cantone.