di Carlo Curti
Quanti auguri nell’edizione di giovedì 14 settembre.
Paginate intere, a pagamento, da parte degli addetti ai lavori, banche, aziende, enti pubblici e privati.
E ai comuni cittadini-lettori? Due righe per un grazie nella “spalla” del Direttore. Chissà quanti si saranno commossi.
Poi il carosello delle congratulazioni che contano, centellinate a dovere da chi fa andare avanti il giornale, la Pubblicità, vera e propria fata turchina a cui tutti, nel campo di battaglia mediatico, affidano le proprie sorti senza fare un cip.
Quanti “cip” invece, alla fine di ogni anno, indirizzati agli abbonati, allorché si tratta di far digerire aumenti di prezzo che ormai hanno scadenze più puntuali dei formulari per la dichiarazione dei redditi. E quante promesse di restare al nostro servizio, di informazione oculata, obbiettiva, libera. Anche qui, se si prendono per buone le indagini di mercato, molti si saranno commossi mettendo mano al portafoglio. Neanche uno che abbia avuto il bubbio che gli aumenti sarebbero andati a garantire gli “autorevoli” stipendi dei colonnelli di redazione ? Neanche uno che abbia sorriso (eufemismo) a leggere l’aggettivo “libera”? Certo, i professionisti della persuasione occulta sono abili, convincenti e furbi, ma se è vero che per ogni furbo c’è un bischero, qualcosa non quadra: Tutti bischeri o tutti coscienti che ciò che leggono è il contorno di quello che accade e che la sostanza sta altrove e nessuno, democraticamente, ha interesse a dirla?