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a cura della redazione

La riforma Previdenza 2020 (PV2020) ci viene presentata come un rafforzamento dell’AVS e un miglioramento delle rendite per tutti, in special modo i bassi salari. In realtà è l’esatto contrario: la PV2020 rafforza il secondo pilastro mentre il previsto aumento di 70 franchi dell’AVS serve a coprire a malapena le perdite dovute alla riduzione del tasso di conversione per i bassi salari, mentre quelli medi e medio-alti ci perderanno.

Siccome questo ritornello della compensazione ritorna spesso tra i fautori della riforma, abbiamo deciso di fare un po’ di conti, partendo dalle schede elaborate dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali che chiunque può scaricare dal sito. Si tratta di schede con esempi concreti delle ripercussioni finanziarie per gli assicurati. Siamo arrivati a conclusioni, come detto qui sopra, decisamente diverse da quelle dei sostenitori della riforma.

L’UAFS ha calcolato perdite, costi, aumento dei contributi LPP e AVS e delle rendite per lavoratori soli e famiglia con diversi tipi di reddito. Sotto ogni tabella sono riportate anche le cifre più dettagliate e spiegazioni.

L’esempio più significativo è quello per una persona sola con un salario di 5200 fr, visto che il salario mediano ticinese nell’economia privata è 5’125 franchi
La riduzione del tasso di conversione causa una perdita della rendita LPP di 128 franchi, spiega l’UFAS. A questi 128 fr bisogna aggiungere 7 franchi di IVA in più, fanno una perdita totale di 135 franchi, che non è quindi compensata dai 70 franchi in più di AVS.
E neppure l’aumento dei contributi LPP – che vanno da 10 a 39 franchi – riusciranno a colmare le perdite: gli uomini otterranno rendite LPP più basse rispetto all’aumento dei contributi. I più penalizzati saranno quelli di 44 anni visto che verseranno 39 franchi di LPP in più per 20 anni per averne 48 franchi in meno una volta in pensione.
L’UFAS stessa precisa, sotto la tabella: “solo i ventiquattrenni riusciranno a raggiungere una compensazione totale nel 2° pilastro. Gli assicurati più anziani (ndr. uomini)
mancheranno questo obiettivo per un importo fino a 48 franchi al mese”.
Anche le donne di 34 e 44 anni dovranno pagare per 30, rispettivamente 20 anni, somme superiori a quelle che riceveranno in pensione e questo malgrado il fatto che dovranno lavorare un anno in più versando contributi AVS per 226 franchi e contributi LPP per 309 franchi al mese.
Risulta evidente al primo colpo d’occhio che l’AVS è decisamente più vantaggiosa se si considera il rapporto contributi/prestazioni: con 8 franchi in più di contributi, a cui si devono aggiungere 7 franchi di IVA si ottengono 70 franchi in più di AVS. Perché non si è puntato su un vero rafforzamento dell’AVS?

Il tanto decantato miglioramento per i bassi salari – 3500 franchi – si riduce per finire a pochi franchi al mese. La riduzione del tasso di conversione causerà una perdita di 59 franchi secondo i calcoli dell’UFAS, se si sommano i 70 franchi di AVS in più si ottiene un guadagno di 11 franchi…che però verrà intaccato dall’aumento dell’IVA che causa maggiori spese di 6 franchi. Rimangono 5 franchi, una cifra pari all’aumento dei contributi AVS.

Sembra proprio che cifra di 70 franchi di aumento dell’AVS, che non corrisponde certo all’aumento dei costi della vita, sia stata calcolata per coprire giusto la perdita della rendita LPP per i salari bassi dovuta all’abbassamento del tasso di conversione.

L’aumento delle rendite di LPP per i bassi salari viene finanziato solo attraverso i contributi del secondo pilastro e a caro prezzo! Fra aumento dei contributi e IVA, le maggiori spese mensili potranno raggiungere i 71 franchi (6 + 5 + 60 per i 44enni), che per un salario di 3’500 franchi rappresentano una notevole perdita di potere di acquisto. D’altronde i sostenitori della PV2020 ci dipingono i 70 franchi in più di AVS come un grande vantaggio, quindi dovrebbero capire che 71 franchi in meno per salari così bassi sono una notevole perdita.
Se si confronta la tabella per i redditi di 3’500 franchi e quella per redditi di 7’000 fr si nota che, pur guadagnando la metà, il supplemento di contributi LPP è maggiore (aumenti contributi LPP da 10 a 48 franchi per chi guadagna 7’000 fr, da 23 a 60 franchi per chi ne guadagna 3’500)
Dove sarebbe quindi il carattere sociale di questa riforma?

Per i salari alti, 7’000 franchi, è evidente la perdita per tutti nel settore LPP. La riduzione del tasso di conversione causa un mancato introito di 201 franchi al mese e l’UFAS stessa precisa che malgrado l’aumento dei contributi “Nel 2° pilastro non sarà però raggiunta una compensazione totale: a seconda dell’età, la rendita LPP diminuirà di un importo compreso tra 49 e 110 franchi al mese.”
Nell’anno in più in cui lavoreranno le donne pagheranno contributi AVS per 305 franchi e contributi LPP per 471 franchi al mese e comunque le 34enne e le 44enni ci perderanno lo stesso!

Queste cifre inoltre sono calcolate su una carriera professionale ininterrotta. Oggi purtroppo le statistiche ufficiali ci dicono che i periodi di disoccupazione diventano sempre più lunghi e sempre più frequenti, e con loro anche i vuoti contributivi. Quindi le rendite risulteranno anche inferiori a queste magre cifre. In Ticino poi la situazione è particolarmente allarmante: nel 2016 in media il tasso di disoccupazione ILO era del 6,9%, due punti percentuali sopra la media nazionale, quello di sottoccupazione del 9,1%, pure di due punti percentuali sopra la media svizzera. Per la denno la situazione è ancora più grave: tasso di disoccupazione del 7,3% e di sottoccupazione del 13,7%, oltre a salari inferiori. In questa situazione credere che potranno arrivare a mantenere le rendite è illusorio, per contro è certo che l’aumento dei contributi e dell’IVA ridurrà ancora di più il loro potere di acquisto.

Si parla tanto dei baby boomer, ma ci si dimentica di dire che le promesse fatte ai baby boomer per quanto riguarda la previdenza professionale sono state tradite: nel tempo il rendimento del loro capitale della previdenza professionale si è assottigliato sempre più. Senza contare che quei soldi forse non potremo nemmeno più ritirarli perché il Consiglio degli Stati ha già approvato una riforma che impedisce di prelevare la parte obbligatoria del II pilastro.
Gli unici a guadagnare da questa riforma saranno le casse pensioni, che avranno più fondi a disposizione per fare investimenti e realizzare utili. L’AVS serve solo a tappare in parte le falle del II pilastro!
Non dimentichiamo che questa riforma assicura il finanziamento dell’AVS solo per 10 anni, mentre gli svantaggi dell’abbassamento del tasso di conversione dureranno minimo 30 anni anche per chi ha un salario medio.
Accettando l’aumento dei contributi al II pilastro inoltre sabotiamo le possibilità di un reale rafforzamento dell’AVS anche per i prossimi anni, perché la maggioranza borghese non accetterà un ulteriore incremento. Saremo condannati a pagare di più alla casse pensioni per ricevere di meno e metteremo a rischio l’AVS!

Non dimentichiamo di cosa dicevamo solo un anno fa in occasione della votazione su AVSPlus: l’AVS è più vantaggiosa ed è l’assicurazione più sociale che esista in Svizzera, non mettiamola rischio solo per fare un ulteriore regalo alle casse pensioni!