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di Dario Borsari

Pubblichiamo qui di seguito l’intervento del compagno Dario Borsari del collettivo “Stop à la hausse” in occasione della manifestazione di ieri a Friborgo contro l’innalzamento delle tasse di iscrizioni universitarie dell’ateno friborghese che ha riunito più di 600 manifestanti.

Ciao a tutti,
Oggi ci battiamo, tutti insieme, contro l’aumento delle tasse semestrali imposto dal rettorato e dal Consiglio di Stato. Con questa manifestazione vogliamo allo stesso tempo rivendicare due diritti fondamentali :
-un accesso libero e gratuito per tutti (friburghesi, ticinesi, svizzeri e stranieri) nelle scuole superiori.
-difendere il diritto di essere consultati e dunque contro le decisioni prese unilateralmente.
L’educazione pubblica é e deve restare un diritto per tutti. Non una merce. Noi non vogliamo che l’università sia condotta come si conducono le società anonime basate sulla produttività ed il profitto.
In effetti se abbiamo scelto di studiare all’università é per poter contribuire successivamente al bene commune nella società, non per dei grandi salari (con o senza bonus). Tutti sanno che ciò che viene realizzato dalla nostra università profitta effettivametne all’insieme della società.
Per questi motivi dobbiamo portare avanti due argomenti principali contro l’aumento delle tasse d’inscrizione.
1. Noi tutti, studenti e studentesse, partecipiamo già al finanziamento dell’università. Questa partecipazione avviene pure, indirettamente, attraverso l’IVA (l’imposta sul valore aggiunto) e le imposte pagate da molti di noi a livello cantonale (oltre a quelle pagate dalle nostre famiglie). In effetti la percentuale di studenti in Svizzera che devono concigliare studio e lavoro é già la più alta d’Europa (quasi l’80%). Motivo per cui un aumento delle tasse scolastiche aggraverebbe questa realtà pregiudicando ulteriormente la qualità dello studio. Di fronte a ciò, i fondi attribuiti ai servici sociali dell’università non potranno rispondere a tutte le domande di sostegno che saranno inviate dai studenti. Senza contare che molte persone, in situazioni precarie, non domandano nemmeno questo aiuto per timore di essere considerati dei « casi sociali ». Per questa ragione ogni studente che sarà estromesso a causa dell’aumento della tassa di studio implicherebbe una vergogna per tutti coloro che credono, come noi, alla giustizia sociale. In uno dei paese più ricchi al mondo, nel quale il cantone Friburgo con le sue finanza più che rosee non fa eccezione – più di un miliardo di ricchezza netta a fine 2016 – noi pensiamo che esista un piano B diverso rispetto all’aumento delle tasse scolastiche.
2. Denunciamo qui davanti a tutti la scandalosa mancanza di transparenza. Le discussioni silenziose dietro le quinte non sono accettabili. É assurdo che non sappiamo per che cosa dobbiamo pagare. Dunque, noi rifiutiamo d’accettare qualcosa che ci viene imposto senza avere voce in capitolo. La tradizione svizzera del consenso delle parti, spesso insegnata come modello di democrazia all’università, deve essere rispettata. Allo stesso tempo vogliamo che la democrazia diretta sia garantita. Tutto ciò in nome di un’università come luogo di dibattito aperto e di progresso sociale.
Per concludere rivendichiamo, tutti insieme, l’annullazione dell’aumennto delle tasse semestrali imposto via ordonnanza dal Consiglio di Stato. Questa rivendicazione non deve fermarsi alla manifestazione di oggi. Il nostro collettivo «Stop la hausse» vi invita dunque, tutti e tutte, all’assemblea generale « u Centre fries» prevista dopo la manifestazione. Venite numerosi. Non dobbiamo avere paura di difendre le nostre convinzione ed i nostri diritti.
Stop la hausse.