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di Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini*

In relazione al futuro delle Officine FFS di Bellinzona sono quattro gli scenari proposti dalle FFS, ampiamente conosciuti (perlomeno nelle loro linee essenziali), poiché riportati con grandi dettagli da tutti gli organi di informazione. È su questi scenari, su queste varianti, che discute da mesi il gruppo di lavoro del quale fanno parte anche due Municipali di Bellinzona.

Si tratta di una discussione che in realtà non ha nulla a che vedere direttamente con la questione dell’eventuale trasferimento dell’Officina in altro luogo (anche se è un tema simbolicamente ed economicamente importante).
Infatti tutti questi scenari propongono, con gradi più o meno intensi, un forte ridimensionamento delle Officine di Bellinzona (in un caso addirittura la chiusura). Essi presuppongono una rottura produttiva, industriale, sociale (e anche culturale) con la storia delle Officine così come si è sviluppata nell’ultimo secolo; la struttura che dovesse sostituirla, se ci sarà, in nessun caso sarà una “nuova Officina”, ma qualcosa di radicalmente diverso. Basti ricordare che negli scenari di “nuova Officina” si perderanno definitivamente i tre pilastri dell’attuale assetto produttivo: la manutenzione delle locomotive, la manutenzione dei dei carri merci e la revisione degli assali. In termine di occupazione ciò significherà, in base ai dati delle FFS, un dimezzamento del numero di occupati.
Gli scenari presentati sono poi silenti sul futuro dell’attuale Officina in attesa di quella “nuova”, in particolare per quel che riguarda le garanzie occupazionali e i volumi di attività, frutto di accordi sottoscritti dalle FFS con i lavoratori, il Cantone e il Comune di Bellinzona per i prossimo futuro.
Gli scenari presentati presuppongono inoltre la fine di altri progetti, in parte già avviati, quali il centro di competenza nel settore dei trasporti: progetto oggetto di una convenzione sottoscritta dalla città e ratificata anche dal CC.
Ragioni più che valide affinché il Consiglio Comunale discuta di questi scenari (e delle conseguenze concrete che esse implicano), discuta dei diversi accordi sottoscritti, finora non rispettati e che rischiano di essere addirittura cancellati con gli scenari proposti dalle FFS (ad esempio il centro di competenza).
Attendere l’esito delle decisioni delle FFS non significa altro che rinviare un’eventuale discussione ad un momento in cui le possibilità di influenzare quelle stesse decisioni saranno, di fatto, assai limitate. Un rischio che la città di Bellinzona non può e non deve correre.

Alla luce di queste considerazioni chiediamo quindi al Municipio:

1. Non ritiene necessario che il Consiglio Comunale discuta e si esprima sugli scenari proposti dalle FFS e sulle implicazioni che esse avranno sul futuro delle Officine, esprimendo un proprio punto di vista, prima che le FFS comunichino le loro scelte definitive?
2. Non ritiene necessario che, alla luce di questa discussione, il Consiglio Comunale dia un mandato ai membri del Municipio che negoziano e negozieranno con le FFS?

* Interpellanza al Municipio delle Consigliere comunali MPS-POP-Indipendenti Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini del 25 novembre 2017