Di Matteo Pronzini*
1.In Leventina stanno per partire dei progetti importanti
Nel corso dei prossimi anni in Leventina, ed in particolare nell’alta Leventina, partiranno due grossi progetti d’investimenti pubblici.
Il primo progetto riguarda la galleria autostradale: scavo della seconda galleria, risanamento dell’attuale canna, copertura dell’autostrada, ecc. I lavori dovrebbero iniziare verso il 2020 (quindi tra poco tempo) per concludersi nel 2030 con un investimento di circa 2 miliardi di franchi. I lavori di scavo e di risanamento saranno svolti sia sul versante ticinese che su quello urano.
Il secondo progetto sarà integralmente sul territorio ticinese e riguarderà l’impianto idroelettrico del Ritom. Come indicato nel rapporto della commissione della gestione del 3 marzo 2015 “il nuovo Ritom è stato concepito con l’obiettivo di ottimizzare lo sfruttamento delle acque della regione, creando un unico sistema idraulico che prevede di unire parzialmente le nuove opere del Ritom con l’impianto esistente di Stalvedro”. L’investimento sarà di circa 300 milioni e dovrebbe durare 4-5 anni.
Gli investimenti riguarderanno il prevalenza l’ambito del genio civile, l’edilizia secondaria e quello metalmeccanico.
2. Le autorità politiche cantonali e locali negli ultimi decenni non sono state in grado di offrire contributi di qualità al rilancio economico della regione, anzi…
Negli ultimi decenni nella regione si è assistito ad un graduale ma continuo indebolimento del tessuto economico e produttivo. Ciò ha coinvolto l’economia privata ma anche l’economia pubblica. Ad esempio, vi è stata una morìa di posti di lavoro nell’ambito delle ex-regie federali. Le autorità cantonali e comunali non hanno posto resistenza, anzi… hanno e stanno pure loro contribuendo a smantellare posti di lavoro e strutture fondamentali, come conferma quanto sta avvenendo all’Ospedale regionale di Faido.
La conseguenza di tutto ciò è stato un costante spopolamento della regione, una perdita di posti di lavoro ed un invecchiamento della popolazione.
3. Nel passato recente non si sono sfruttate le possibilità offerte dai lavori della NEAT per invertire la tendenza
Anche il periodo della costruzione della galleria di base del San Gottardo non è stato utilizzato per permettere un rilancio strutturale e duraturo. Le autorità cantonali e comunali si sono adattate alla situazione, accontentandosi dei maggiori introiti nelle casse comunali e cantonali, grazie alle imposte pagate dai lavoratori occupati su questi cantieri.
Ora, a cantiere concluso, oltre il danno anche le beffe. Con l’apertura della galleria di base la regione risulta ancora più isolata ed in una situazione peggiore rispetto all’inizio dei lavori.
Siamo ora alla vigilia di un periodo che, grazie a questi due grandi investimenti, potrebbe essere lo stimolo per un’inversione di tendenza in ambito occupazione e di un possibile rilancio dell’economia locale. La premessa è però che vi sia una chiara e decisa strategia dell’intervento pubblico.
Con questa mozione chiedo dunque al Consiglio di Stato l’elaborazione di una strategia complessiva che, partendo dagli investimenti summenzionati, contribuisca ad un’inversione di tendenza nello sviluppo economico futuro della regione. In particolare:
1. Si chiede di mettere in campo tutte le misure affinché le strutture economiche locali possano svolgere un ruolo essenziale in una serie di lavori. Questo in particolare:
a) invitando i committenti a rinunciare all’allestimento di provvisori alloggi di cantiere ma di utilizzare i molti appartamenti sfitti presenti nella regione;
b) promuovendo cooperative o altre forme organizzative per la gestione delle mense del cantiere e di tutti gli altri lavori di logistica del cantiere;
c) promuovendo dei consorzi per la fornitura di tutti i beni di servizio dei cantieri (vitto, materiale di cantiere, ecc);
d) chiedendo ai committenti di incentivare la formazione di apprendisti in tutte le professioni presenti sui cantieri e di sviluppare una politica del personale che promuova la presenza delle donne in attività tradizionalmente occupate da uomini.
2. Si invita a mettere in campo tutte le misure necessarie per mantenere e potenziare, nell’ambito della medicina di base e le cure di pronto soccorso, l’Ospedale di Faido (in vista di un importante presenza di lavoratori, occupati in lavori con dei rischi elevati di incidenti e malattie, appare criminale procedere allo smantellamento dell’Ospedale di Faido).
3. Sviluppare (se necessario anche attraverso il trasferimento da altre regioni) scuole professionali o settori di esse che siano in qualche misura collegate alle professioni principali presenti sui cantieri;
4. Richiedere che le imprese attive in questi lavori siano radicate nella regione o promuovano una loro presenza stabile e duratura nella regione
5. Favorire la presenza in valle non solo dei lavoratori occupati ma delle loro famiglie, tramite adeguate misure di promozione a livello abitativo, formativo e sociale.
6. Organizzare con il dovuto anticipo la formazione, perfezionamento professionale di persone disoccupate (con particolare attenzione ai lavoratori con oltre 45 anni) nelle professioni che saranno presenti sui cantieri e intervenire sui committenti affinché vengano assunti dalle aziende che si occuperanno dei lavori.
Quelli qui sopra elencati sono solo alcuni esempi (ve ne sono sicuramente altri) di misure, iniziative, provvedimenti che potrebbero essere pensati e messi in atto per evitare che la Leventina perda quella che potrebbe essere, forse, uno degli ultimi appuntamenti per tentare di invertire la situazione di declino con la quale si trova confrontata da ormai diversi decenni.
* Mozione al Consiglio di Stato del Deputato MPS Matteo Pronzini del 5 dicembre 2017.