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Troverete al link seguente il secondo decreto d’abbandono del Procuratore Generale John Noseda riguardante il caso Rimborsopoli.
Troverete al link seguente il secondo decreto d’abbandono del Procuratore Generale John Noseda riguardante il caso Rimborsopoli.
Ascoltando il PLR (e non solo), da anni sembrerebbe che stiamo affrontando una “esplosione” dei costi della salute. In realtà, negli ultimi anni l’aumento dei costi sanitari è stato in linea con il rincaro generale. Lo confermano i dati relativi al 2023 pubblicati oggi.
Apprendiamo infatti che i costi complessivi della salute sono aumentati del 2,4%, passando da 91,7 a 93,9 miliardi di franchi, mentre nello stesso periodo l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 2,1%. Nel 2023, tuttavia, i premi di cassa malati sono aumentati ben oltre: +6,6% a livello nazionale e +9,2% a livello cantonale.
Un’ulteriore conferma che l’“esplosione” riguarda in realtà i premi delle casse malati, non i costi della salute. Negli ultimi tre anni, infatti, i premi sono aumentati di quasi il 20% a livello nazionale e di oltre il 30% in Ticino.
Secondo laRegione, tira aria di maretta tra il CdA di AIL SA e il Comune di Lugano. Il CdA non vedrebbe di buon occhio la presenza del responsabile delle finanze, temendo pressioni per usare i fondi dell’azienda elettrica – ricchissima – a favore delle casse comunali, sempre più vuote.
È una lotta per la “roba”, visto che AIL è un vero e proprio forziere, che custodisce un tesoro da 180 milioni di franchi. La trasformazione, anni fa, in società anonima di diritto privato permette alla società di privilegiare i propri obiettivi finanziari, operando in totale autonomia dalla politica.
E la “sete di denaro” del Municipio? Non è che il sintomo di una politica interamente piegata agli interessi imprenditoriali, il cui prezzo diventa sempre più insostenibile per la collettività.
Una sola certezza: i “cittadini-clienti” di AIL SA continueranno a pagare tariffe elettriche salate per riempire il forziere, indipendentemente da chi, alla fine, ne deterrà le chiavi.
Eravamo abituati ad affrontare le depressioni economiche (terribile quella degli anni ’30) e quelle meteorologiche; ora arriva la depressione calcistica. Un’invenzione firmata dai media zerbini del Lugano Calcio, ovvero il Corriere del Ticino e Teleticino.
Pare che il Lugano sia in crisi depressiva, e questo spiegherebbe i risultati deludenti. È finito il delirio collettivo di qualche mese fa, finiti i cori da santificazione per una squadra “entrata nella storia”, finita l’operazione “esempio vincente” con Croci Torti oratore della cerimonia di inizio anno a Lugano.
Resta solo la depressione, da trattare non si sa se sul piano sportivo o su quello terapeutico con sedute psicanalitiche di gruppo. A meno che non si scopra, ancora una volta, che la colpa è del solito MPS, reo, con il suo referendum sul PSE, di aver “ritardato” il nuovo stadio di calcio che tanto bene farebbe al Lugano e a tutto il calcio mondiale. Vedremo.
Il Municipio di Lugano, sicuramente, avrà un “plan B”: magari Chiesa in campo?
Nella confusa vicenda dei dazi, Trump ha deciso di esentare smartphone, computer e altri dispositivi elettronici dall’aumento del 145%. Una scelta comprensibile, se pensiamo ai suoi maggiori sostenitori, tutti presenti alla sua cerimonia di insediamento. Del resto, l’86% delle consolle da gioco importate negli USA viene dalla Cina, così come il 79% dei monitor, il 73% degli smartphone, il 70% delle batterie agli ioni di litio e il 63% dei computer portatili.
E a chi fa notare che Trump ha imposto dazi anche a Tesla, l’azienda del suo amicone Musk, va ricordato che l’azienda di Musk, per la sua organizzazione produttiva, sarà quella meno penalizzata tra le case automobilistiche americane, ottenendo grazie a questi nuovi dazi persino ulteriori vantaggi competitivi rispetto a Ford e General Motors.
È proprio vero, agli amici non si fa mai pagare dazio!