Il 14 maggio 2018 l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato le cifre relative alla Rivelazione dei salari 2016. Come sempre il Ticino è fanalino di coda. Quel che più preoccupa è che in alcuni rami economici le differenze di retribuzione con il resto della Svizzera superano il 20%, 30% e addirittura il 40%. Non è una novità perché già la Rilevazione dei salari 2014 aveva messo evidenza questi vistosi scarti, ma – malgrado diversi atti parlamentari (1) – il Consiglio di Stato si è sempre rifiutato di commentare i dati e di commissionare uno studio approfondito.
Due anni dopo quindi il problema di ripresenta e ancora non sappiamo a cosa è dovuto.
Le differenze vanno dai 227 in meno nei servizi di ristorazione e alloggio ai 4’454 franchi in meno nell’industria farmaceutica.
In molti rami lo scarto supera di gran lunga i 1’000 franchi e non può essere spiegato con la presunta differenza di costi fra il Ticino e il resto della Svizzera.
Questi i dati pubblicati dall’UST:
Simili differenze si possono spiegare solo con il fatto che in Ticino, per lo stesso ramo, i posti di lavoro sono molto meno qualificati o con un dumping generalizzato.
Ancora più inquietante è il calo dei salari registrato in alcuni rami fra il 2008 e il 2016. Neppure questa è una novità visto che il problema era già emerso con i dati della Rilevazione dei salari 2014, pubblicati dall’UST il 31 ottobre 2015.
Neppure in questo caso il Consiglio di Stato ha ritenuto importante commissionare uno studio o commentare le cifre.
Questi i dati pubblicati dall’UST:
Quando i salari mediani calano significa che c’è sempre più gente pagata meno o perché ci sono più posti a basse qualifiche o perché sono calati i salari per le stesse qualifiche.
In entrambi i casi questi dati non coincidono con la promessa, più volte reiterata dal Consiglio di Stato, di voler offrire posti di lavoro di qualità ai residenti con salari dignitosi. Anzi alcuni di questi rami economici dove i salari sono calati o sono nettamente inferiori al resto della Svizzera fanno parte dei quattro metasettori su cui il cantone ha deciso di puntare per lo sviluppo economico futuro. Il rischio è quindi quello che promuovere imprese che offrono posti di lavoro non qualificati o salari troppo bassi.
Con questa mozione chiedo pertanto al lodevole Consiglio di Stato di dare mandato dall’USTAT di effettuare al più presto uno o più approfondimenti per chiarire le cause che hanno portato i salari mediani ticinesi a distanziarsi in maniera così vistosa da quelli svizzeri e che hanno determinato il calo dei salari mediani in 8 anni in alcuni rami economici, onde evitare che passino altri tre anni senza che queste dinamiche vengano studiate.
*Interrogazione del Deputato MPS Matteo Pronzini del 15 maggio 2018
1) Interrogazione 189.15, Interrogazione 76.16, Interpellanza 1707, Mozione 1228