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Apprendiamo dai media che nel caso Argo 1 il Consiglio svizzero della Stampa ha stabilito che il Corriere del Ticino (CdT) ha violato più disposizioni della Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista e delle relative Direttive, pubblicando nell’ottobre 2017 nomi e circostanze attinenti alla sfera privata di due ex dipendenti della Argo 1. In particolare la pubblicazione del nome di uno di essi risulta essere illecita.

Proprio a seguito degli articoli del CdT un ex dipendente ha subito una perquisizione del suo domicilio perché accusato di residenza fittizia dai giornalisti ed è stato sospeso dal lavoro. Indipendentemente dal caso Argo, è importante chiarire come sia possibile che polizia e funzionari intervengano in maniera così intrusiva nella vita privata di una persona sulla base di un semplice articolo di stampa, senza l’ombra di una prova. Per i manager delle Gucci, anch’essi accusati dalla stampa di residenza fittizia ottenuta con la complicità Luxury Goods Services (LGS), non si è avuto notizia né di perquisizioni né di inchieste nei riguardi dei manager o dell’impresa (vedi anche risposta alla nostra interrogazione 38.18, Residenze fittizie: perquisizioni anche a casa dei manager di Gucci e alla LGI?). Ci si chiede quindi quali siano i criteri in base ai quali vengono decisi gli interventi: evidentemente un articolo di stampa non ha la stessa valenza per tutti.

Ricordiamo che il quotidiano di Muzzano aveva pubblicato il 17 e 18 ottobre due articoli in cui faceva i nomi di due ex dipendenti della Argo 1. Uno di essi aveva già testimoniato a viso scoperto alla trasmissione Falò, dell’altro invece non era stata fatta menzione prima di allora. Il 18 ottobre in serata (quindi la sera stessa della pubblicazione dell’articolo in cui si accusava l’uomo di residenza fittizia) Renato Bernasconi, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (DASF) del DSS, invia una mail al responsabile della Securitas, con copia a Carmela Fiorini, chiedendogli di sospendere l’ex dipendente della Argo che aveva ritrovato lavoro presso Securitas. La missiva iniziava così: “Egregio Sig. Moro, caro Stefano, come anticipatoti verbalmente, a seguito delle informazioni apprese dai media, a titolo cautelativo ti chiediamo di non impiegare….

Non sappiamo quando sia avvenuta la perquisizione. Il 6 novembre 2017 rispondendo in aula ad alcune interrogazione, l’on Gobbi ha dichiarato che:

– Ogni volta che l’Ufficio della migrazione viene a conoscenza di un sospetto caso di abuso procede con gli accertamenti necessari, tra i quali figura anche il coinvolgimento delle autorità di polizia per il controllo sul territorio come previsto dalle basi legali applicabili, vale a dire il regolamento della legge di applicazione alla legislazione federale in materia di persone straniere dell’8 giugno 1998 [RL 1.2.2.1.1].

– Le verifiche usuali poste in essere dall’Ufficio in presenza di sospette residenze fittizie possono scaturire anche da notizie di stampa, le quali sono recepite unicamente quale indicatore di rischio

– questo non è il primo caso che, a seguito di articoli di stampa, conduce a verifiche di questo tipo

– controlli sono stati effettuati dalla Polizia cantonale e dall’Ufficio migrazione.

L’ex dipendente della Argo quindi non è stata l’unica persona ad aver subito un’ingerenza nella vita privata sulla base di articoli di stampa. Questi interventi non hanno nulla a che vedere con lo scandalo che ha coinvolto l’agenzia di sicurezza, si tratta di stabilire in quanti casi e con che modalità vengono effettuati controlli o perquisizioni.

Chiedo pertanto al Lodevole Consiglio di Stato:

1 – quante persone hanno subito una perquisizione del domicilio perché accusate dalla stampa di residenza fittizia?

2 – in quali altri casi simili i sospettati sono stati sospesi dal lavoro?

3 – quale articolo delle Legge federale sugli stranieri autorizza la perquisizione del domicilio di una persona sospettata di residenza fittizia? (Ricordiamo che in aula l’on Gobbi non ha mai negato che si trattasse di una perquisizione)

4 – da chi vengono ordinate normalmente le perquisizioni in caso di sospetta residenza fittizia?

5 – chi effettua abitualmente i controlli in caso di sospetta residenza fittizia? La polizia cantonale?

6 – che genere di controlli vengono abitualmente effettuati in caso di sospetta residenza fittizia?

7 – se un articolo di stampa viene recepito “unicamente come indicatore di rischio” e non come sospetto concreto, come è possibile che venga ordinata una perquisizione?

8 – quando è stata ordinata ed effettuata la perquisizione al domicilio dell’uomo accusato il 18 ottobre dal CdT di residenza fittizia?

*Interrogazione del Deputato MPS Matteo Pronzini del 31 agosto 2018.