Sul Corriere di sabato scorso Giovanni Galli analizza le prospettive del Progetto fiscale 17 attualmente in discussione alle Camere federali. Secondo la sua analisi il compromesso che si va delineando (sgravi fiscali da un lato in cambio di finanziamenti all’AVS) rischia di scontrarsi con la volontà popolare, così come era capitato lo scorso anno con il progetto di riforma III delle imprese; stesso destino del “compromesso” su previdenza 2020, con il rifiuto di un aumento dell’età AVS e della diminuzione delle rendite del secondo pilastro in cambio di un aumento delle rendite future AVS di 70 franchi mensili.
Partendo da questi due esempi di “compromesso” e facendo riferimento ad alcune indagini demoscopiche, Galli arriva alla conclusione che questo tentativo di mescolare, di legare in una sorta di baratto, sgravi fiscali e miglioramenti sociali non regge da più punti di vista. Lederebbe i diritti democratici e la logica sottesa a questo “scambio” sarebbe “più un ricatto che un’autentica scelta”; inoltre si mischierebbero “ per mera convenienza due temi tra loro estranei” e “con il pretesto del pragmatismo , si sdogana un metodo politico discutibile”.
Osservazioni sacrosante quelle di Galli che non possono non essere condivise.
Ma a questo punto il nostro pensiero non può non andare al recente dibattito sulla riforma fiscale e sociale voluta dal governo cantonale e approvata, seppur per un soffio, dalla popolazione lo scorso 29 aprile. Anche in quella occasione governo e parlamento imposero questo “metodo politico discutibile”, questo “ricatto”, legando i supposti miglioramenti sul terreno della politica sociale all’accettazione degli sgravi fiscali.
Eppure il Corriere del Ticino, di cui Galli è autorevole commentatore, si è guardato bene dal denunciare, lo scorso 29 aprile, il “ricatto” al quale sono stati sottoposti i cittadini e le cittadine del Cantone (senza il quale sicuramente la riforma fiscale non sarebbe stata accolta) , mettendo i cittadini “con le spalle al muro”.
È vero che a livello nazionale tutti i partiti sembrano sposare questa tesi (persino il PSS di Levraz – che ha dichiarato di recente di non vedere alcun problema nell’abbinamento dei due temi; in Ticino quella parte del PS che si era opposta alla riforma fiscale aveva fatto di questo tema il suo cavallo di battaglia): ma questo non rende meno valide le obiezioni emesse da Galli. Obiezioni che, lo ripetiamo, condividiamo; ma che dovrebbero valere sempre, a livello federale così come a livello cantonale. Anche perché, vi è da scommetterci, qualsiasi ulteriore riforma fiscale che verrà tentata a livello cantonale sarà corredata da bellissime contropartite “sociali”!
*Pubblicato sul Corriere del Ticino del 27 agosto 2018.