Tempo di lettura: 5 minuti

La moda è uno dei quattro settori su cui il Consiglio di Stato intende puntare per lo sviluppo futuro del Ticino. Salvo che di questo settore si sa molto poco e le cifre che vengono citate nei media cambiano spesso. Il segreto fiscale, sempre invocato dal cantone quando vengono poste domande puntuali, permette ad associazioni e singole persone di avanzare dati che non possono essere provati. Le autorità, dal canto loro, sembrano non essere in grado di fornire cifre attendibili indipendenti. Questo favorisce l‘insorgere di una sorta di “leggende metropolitane” che si diffondo sempre più senza sapere in realtà se si basano su fatti accertati.

Prediamo ad esempio i posti di lavoro nel settore Moda: si parla di 4’500, 6’000 e addirittura 10’000 addetti. Nello studio del Bak Basel commissionato dal cantone e in quello del prof. Baranzini e colleghi (studio autonomo e indipendente, ma presentato con una conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline il 23 ottobre 2015 alla presenza del consigliere di Stato Christian Vitta e di Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell’economia) si parla di circa 4’000 posti di lavoro. In un commento pubblicato da Il Caffè del 14 ottobre 2018, l’on Vitta parla ora di ben 700 aziende e 9’000 posti di lavoro. Una crescita da far impallidire le tigri del sudest asiatico o un semplice cambiamento del metodo di calcolo includendo anche settori che poco o nulla hanno a che vedere con le attività in Ticino dei grandi gruppi internazionali della Moda come fabbricazione di orologi e occhiali o parti di essi, la produzione di metalli preziosi, la lavorazione delle pietre, la gioielleria, la fabbricazione di macchinari e altre produzioni? Anche in previsione della creazione di una scuola di moda a Chiasso sarebbe necessario fare chiarezza sulla quantità e qualità degli impieghi offerti da questo settore.

Per quanto riguarda il reale apporto del settore Moda all’economia e alle finanze cantonali, le informazioni sono ancora più scarse. Non sappiamo ad esempio quali siano le reali interazioni fra i grandi gruppi della moda esteri che si sono insediati in Ticino e le aziende presenti sul territorio, quali sono le attività di ricerca e sviluppo di questi gruppi e gli investimenti, se esiste una collaborazione con le scuole universitarie. L’unica costatazione certa è che la candidatura ticinese al Parco Nazionale dell’Innovazione per un polo della moda e della logistica è stata bocciata due volte.

Per quanto riguarda l’introito fiscale, si sente spesso dire che la Moda lascia nella casse cantonali 90 milioni di imposte pagate dalla Moda. Il direttore del DFE ha lui stesso ripetuto questa cifra nel discorso pronunciato in occasione della Giornata dell’innovazione – il 16 ottobre 2015 – dedicata a moda e tecnologia, ma non sappiamo da chi sia stata stimata e come. Le aziende internazionali sono in maggioranza società a statuto speciale tassate quindi con un’aliquota compresa tra l’8 e il 10% circa. A rigor di logica significa che pagano unicamente l’imposta federale diretta o poco più. Nelle casse del canone quindi torna solo il 17,3% della somma versata. Anche in questo caso sarebbe importante stimare esattamente il peso del settore Moda sul totale delle entrate fiscali del cantone per poter valutare la portata delle perdite in caso di eventuali partenze dovute all’introduzione degli standard internazionali contro l’erosione della base fiscale e il trasferimento degli utili (BEPS).

Chiediamo pertanto al lodevole Consiglio di Stato:

1. Quanti sono i posti di lavoro offerti dal settore e in quale ambito?

Rispondendo all’interrogazione 50.18, il Consiglio di Stato specifica che gli addetti nella fabbricazione di tessili e abbigliamento erano 2’614 nel 2014 (in calo del 6,1% rispetto al 2012). Nel 2015 (cifre provvisorie) c’erano 351 addetti (295 ETP) nel Commercio all’ingrosso di prodotti tessili, 1’780 (1621 ETP) in quello dell’abbigliamento e di calzature e 300 (248 ETP) nel design industriale in generale, senza però specificare quanti lavorano nel settore moda. Queste cifre sono ancora attuali? Quali altri posti di lavoro offre il settore? Quanti sono i residenti attivi nel settore Moda?

2. Quante sono le imprese attive in questo settore e in quale ambito?

Rispondendo all’interrogazione 19.16, il Consiglio di Stato precisa che nel 2013 nei settori “Industrie tessili e confezione di articoli d’abbigliamento” erano attive 120 aziende e che in quello del “commercio di capi d’abbigliamento e logistica” altre 191 imprese, per un totale di 311 aziende. Sono ancora attuali queste cifre? I quali altri ambiti sono classificate le aziende del settore moda?

3. Sulle pagine del Caffè del 14 ottobre 2018, l’on Vitta afferma “conta in Ticino indicativamente 700 aziende che impiegano oltre 9’000 persone “. Da dove provengono queste cifre? A che anno si riferiscono? Può il Consiglio di Stato specificare quante aziende quanti addetti in base alla nomenclatura delle attività economiche NOGA2008?

4. Nelle studio del Bak Basel si afferma che “il Ticino possiede tutti i presupposti per la creazione di un cluster nell’industria della moda” cioè «un’agglomerazione geografica di imprese interconnesse, fornitori specializzati, imprese di servizi, imprese in settori collegati e organizzazioni associate che operano tutti in un particolare campo, e caratterizzata dalla contemporanea presenza di competizione e cooperazione tra imprese». Quali sono attualmente le interazioni dei grandi gruppi internazionali della Moda con le altre imprese presenti sul territorio?

5. Quali sono le attività di ricerca e sviluppo dei grandi gruppi internazionali della Moda in Ticino? Questi gruppi collaborano con l’Università della Svizzera italiana (USI) e la Scuola Professionale Universitaria della Svizzera italiana (SUPSI) e in quali ambiti?

6. Con quali motivazioni è stata scartata la candidatura ticinese di un polo delle Moda e della Logistica per il Parco nazionale dell’innovazione?

7. Secondo il Centro di competenze tributariemolte società a statuto speciale sono “attive nel settore della moda” e “oggi pagano un’imposta (federale, cantonale e comunale) con un’aliquota compresa tra l’8 e il 10% circa”. Essendo l’aliquota dell’imposta federale diretta sull’utile (IFD) dell’8% circa (effettiva), significa che queste imprese pagano solo l’IFD? In quale percentuale contribuisce il settore Moda all’introito fiscale del canton Ticino?

8. L’Ufficio cantonale di statistica pubblica regolarmente una statistica dell’Imposta cantonale delle persone giuridiche divisa per rami di attività. Non si tratta quindi di un segreto fiscale. Dove vengono classificate le imprese del settore Moda? In Altre attività?

9. Nella presentazione della Giornata ““La tassazione nella fashion Valley ticinese “, organizzata dal Centro di competenze tributarie della Supsi il 3 maggio 2018 si precisa:

In Ticino sono attive circa 1’500 società a statuto speciale che generano un indotto di circa il 20% del gettito fiscale delle personegiuridiche. Molte di queste sono appunto attive nel settore della moda, il quale conta 24 marchi, di cui grandi nomi come Hugo Boss, Guess o,ancora, Philipp Plein, che hanno conosciuto una crescita importante nell’ultimo decennio. Per questi gruppi internazionali, che dispongono di diverse strutture in tutto il mondo, gioca un ruolo essenziale la politica dei prezzi di trasferimento infragruppo che, secondo le regole dell’OCSE, devono essere applicati secondo il valore dei prezzi di mercato. È, quindi, interessante comprendere come viene attribuito l’utile in Ticino e quali sono le politiche societarie per determinare il transfer pricing. Ci si chiede, inoltre, se con il progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) cambierà qualcosa a livello di transfer pricing per questi gruppi internazionali e quali saranno, di riflesso, le conseguenze per il Cantone.

Avevamo chiesto in una precedente interrogazione (74.18) se funzionari cantonali hanno partecipato a questa giornata. Il Consiglio di Stato ha risposto che nessun funzionario cantonale era fra gli oratori, ma non ha precisato se hanno assistito.

Riproponiamo quindi la domanda: funzionari cantonali hanno assistito alla Giornata sulla tassazione delle fashion valley ticinese?

* Interrogazione al Consiglio di Stato del Deputato Mps Matteo Pronzini del 14 ottobre 2018.

 

Print Friendly, PDF & Email