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Come avevamo già ventilato la scorsa settimana, sulla questione degli indebiti rimborsi percepiti da Consigliere ed ex-consiglieri di Stato la commissione della gestione proporrà al Parlamento di respingere la richiesta di restituzione così come richiesto da Matteo Pronzini.

Tutti d’accordo su questo, “destra” e “sinistra”. Dopo, evidentemente, bisogna organizzare la sceneggiata, con il poliziotto buono e quello cattivo. Da un lato quindi quelli che chiedono ai consiglieri di Stato un obolo di tre mesi; dall’altro i cattivi, quelli che vorrebbero che i consiglieri di Stato restituissero qualcosa in più.

Naturalmente, e anche qui sono tutti d’accordo, su base volontaria: poiché, è evidente, che se cade la domanda di restituzione (e quindi un procedimento giudiziario che obblighi a pagare il maltolto), gli eventuali rimborsi saranno a discrezione dei singoli consiglieri di Stato e nessuno potrà farci nulla.

L’MPS ribadisce che l’unica richiesta sensata politicamente e moralmente è quella contenuta nella richiesta di restituzione presentata dal suo deputato. In vicende come questa giocare con le prescrizioni, le sottigliezze giuridiche, le ipotesi diverse appare un vero e proprio insulto ai cittadini e alle cittadine di questo Cantone. In vicende come queste l’unico metro possibile è quello di tipo morale.

Ed è proprio quanto ha fatto la commissione della gestione. Bacchetta Cattori, con la faccia da prevosto, ha spiegato che le basi legali sono traballanti e quindi, per questo, un’azione di restituzione rischierebbe di essere sconfitti.

Quella a cui assistiamo (e chissà perché non ne siamo sorpresi) è una vera e propria azione di insabbiamento alla quale partecipano, chi più chi meno, chi in un ruolo chi in un altro, praticamente tutte le forze politiche.

Una sceneggiata colpevole che permette di comprendere quanto lo spessore morale dell’attuale Parlamento sfiori, senza nemmeno raggiungerlo, quello della carta velina.

Bellinzona, 28 novembre 2018

 

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