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Pubblichiamo qui di seguito la risoluzione che i lavoratori dell’Officina, riuniti in assemblea lo scorso 25 ottobre, hanno approvato. Con il 51,5% dei voti validi i lavoratori, malgrado un’intensa campagna interna della dirigenza, hanno dato il loro sostegno alla strategia difesa del comitato. Quella che può apparire come una vittoria di misura, è invece una sconfitta pesante per la direzione e per le FFS. (Red)

Premessa
I lavoratori delle Officine hanno preso atto delle proposte e degli eventi attorno al futuro dell’Officina di Bellinzona (OBe). Si pensa qui in particolare alla presentazione dei due messaggi (del Consiglio di Stato e del Municipio di Bellinzona) con il quale si stanziano 120 milioni di franchi quale contributo alla realizzazione di un nuovo stabilimento industriale; infine alla dichiarazione di ricevibilità dell’Iniziativa “Giù le mani dall’Officina”.

Risoluzione

Sulla base di una attenta discussione e valutazione, l’assemblea dei lavoratori dell’Officina di Bellinzona (OBe), del 25 ottobre 2018, adottano la seguente risoluzione, conferendo il sostegno ai propri rappresentanti (CoPe allargata), nel difendere con fermezza i seguenti temi:

1. I lavoratori dell’Officina hanno una sola e fondamentale preoccupazione: salvaguardare il futuro produttivo e industriale dell’OBe. È sui contenuti del progetto industriale, sulla sua dimensione (produttiva e occupazionale), sulle sue possibilità di sviluppo che deve essere concentrata la discussione.

2. I lavoratori dell’Officina devono purtroppo prendere atto che finora il dibattito si è concentrato sostanzialmente su altre questioni. In particolare sulla futura ubicazione della cosiddetta “Nuova Officina” o, ancora, sul futuro del terreno che la chiusura delle attuali e storiche Officine metterebbe a disposizione, per altri progetti, sia delle FFS che della Città e del Cantone.
Purtroppo, come detto, del futuro produttivo e industriale dell’Officina nessuno discute. Persino i due messaggi di Governo e Città dedicano al progetto industriale poche righe; affermazioni generiche e poche note relative alle attività di manutenzione, lasciando le decisioni completamente nelle mani delle FFS.

3. Da quanto detto qui sopra è evidente che sul futuro dell’Officina vi sono due progetti alternativi, sia dal punto di vista produttivo che occupazionale:

a) Da un lato vi è il progetto delle FFS (sostenuto da Cantone e Città) che propone un altro tipo di attività legata sostanzialmente alle esigenze del traffico viaggiatori (manutenzione leggera); abbandonando in questo modo altri importanti settori d’attività, in particolar modo quello del traffico merci; uno dei settori fondamentali dell’attività dell’Officina. In questo modo il nuovo stabilimento abbandonerà circa il 70% dell’attuale e tradizionale attività dell’Officina, con corrispondenti tagli occupazionali che i soli treni di nuova generazione, proposti con l’attuale progetto, non potranno assolutamente compensare.
Non vi sono ragioni né economiche, né produttive, né ancor meno tecnologiche che giustifichino una simile strategia e questo abbandono d’attività (volumi di lavoro).

b) Dall’altro lato vi è la prospettiva indicata dall’iniziativa “Giù le mani dall’Officina”. Il punto della versione dichiarata ricevibile dal Gran Consiglio propone di costituire una società pubblica (FFS, Cantone, Comuni) che “rilevi le attuali attività delle Officine FFS di Bellinzona” e “ sviluppi nuove attività, nuovi servizi, attività di ricerca e innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto”. Un progetto quindi che vorrebbe garantire la continuità dell’attività produttiva e innovare verso nuovi settori.

4. I lavoratori dell’Officina hanno creduto per lungo tempo (e fino a poco tempo fa) che il progetto contenuto nell’iniziativa “Giù le mani” fosse stato fatto proprio dalle FFS e dalle autorità politiche. Andavano in questa direzione tutta una serie di atti e decisioni prese e sottoscritte dalle autorità, dalle FFS e dai lavoratori dell’Officina, non da ultima la decisione di costituire un Centro di competenze (vedere Convenzione 12.11.2013 e messaggi: del Governo del 18.2.2014 e della Città del 19.5.2014).
I lavoratori dell’Officina devono amaramente costatare che quelle promesse, fatte e ufficialmente sottoscritte, sono state disattese, senza spiegazioni e senza che fossero emerse ragioni di ordine tecnologico, industriale o economico che ne giustificassero l’annullamento.
È evidente che questo venir meno ai patti sottoscritti da parte delle FFS e delle autorità politiche cantonali e comunali indebolisce ai nostri occhi la loro credibilità e la credibilità di qualsiasi progetto essi presentino.

5. I lavoratori dell’Officina prendono atto della disponibilità delle autorità cantonali e comunali a investire 120 milioni per un nuovo stabilimento industriale. Si tratta di un segnale importante, anche se a sostegno di un progetto che, se realizzato, rappresenterebbe, come abbiamo detto, un notevole passo indietro per i lavoratori e per l’Officina: dal punto di vista produttivo, industriale e occupazionale.
I lavoratori dell’Officina, proprio per dimostrare la loro sensibilità a questo passo fatto dall’ente pubblico, non si oppongono per nulla allo stanziamento di questi crediti, che meritano di essere investiti in un progetto migliore da quello presentato.

6. I lavoratori dell’Officina esprimono piuttosto il loro sostegno all’iniziativa “Giù le mani dall’Officina” e confidano che essa venga posta quanto prima in votazione.
Essa, come detto, concretizza una visione realmente a lungo termine, capace di dare continuità e innovazione alla storia dell’Officina, sia dal punto di vista industriale che da quello occupazionale.
La disponibilità finanziaria mostrata da Cantone e Città (120 milioni) rappresenterebbe un impulso notevole in questa direzione.

7. I lavoratori delle OBe chiedono di introdurre una moratoria in merito a misure di carattere occupazionale, produttivo, organizzativo, tese a indebolire l’attuale struttura delle OBe e comprometterne lo sviluppo, fintanto che non verrà stabilito e condiviso tra le parti (ivi compresi i rappresentanti del personale) un progetto vincolante inerente il futuro delle OBe e la definizione della gestione del periodo di transizione.

8. I lavoratori dell’Officina sostengono quindi il Comitato OBe (CoPe allargata) nella difesa del punto di vista espresso in questa risoluzione, confidando pure in questo sull’importante supporto che potrà giungere dall’Associazione “Giù le mani”