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Pubblichiamo qui di seguito il comunicato concernente il processo a carico del funzionario cantonale del collettivo Io l’8 ogni giorno – Verso lo sciopero femminista

In questi giorni si è svolto il processo a carico del funzionario cantonale accusato di violenza carnale e coazione ai danni di tre donne.

Non vogliamo ovviamente entrare nel merito dei fatti e della sentenza. .

Ci sembra però importante fare due osservazioni.

Innanzitutto come da copione la stampa, l’opinione pubblica e l’avvocato della difesa hanno cercato in tutti i modi di discreditare la credibilità delle vittime, fornendo dettagli inutili sulla loro vita privata e che nulla aggiungono alla conoscenza di quanto denunciato, ma che hanno come unico obiettivo quello di denigrare chi trova il coraggio di denunciare, di far sentire in colpa le vittime stesse sottoponendole così a una nuova violenza.

La seconda questione riguarda invece l’atteggiamento di omertà e nei fatti di complicità con l’aggressore da parte del suo datore di lavoro, nel caso specifico, fatto ancor più grave, l’amministrazione cantonale.

Le vittime infatti lavoravano tutte presso l’amministrazione e hanno segnalato a più riprese il comportamento “inadeguato” dell’imputato ai loro superiori. Nessuno però ha dato seguito a queste denunce e segnalazioni, lasciando quindi le vittime sole e senza protezione, come affermato anche dalla procuratrice durante il dibattimento. Ci chiediamo come questo sia ancora possibile soprattutto all’interno di un datore di lavoro pubblico che dovrebbe essere ancora più attento a queste tematiche e prendere sul serio qualsiasi segnale in questa direzione.

Si tratta di atteggiamenti e comportamenti che non aiutano le donne che trovano il coraggio di denunciare, che non fanno altro che perpetuare una cultura della sottomissione e della colpevolezza delle donne. Ci sembra di sentire, come spesso accade in queste occasioni, quel “forse alla fine se l’è cercata” che offende e viola le donne tutte.

Non possiamo accettare questo atteggiamento, siamo stufe di essere trattate come donne oggetto, di vedere i nostri corpi utilizzati per pubblicizzare prodotti di ogni tipo, di subire molestie e violenze a casa, per strada e sui luoghi di lavoro come fosse una cosa normale.

Anche per questo sciopereremo il prossimo 14 giugno per dire con forza no alle violenze machiste e per rivendicare l’autodeterminazione della nostra vita e del nostro corpo. Perché davvero non capiti più.