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L’iniziativa “Giù le mani dall’Officina” e il progetto FFS-Cantone-città di Bellinzona: due modi totalmente alternativi di concepire il futuro dell’Officina di Bellinzona finalmente a confronto

Il Movimento per il socialismo ha preso atto dell’accordo con il quale le forze politiche presenti in governo e nella commissione della gestione sostengono il messaggio sui 100 milioni con il quale il Cantone finanzierà il progetto della costruzione di un nuovo stabilimento industriale contenuto nella dichiarazione di intenti approvata più di un anno fa dalle FFS, dal Cantone e dalla città di Bellinzona.
Con il probabile accoglimento di questo messaggio (che non sembra ormai avere grossi ostacoli visto che tutte le forze politiche maggiori e presenti in governo lo sostengono – PS/Lega/PLRT) ci si accinge finalmente al dibattito finale che vedrà di fatto questo accordo confrontato, quale controprogetto indiretto, all’iniziativa “Giù le mani dall’Officina”.
L’MPS spera ora che il Gran Consiglio discuta senza ulteriori rinvii il testo conforme dell’iniziativa e che questo possa essere discusso unitamente al messaggio sui cento milioni. Ogni tentativo di rimandare questo confronto sarebbe da considerare come l’ennesimo tentativo di negare ai cittadini e alle cittadine di questo Cantone la possibilità di confrontarsi e scegliere su ipotesi alternative. Un tentativo di prendere per i fondelli non solo i lavoratori dell’Officina, ma anche i cittadini e le cittadine.
Particolarmente patetico in questo senso il tentativo del PS di accreditarsi come promotore di una alternativa con la proposta di un ipotetico controprogetto che permetta di mantenere, nel futuro stabilimento industriale, le attività finora svolte all’Officina.
Un tentativo ridicolo per almeno due ragioni:
– la prima è che proprio il testo dell’iniziativa propone di costituire una società pubblica che gestisca le officine e che “rilevi le attuali attività delle Officine FFS di Bellinzona” e “sviluppi nuove attività, nuovi servizi, attività di ricerca ed innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto”
– la seconda è che, approvando la dichiarazione di intenti e il messaggio sui 100 milioni, automaticamente il PS ha approvato un progetto che esclude espressamente dal nuovo stabilimento le attività svolte tradizionalmente all’Officina di Bellinzona e in particolare tutto i settore legato ai carri merci che rappresenta ancora la parte preponderante dei volumi e dei posti di lavoro all’Officina.
In questo senso questa proposta di un controprogetto non solo appare contraddittoria, ma sembra fatta apposta per allungare i tempi e impedire il confronto tra le due uniche proposte che sono di fatto alternative: il progetto FFS, Cantone, città e l’iniziativa “Giù le mani”. Un atteggiamento irresponsabile che la dice lunga sull’attuale confusione che regna in seno a questo partito.

Infine l’MPS ritiene che nemmeno un eventuale referendum sui 100 milioni permetterebbe di chiarire il futuro dell’Officina. Infatti quasi tutti coloro che lo sosterrebbero condividono allo stesso tempo lo smantellamento quasi totale delle attività dell’Officina di Bellinzona; la costruzione del nuovo stabilimento industriale come previsto dal progetto FFS, Cantone, città avrebbe questo esito, fosse esso ubicato a Castione, a Bodio o in qualsiasi altra sede in Ticino.
Si tratterebbe anche in questo caso di una maniera assai subdola di evitare il dibattito di fondo, cioè il futuro di un progetto industriale degno di questo nome per il Ticino.

Bellinzona, 9 gennaio 2018