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A volte ho l’impressione che molte donne abbiano timore dell’aggettivo “femminista” come se questo non le riguardasse o desse addirittura fastidio parlarne perché suppongo che nel loro immaginario, una femminista è colei che un po’ mascolina, con i seni al vento, anche un po’ atea, critica e mette in discussione ruoli e abitudini prettamente femminili consolidati nel tempo.

Non ne faccio loro una colpa perché la storia insegna che purtroppo secoli e secoli di patriarcato, sessismo, ecc… hanno portato al risultato che noi donne, non tutte menomale, ci siamo convinte che sia innato e fosse destino che la nostra condizione femminile sia subordinata al potere maschile. Ma per favore non fraintendetemi perché la nostra non è una guerra contro l’uomo ma bensì una guerra contro un sistema socio economico capitalista che ci opprime e che non è più sostenibile per entrambi e in cui la donna ha la peggio.

Donne,* ma vi rendete conto di quanto nuoce questo alle nostre vite a lungo andare? A voi sembra innocuo forse, ma sapete come queste discriminazioni influiscano non poco alle nostre esistenze o alle future scelte professionali delle nostre ragazze? Perché già oggi sappiamo che dove vi è il fenomeno della femminizzazione del lavoro, vi sono bassi salari, contratti di lavoro atipici, scarsa protezione del personale e dei propri diritti.

Oggi più che mai, la donna è sempre più presente sul mercato del lavoro, a metà tempo, come spesso accade, cosicché i nostri contributi per l’AVS sono talmente esigui che di conseguenza ne risentiranno le nostre future pensioni che non sono altro che salari differiti e questo succede perché l’altra “metà” la dedichiamo al lavoro domestico e cura dei figli, lavoro questo importantissimo, intendiamoci, ma non riconosciuto e neppure retribuito adeguatamente e che spetta ancora alle donne* svolgere.

Una forza lavoro quella nostra, non indifferente e che fa gola a molti padroni sempre a caccia di profitti e gli esempi che ci riportano le cronache non mancano!

Nelle coppie urge quindi un’equa condivisione di tutto quel lavoro “invisibile” domestico, di cura ed educazione dei figli che ricade ancora per la stragrande maggioranza sulle spalle di noi donne* precludendoci spesso anche la possibilità di avanzare professionalmente; per farlo occorrerebbe lavorare meno entrambi e tagliare con il vecchio modello, uomo al 100% e donna al 100%+ (quest’ultima divisa tra lavoro produttivo e riproduttivo che spesso non ha orari) e concepire un altro tipo di società fondata su altri valori o per lo meno dovrebbe essere una libera scelta incondizionata.

Un primo passo sarebbe il pieno rispetto della legge costituzionale svizzera sull’uguaglianza tra i sessi* affinché sia finalmente applicata perché in assenza di questo principio fondamentale non è possibile un reale cambiamento. Un tema che sta a cuore alla lista mps-pop-indipendenti che sta affrontando nella campagna elettorale in corso e che i vari movimenti femministi prima di noi, si sono battuti per ottenere queste conquiste ma la strada è ancora lunga, lunghissima.

Care donne* siate perciò coscienti, coraggiose e solidali perché essere femministe vuol dire tutto questo e non abbiate timore perché in gioco ci sono i nostri diritti e le nostre rivendicazioni.

Per una giustizia sociale e paritaria, per una vera emancipazione, per una vera democrazia tutte* unite verso lo sciopero femminista il 14.06.2019!

*Claudia Leu è candidata al CdS e GC per lista nr.2 mps-pop-indipendenti

Articolo apparso nella sezione Il dibattito elettore de La Regione del 19.2.2019