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Nell’aprile del 2018 avevo interrogato il governo in merito agli interventi di responsabili della SUPSI, in particolare il direttore del Centro di competenze tributarie della stessa SUPSI, nella campagna di voto sulla riforma fiscale cantonale del 29 aprile 2018.

Avevo sottolineato come sia questi interventi pubblici che una serie di iniziative della stessa scuola propendessero nettamente in favore della riforma, a scapito di una visione pluralista che una scuola universitaria dovrebbe garantire nell’analisi di qualsiasi tema.

Il governo aveva risposto, come sempre, in modo evasivo, ma assicurando che la SUPSI non solo garantiva il diritto di espressione ai propri collaboratori (principio sacro che non siamo sicuri, e lo dimostreremo se necessario al momento opportuno, viene di fatto garantito), ma che era preoccupazione della scuola garantire il più ampio pluralismo in occasione di discussioni, analisi, convegni, etc., soprattutto quando venivano discussi e analizzati temi “caldi” dal punto di vista politico.

Malgrado queste assicurazioni, la SUPSI ci ricasca. Martedì 12 febbraio il Centro di competenze tributarie della SUPSI organizzerà un convegno sul tema Le riforme fiscali federale e cantonale. Accanto agli interventi “tecnici” (tuttavia, ci pare, ispirati – almeno a leggere i titoli – dalla stessa logica di politica fiscale) vi sono anche interventi di rappresentanti politici, a cominciare dal capo del DFE Christian Vitta, che continuerà così negli spot elettorali a colpi di convegni, ricorrenze e firma di accordi bidone (per lui, pare, l’embargo pre-elettorale dei media non esista…).

Ma questo intervento sarà accompagnato anche da quello del capo del gruppo parlamentare PSS al Parlamento nazionale (Roger Nordmann), partito – come noto – favorevole alla riforma RFFA, tema centrale del convegno.

In altre parole si terrà un convegno sulle riforme fiscali (in particolare la RFFA) senza che tra i relatori ve ne sia uno che esprima un punto di vista diverso.

Tutto questo, malgrado vi sia già in atto una campagna referendaria per il voto previsto, proprio sulla RFFA, il prossimo 19 maggio.

Alla luce di queste considerazioni chiedo al governo:

1. Non ritiene necessario che una scuola universitaria debba, su temi di fondo come quello fiscale e nel bel mezzo di una campagna referendaria, offrire occasioni di riflessione, di studio, di dibattito che permettano a tutte gli orientamenti di essere presenti e di esprimere il proprio punto di vista?

2. Come intende il CdS fare in modo che, pur garantendo alla SUPSI così come a qualsiasi altra scuola, la più ampia garanzia di massima libertà scientifica e didattica, vengano garantiti quei principi di pluralismo (scientifico e didattico) che dovrebbero rappresentare l’essenza stessa di una scuola universitaria?

*Interpellanza al Consiglio di Stato del Deputato MPS Matteo Pronzini del 8 febbraio 2019.

 

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