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L’anno scorso la Riforma fiscale e “sociale” cantonale ci è stata propagandata come una “riforma degli asili nido”. A un anno di distanza non è ancora stato fissato un salario minimo vincolante per il personale degli asili nido. In un’intervista al giornale dell’OCST, “Il Lavoro”, l’on. Beltraminelli ha dichiarato che “purtroppo” non tutti gli asili nido possono offrire salari minimi dignitosi. Continueranno comunque a ricevere un finanziamento del 40% dei costi relativi ai salari. Detto altrimenti: il cantone continua a finanziare il 40% di salari inferiori ai 3’000 franchi lordi e favorisce il dumping in questo settore.

In compenso è stato introdotto un contributo universale per tutte le famiglie che fanno capo a una struttura o servizio di accoglienza del bambino pari a 200 franchi mensili per l’affidamento a tempo pieno. Il risultato è che anche famiglie che hanno un reddito di 400’000 franchi e più ricevono uno sconto di 200 franchi per far curare i figli da personale pagato 2’772 franchi al mese o meno.

Sulla pagina internet dell’Atan, l’Associazione Ticinese Asili Nido, figurano infatti salari minimi che vanno da 3’880,80 franchi per 13 mensilità per i direttori a 2’772 franchi per il personale educativo non formato.

Questi minimi però non sono vincolanti e “spetterà poi al DSS valutare se continuare a erogare sussidi alle strutture che non si adegueranno”, precisa l’ATAN. A quanto sembra di capire dall’intervista all’on. Beltraminelli il DSS continua a finanziare il 40% di salari inferiori a queste somme, già di per sé scandalose.

“Conosciamo i salari dei nidi dell’infanzia, ma attualmente non è stato fatto alcun censimento” per sapere quanti asili nido retribuiscono il personale meno rispetto alle indicazioni dell’ATAN, afferma ancora l’ex responsabile del DSS. Il Cantone però dal 2018 prevede aumenti graduali dei contributi per finanziare i salari. È quindi possibile capire tramite le richieste di contributo quali sono i salari in uso.

 

Chiediamo pertanto al Lodevole Consiglio di Stato:

1- Nel 2018 in Ticino erano attivi 57 asili nido autorizzati, per un numero complessivo di 1’751 posti al 100%. Queste cifre sono ancora attuali? Se no, quali sono le cifre attuali?
2- Il cantone è in grado di fornire un quadro dettagliato dei salari versati negli asili nido? Se no, intende procedere ad un censimento di questi dati?
3- Quanti stagisti sono impiegati nelle varie strutture? Con quale retribuzione e con quale funzione e compiti sono impiegati?
4- Quanti asili nido sono pubblici e quanti privati?
5- Quanti asili nido offrono tariffe in base al reddito e quanti posti offrono?
6- Quanti asili nido ricevono un contributo per i salari del 40%? Quanti di questi sono strutture pubbliche e quante private?
7- Quanti asili nido ricevono un contributo per i salari del 43%, del 44%, del 48% e del 52% o più? Quanti di questi sono strutture pubbliche e quante private?
8- “Siamo fiduciosi che gli incentivi previsti porteranno ad un naturale adeguamento verso l’alto dei salari” affermava l’on Beltraminelli. Quanti asili nido hanno chiesto un aumento del finanziamento cantonale perché hanno migliorato i salari e in che misura?
9- Quanti asili nido prevedono minimi superiori ai 4’000 franchi per 13 mensilità?
10- “Per il momento sono previsti solo bonus e non malus, ma in una futura prospettiva, qualora i nostri sostegni non fossero sufficienti a garantire la qualità, potrebbe essere introdotto un sistema di malus”, ha dichiarato ancora Beltraminelli al giornale dell’OCST. Il cantone ha intenzione di continuare a finanziare anche in futuro il 40% di salari inferiori ai 3’000 franchi lordi o fisserà minimi vincolanti?
11- Quanti sono i beneficiari Ripam (sussidio per la cassa malati) che ricevono un aiuto supplementare pari al 33% del costo a carico della famiglia, dedotto l’aiuto universale ed esclusi i pasti? Quale percentuale rappresentano rispetto ai beneficiari dell’aiuto universale?
12- Quanti sono i beneficiari Api (assegni di prima infanzia) che ricevono un rimborso di 800 fr., dedotti gli aiuti universali e Ripam e esclusi i pasti? Quale percentuale rappresentano rispetto ai beneficiari dell’aiuto universale?

*Interrogazione del Gruppo MPS-POP-Indipendenti: Simona Arigoni, Angelica Lepori, Matteo Pronzini