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Secondo un articolo pubblicato domenica 12 maggio dal domenicale svizzero tedesco “SonntagsZeitung” “ i posti nelle 19 case per donne vittime di violenza domestica distribuite sul territorio elvetico non sono sufficienti: lo scorso anno quasi una persona bisognosa di protezione su due ha ricevuto un rifiuto, in molti casi per mancanza di spazio o di personale qualificato”.

Secondo le statistiche riportate le richieste d’aiuto nel 2018 sono state 1771: 995 donne hanno trovato accoglienza, mentre 806 sono state rifiutate. Una parte di queste donne sono state indirizzate presso altre strutture, ma 478 non hanno trovato protezione per mancanza di spazio o di personale adeguato.

Stando all’Organizzazione mantello delle case per donne maltrattate della Svizzera e del Liechtenstein (DAO) il problema è soprattutto di carattere finanziario. Queste strutture vengono generalmente finanziate dai cantoni mediante “tariffe giornaliere” attribuite ai singoli casi e questo non garantisce un’adeguata copertura dei costi e non consente di gestire in modo professionale un’attività che richiede una presenza 24 ore su 24.

Anche in Ticino le strutture che danno accoglienza alle donne che subiscono violenza hanno registrato un aumento delle richieste.

Di fronte a questa situazione chiediamo quindi al Consiglio di Stato

1. Qual è la situazione delle strutture d’accoglienza delle donne maltrattate in Ticino? Quante donne sono state accolte negli ultimi 5 anni? Quante sono state rifiutate?

2. Il Cantone partecipa al finanziamento di queste strutture? A quanto ammonta il sussidio annuo percepito da queste strutture da parte del Cantone?

3. Dal 2010 ad oggi come è evoluto, annualmente, il finanziamento a queste strutture da parte del Cantone?

4. Di fronte al permanere (e all’inasprirsi) del fenomeno della violenza domestica e di genere, non ritiene il Consiglio di stato necessario intervenire in maniera più importante per sostenere queste strutture, in particolare partecipando attivamente alla promozione di una presenza più capillare sul territorio?

5. Quali azioni concrete sono previste nei prossimi anni per far fronte a questo fenomeno preoccupante?

* Interrogazione al Consiglio di Stato del Gruppo MPS-POP-Indipendenti Angelica Lepori, Simona Arigoni, Matteo Pronzini del 13 maggio 2019

 

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