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Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto del risultato delle votazioni federali e cantonali, in particolare sui temi che lo hanno visto impegnato in questi ultimi mesi: l’iniziativa a sostegno dell’Officina e il referendum contro la RFFA.
L’MPS prende atto che su entrami questi due temi il risultato è assai simile: espressione di un blocco vincitore (che si è opposto alla iniziativa Giù le mani e che sosteneva la RFFA) composto dai principali partiti di governo (sia a livello cantonale che federale).
Per quel che riguarda la campagna sull’iniziativa Giù le mani essa è stata condotta sostanzialmente dal suo comitato che ha potuto contare sull’appoggio convinto e attivo solo dell’MPS (e in parte dei Verdi): in queste condizioni era abbastanza prevedibile l’esito odierno. In particolare ha sicuramente pesato il fatto che la campagna per il NO sia stata principalmente e il più attivamente svolta per iniziativa di personalità del Partito Socialista, contribuendo in questo modo a dividere in modo decisivo il fronte che, naturalmente, avrebbe dovuto schierarsi a sostegno dell’iniziativa. Hanno brillato per la loro assenza nella campagna (tranne la lodevole eccezione del sindacato del ferrovieri SEV) le organizzazioni sindacali.
A questo si aggiunge la difficoltà, in tutta la campagna, a poter discutere in modo chiaro e trasparente sul progetto delle FFS (presentato come un controprogetto indiretto all’iniziativa “Giù le mani”), in mancanza di una volontà di informazione sia da parte delle FFS che dell’autorità politica Cantone e Comunale. La votazione si è quindi risolta, nella confusione alimentata ad arte sulle prospettive reali del progetto, in una sorta di “voto di fiducia” per il governo e le FFS e dei partiti che questo progetto caldeggiano e che si sono opposti all’iniziativa.
Per quel che riguarda la votazione federale valgono in parte le stesse considerazioni, sia a livello cantonale che federale. Una sorta di “voto di fiducia” sulle buone intenzioni del governo (“salvare l’AVS”) hanno fatto breccia nell’elettorato. Anche in questo caso va segnalato che i fronti erano diseguali in modo importante: da un lato Verdi e sinistra radicale (MPS, SolidaritéS in Svizzera romanda), dall’altro tutte le forze di governo con in prima fila il PSS. Anche in questo caso, se si tralascia la lodevole eccezione della VPOD/SSP romanda, il movimento sindacale è rimasto a guardare, limitandosi a qualche sporadico comunicato.
L’MPS, pur prendendo atto del voto odierno, non pensa che, su entrambi i temi affrontati nelle votazioni odierne, le cose siano risolte, anzi!
Per quel che riguarda l’Officina, la continuità della sua attività produttiva fino alla eventuale costruzione dello stabilimento di Castione, la stessa costruzione di questo stabilimento, nonché gli atti successivi alla “liberazione” del sedime attualmente occupato dall’Officina necessiteranno discussioni e interventi politici sui quali l’MPS ha intenzione di intervenire in modo deciso e continuato.
Anche rispetto al voto sulla RFFA le due questioni affrontate sono tutt’altro che risolte. Da un lato poiché la politica di defiscalizzazione approvata avrà enormi conseguenze dal punto di vista sia del gettito fiscale che delle possibili conseguenze sociali; dall’altro poiché la decisione sull’AVS non “risolve” alcunché: basti pensare al progetto AVS21 che vuole “risanare” le finanze della stessa sulle spalle di pensionati e salariati (aumento dell’età AVS per le donne, aumento dell’IVA all’1,5%).